14 Gennaio 2010

MotoGP: la Ducati Desmosedici GP10 nel dettaglio

Le caratteristiche della nuova Ducati MotoGP

Due obiettivi da conseguire: affidabilità, ma anche una buona guidabilità. Non è uno “spot promozionale” quello che la Ducati ha voluto trasmettere con il progetto Desmosedici GP10 per la MotoGP: si tratta di un lavoro di continuo sviluppo, perfezionamento, anche stravolgendo quelli che sembravano i punti forti delle Ducati nella classe regina. La potenza assoluta, innanzitutto. Il motore è stato infatti, per voce dello stesso Claudio Domenicali, l’elemento sul quale a Bologna si è lavorato maggiormente in questi mesi, complice la nuova regola che impone 6 motori per un’intera stagione rispetto ai potenziali 18 precedentemente a disposizione delle squadre. Sostanzialmente un motore per tre gare, kilometraggi triplicati, una scelta doverosa: il ritorno agli scoppi irregolari, caratteristica della seconda generazione delle Ducati MotoGP 990cc (dalla GP4 alla GP6), “big bang” invece di “screamer”, tradotto meno potenza, maggior affidabilità. “ll motore è cambiato in tutte le parti principali, pistoni, bielle, albero motore, basamento“, spiega Domenicali. “Il nostro obiettivo era cercare di minimizzare la perdita di potenza per raggiungere il target di durata. Un obiettivo molto interessante perché cominciamo a pensare per i motori da gara durate che sono paragonabili a quelle dei motori di serie. Successivamente abbiamo cercato di rendere la moto più guidabile ed è il cambiamento dell’ordine degli scoppi. La GP10 vista di profilo Dalla sua nascita l’800 era stato realizzato con ordine degli scoppi di tipo “screamer”, che ci ha permesso di eccellere nella potenza, caratteristica probabilmente fondamentale nei risultati raggiunti finora. Poi però abbiamo cominciato a pensare di ripercorrere la strada del motore cosiddetto “big bang” che offre dei vantaggi in termini di guidabilità e prima Vittoriano Guareschi, nel suo precedente ruolo di collaudatore, poi Nicky è Casey hanno approvato i cambiamenti“. L’approvazione dei piloti Ducati è coincisa con gli ultimi test 2009 di Valencia, dove sostanzialmente si era già vista la Desmosedici GP10. Dal punto di vista aerodinamico ancor prima, da Estoril, con il nuovo cupolino, un codone “ingombrante” ed una carenatura estrema, tutto studiato nel minimo dettaglio in Galleria del Vento per un ottimale flusso e la più elevata velocità di punta. Parlando della ciclistica, complessivamente, dovrebbe offrire una migliore trazione, l’intento Ducati inseguito per tutto il 2009 anche per facilitare Nicky Hayden, a cui è stato davvero dedicato tutto il supporto possibile: dall’elettronica “semplificata” ad una nuova posizione di guida, che ha convinto il Kentucky Kid. Stoner e Hayden posano con la GP10 Esteticamente il risultato è apprezzabile, ma soprattutto si nota come nell’era 800cc lo sviluppo non si ferma mai. Se all’epoca delle 990 la Desmosedici è rimasta piuttosto simile dal 2003 al 2006 (fatta eccezione forse per la “rivoluzionaria” GP4), adesso in un paio d’anni la D16 ha cambiato forme, dimensioni, filosofia: dal 2007 ad oggi sembra esser passata una vita. Alessio Piana

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