19 Dicembre 2017

Clinica Mobile: Dr. Michele Zasa “Recuperi miracolosi? Abbiamo un segreto…”

Due ospedali viaggianti, 50 persone, 1000 interventi. L'erede di Claudio Costa ci spiega come funziona.

La Clinica Mobile rappresenta un’istituzione nel paddock della MotoGP e della Superbike. Ma l’assistenza ai piloti impegnati nelle competizioni è una faccenda molto seria, che coinvolge soggetti diversi e che necessità di un perfetto coordinamento per garantire gli elevati standard qualitativi richiesti nel motorsport. In questa intervista col Dott. Michele Zasa, direttore sanitario della Clinica Mobile, scopriamo come la struttura, nata per volontà del Dott. Claudio Costa, negli anni si è evoluta fino a diventare un partner insostituibile non solo per i piloti, ma anche per le Case che si occupano di sicurezza passiva. Affrontiamo con Zasa anche l’argomento del “miracoloso” recupero dagli infortuni dei piloti, per scoprire che la volontà di tornare a gareggiare spesso è il motore principale di questi rientri, ma che ci sono anche dei piccoli segreti.

Prima di tutto ci racconta come è entrato nella clinica mobile ? Raccogliere l’eredità del Dott. Claudio Costa è stato difficile ?

La mia entrata in Clinica Mobile in realtà parte da una passione per le 4 ruote e per Ayrton Senna. In una sorta di tributo a Senna, grande persona e straordinario atleta prima ancora che campione, avevo iniziato a lavorare in circuito a Imola come medico di pista. Qui avevo conosciuto il dott. Costa, che mi aveva proposto di collaborare con lui. Dal 2011 ho dunque iniziato a lavorare nel paddock, per poi raccogliere l’eredità di Claudio nel 2014. Ovviamente raccogliere tale eredità non è facile, anche in considerazione di quello che ha creato lui dal 1972 ad oggi. Fin dall’inizio ho cercato di affrontare serenamente il paragone, consapevole del fatto che i tempi sono cambiati e che non sarebbe stato più possibile fare quello che aveva fatto lui, ma al contempo con la volontà di mantenere vivi in me e nella Clinica Mobile i valori che hanno guidato questa realtà fino ad oggi. E con questi valori evolvere verso altri obiettivi, migliorandoci e crescendo sempre come gruppo, professionalmente ed umanamente.

Dott. Zasa ci aiuti a fare chiarezza: in cosa consiste l’assistenza medica in pista?

L’assistenza medica in pista è organizzata dai circuiti locali e prevede l’impiego di personale sanitario locale. A capo di questi c’è un direttore sanitario (CMO) con licenza FIM che coordina la direzione gara, in collaborazione e sotto la supervisione del Race Medical Director, consulente del promoter (DORNA) per la supervisione dei servizi sanitari. Il regolamento della FIM prevede queste figure, ne norma le responsabilità e le modalità operative. Le modalità operative variano da paese a paese, ma sostanzialmente sono simili e prevedono l’applicazione dei protocolli internazionali per il soccorso al paziente infortunato. Clinica Mobile all’inizio della propria storia svolgeva anche il ruolo di emergenza in pista, portandosi al seguito numerosi medici che si occupavano di primo soccorso dal momento che queste figure mancavano negli autodromo degli anni ’70. A partire dagli anni ’80 gli autodromi hanno iniziato a dotarsi dei propri servizi di emergenza e pertanto il ruolo della Clinica Mobile è cambiato.

Da chi dipende l’assistenza in pista, com’è organizzata e coordinata ?

I medici di Clinica Mobile rimangono il personale sanitario di fiducia dei piloti, anche in considerazione del fatto che sono continuamente in contatto con loro, ne conoscono la storia clinica e si crea una rapporto di fiducia medico-paziente. Pertanto, una volta che il pilota giunge al centro medico, il regolamento della FIM prevede che un medico di Clinica Mobile sia presente. Pur non svolgendo più l’emergenza medica come Clinica Mobile, il nostro personale medico è esperto in emergenza e gestione dei traumi per poter affiancarsi al personale locale e supportare al meglio i piloti. Al centro medico il ruolo del medico della Clinica Mobile è molteplice: anzitutto si interfaccia con i colleghi locali, con cui solitamente c’è un ottimo rapporto e che in molti casi chiedono un parere o semplicemente un’approvazione alla loro scelta, in considerazione della nostra conoscenza del pilota e dell’esperienza accumulata dal nostro personale dopo tanti anni di lavoro. In tal modo si cerca di garantire al pilota lo stesso eccellente livello di cure indipendentemente dal paese in cui ci si trovi a correre, e dai protocolli locali. Inoltre il personale di Clinica Mobile aggiorna la Direzione Gara sulle condizioni del paziente, e laddove necessario svolge un ruolo di traduzione tra il pilota e il personale medico locale. In più, vedere un volto noto che gli spiega la situazione, lo tranquillizza pur senza nascondergli la realtà dei fatti, spesso aiuta il pilota a gestire la situazione in un momento critico. Infine, laddove necessario, il medico segue il pilota in ospedale in qualità di medico di fiducia, per assicurarsi che venga intrapreso il percorso diagnostico-terapeutico corretto e seguire l’evoluzione del quadro clinico. Una volta dimesso dal centro medico, il pilota si può rivolgere a Clinica Mobile per una consulenza medico/ortopedica, per l’esecuzione di ulteriori indagini diagnostiche (ad esempio radiografie, grazie al nostro macchinario di ultimissima generazione), per svolgere terapia fisico-riabilitativa, per sottoporsi a trattamenti antidolorifici. In definitiva, il pilota una volta lasciato il centro medico inizia con Clinica Mobile il percorso che lo porterà al pieno recupero dell’attività, in tempi rapidi laddove possibile.

