18 Marzo 2013

Moto Guzzi California 1400 Custom

Accanto alla Touring arriva la California Custom

La nuova Moto Guzzi California 1400 Custom, diversamente dalla sorella Touring, non rappresenta un tributo all’ultra quarantennale dinastia della California, ma è una moto concettualmente diversa, dotata di uno stile più trasversale che raccoglie differenti contaminazioni stilistiche e le riassume in design essenziale e muscoloso. Non coccola il pilota con accessori e gadget luccicanti ma lo conquista con la forza espressa dal suo design da “drag bike”, dura e pura: due ruote, un motore, sella e manubrio. Null’altro ma il tutto realizzato nel rigore tra forma e funzione, coniugandolo con un senso estetico tipicamente italiano, espressione di una cura del dettaglio e capacità esecutiva degna delle migliori interpretazioni che il made in Italy abbia mai prodotto in campo automotive. Una moto d’istinto, imponente e solida come una roccia, dotata di una prepotente personalità che le deriva dalle voluminose forme scolpite con artistica ispirazione in un tripudio di cromature e finiture brunite che fanno scoprire ogni volta un particolare nuovo. Lunga, possente, dalle masse evidenti e distinguibili che convergono sul motore, la California 1400 Custom esprime una grande pulizia stilistica nell’equilibrio tra i volumi del propulsore e quello delle sovrastrutture che lo avvolgono. A consolidare quest’impressione contribuisce l’ingegnoso serbatoio, realizzato in metallo, con un corpo centrale da 21 litri e due fianchi laterali, sui quali è incassato il logo dell’Aquila, sagomati sui possenti gruppi termici del nuovo motore da 1400 cc a testa tonda. Schiacciato all’interno della V formata dal bicilindrico, il serbatoio contribuisce a rendere la vista laterale notevolmente più bassa e filante anche per il deciso allungamento dell’interasse ora a 1685 mm contro i 1560 mm del modello della generazione precedente. L’impressione è ulteriormente accentuata dall’andamento orizzontale dei lucidissimi silenziatori che terminano in corrispondenza con il parafango posteriore, plasmato sull’impressionante pneumatico da 200 e dotato di uno spettacolare duplice gruppo ottico a led che integra anche gli indicatori di direzione. La vista anteriore non è da meno, con un proiettore anteriore a superficie complessa con faro polielissoidale dotato d’illuminazione diurna con led DRL, un dispositivo assolutamente esclusivo, che la rende immediatamente riconoscibile. Il cockpit di guida è un perfetto testimone del connubio tra design e tecnologia che anima la nuova California 1400 Custom. Colpisce, per ricercatezza stilistica e visibilità, la strumentazione, racchiusa in un quadrante circolare da ben 150 mm di diametro con la scala del contagiri analogico ricavata lungo la circonferenza esterna e il display multifunzione full-matrix sospeso al centro. Novità anche per le manopole rivestite, il manubrio drag-bar e i blocchetti elettrici dove, sul destro è possibile, come per la versione Touring, attivare il cruise control. Ma le coincidenze con la sorella viaggiatrice finiscono qui; nel gioco delle differenze la nuova California 1400 Custom segna, rispetto alla Touring, almeno venti nuovi particolari inediti. Dalla sella biposto, dove capeggia il logo stampato dell’Aquila stampato a caldo, al manubrio drag bar dai supporti alleggeriti, agli inediti ammortizzatori posteriori regolabili, oltre che nel precarico molla anche in compressione ed estensione e dotati di serbatoio esterno, fino alle ruote laccate nere con il logo Moto Guzzi rosso. A rimarcare la potenza espressiva del design convergono una veste grafica minimale basata su tinte materiche come il grigio mercurio e il nero basalto. Una volta in sella emergono prepotentemente le differenze rispetto alla Touring; la nuova sella sportiva e il manubrio drag-bar determinano una seduta bassa e arretrata sulla ruota posteriore per un perfetto show off metropolitano, agevolato anche da una peso ridotto di oltre 30 kg rispetto alla versione Touring. Si viaggia avvolti nel sound del big bore da 1380 cc, pronti a scaricare a terra i 120 Nm a 2750 giri o veleggiare in overdrive, a poco più del regime del minimo cercando di ascoltare i battiti dei pistoni da 104 mm del maestoso bicilindrico a V di 90° made in Mandello del Lario filtrati dal l’innovativo fissaggio elasto-cinematico al telaio tubolare. Spazi bucolici dove il pilota dialoga con la sua cavalcatura, nell’incedere vellutato di una moto dall’anima profonda, capace di prodigarsi in possenti accelerazioni come di precedere a passo di parata, per seguire con lo sguardo il riflesso di un’immagine che scorre lungo le superfici vetrate delle nostre città avvolti dal caratteristico timbro sonoro dei propulsori made in Mandello.

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