Com’è strutturata la Clinica Mobile?

Clinica Mobile è un’azienda che può contare sulla collaborazione di circa 50 professionisti (medici, fisioterapisti, tecnici radiologi, personale logistico, personale amministrativo e comunicazione).

In quali campionati siete presenti direttamente ?

Siamo presenti nei 2 campionati del Mondo di motociclismo: MotoGP e Mondiale Superbike. Le modalità operative nei 2 campionati sono simili. Da un punto di vista logistico, in Europa operiamo all’interno di 2 strutture mobili autorizzate che vengono spostate di tappa in tappa. Fuori dall’Europa inviamo casse attrezzate con tutto i materiale di cui abbiamo bisogno, e veniamo ospitati dai centri medici locali in ambienti appositamente adibiti.

Quanti piloti avete assistito nel 2017 ?

Nel 2017 abbiamo assistito tutti i piloti dei 2 campionati. Tra necessità di trattamento manuali fisioterapici, problematiche mediche e traumi/infortuni, nel corso di una stagione vediamo tutti i piloti. In MotoGP in particolare abbiamo a disposizione delle statistiche: nel 2017 abbiamo svolto circa 1000 prestazioni mediche e 5900 prestazioni fisioterapiche a favore dei piloti (senza contare le statistiche relative all’attività a favore dei membri del paddock, che è altrettanto impegnativa visto che di fatto la comunità del paddock è come un piccolo villaggio itinerante).

Soprattutto durante lo scorso anno abbiamo assistito a recuperi “miracolosi”. Crede che siano stati possibili a causa di una ricerca scientifica molto spinta, oppure il “fattore umano”, cioè la motivazione a voler ritornare in pista, resta il principale motivo ?

La ricerca scientifica, la volontà di migliorarsi come medici e di imparare cose nuove è una caratteristica che ci contraddistingue e certamente rende parzialmente conto di questi recuperi considerati miracolosi. Oltre a questo c’è anche l’esperienza acquisita, e qualche piccolo “trattamento segreto”, ovviamente sempre nell’ambito della legalità, che abbiamo imparato ad attuare ne scorso degli anni di fronte a certi infortuni. Peraltro ritengo che l’elemento fondamentale nel recupero rapido di certi atleti negli ultimi anni sia stata la forza di volontà. Questa è per me la medicina più efficace, non a caso la scienza ha dimostrato che l’effetto placebo esiste. In termini pratici, un pilota motivato è più aderente alle prescrizioni, più partecipe e disponibile nella fase riabilitativa, più disposto a sopportare il dolore (spesso hanno anche una soglia del dolore aumentata).

C’è una connessione tra il vostro lavoro e lo sviluppo di sistemi di sicurezza attivi e passivi per i motociclisti ?

Quando si parla di sicurezza, Clinica Mobile è impegnata attivamente a tutelare i piloti sia professionisti sia amatoriali. A livello di sicurezza passiva siamo consulenti per la sicurezza di alcuni produttori di abbigliamento da moto, negli ultimi 2 anni abbiamo fatto parte del Clothing Manufacturer Group Commission che ha deliberato l’utilizzo dell’airbag come obbligatorio dal 2018 per tutti i piloti di MotoGP, discutiamo i dati relativi agli infortuni dei piloti in pista con i principali responsabili della sicurezza in pista. In termini di sicurezza attiva, partecipiamo a campagne mirate al grande pubblico di supporto per comportamenti corretti alla guida; per i piloti professionisti forniamo consulenza a 360° per permettergli di ottimizzare la propria condizione atletica, e dunque essere in grado di performare al meglio e con una riduzione dei rischi in pista. C’è ancora da fare nel settore sicurezza, ma ritengo che tanto sia stato fatto negli ultimi anni e anche noi nel nostro piccolo abbiamo cercato di dare il nostro piccolo contributo alla causa. 

Foto: Mirco Lazzari/Clinica Mobile

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