27 Ottobre 2022

Zavorrare il piccoletto Alvaro Bautista? Ma mi faccia il piacere

La Superbike è in preda ad una crisi di nervi: dopo il regolamento fai da te, adesso vorrebbero zavorrare il piccoletto Bautista

Alvaro Bautista, Superbike

Non credo che Scott Redding abbia mai sentito parlare del grande Totò, tantomeno si sia visto “Totò a colori”, quello della celebre gag “Ma mi faccia il piacere!” Una battuta magistrale che, decontestualizzata, è entrata nel linguaggio comune per esprimere disincanto e irrisione davanti a qualcuno che l’ha sparata grossa.

Alvaro Bautista vincerebbe a raffica perchè è leggero. Per la precisione 66 chili, con casco e tuta. Con lo stesso abbigliamento da gara Scott Redding tocca i 93 chili, quindi fanno 27 di differenza. “Forse non vi rendete conto, ma su ogni rettilineo questo comporta un vantaggio di 2-4 secondi: sembra poco, ma quando ci sono dieci piloti vicinissimi, fa una differenza enorme” è la tesi di Scott Redding. Quindi, secondo lui, siccome c’è un regolamento tecnico strutturato per creare equilibrio prestazionale fra tutte le marche che corrono, bisognerebbe creare bilanciamento anche fra piloti grandi e piccoli.

Che bischerata

Un pò di tempo fa, quando questa bischerata ha preso a circolare, mi sono domandato cosa ne avrebbero pensato Carl Fogarty e i suoi compagni d’avventura negli anni ’90. Anche allora c’erano piloti altissimi, come il belga Stephane Mertens, altri mignon, come Fabrizio Pirovano. Ma nessuno si è mai azzardato a farlo notare, o di usare un argomento come questo per mettere in piedi una polemica. I piloti di quell’epoca non sprecavano tempo sui social come quelli moderni. La sera avevano troppo da fare nei bar, davanti al bancone stipato di birre. Altri facevano il giro dei locali, per rimorchiare ragazze che il giorno dopo si portavano a fianco nel box o in griglia di partenza. Nella Superbike dei vecchi tempi o si parlava di moto o si parlava di sesso, non c’erano molti altri argomenti. Adesso tiene banco il peso dei piloti.

La legge dello sport

Scott Redding ama il pugilato, forse si è fatto condizionare da quello. Prima di salire sul ring i pugili li pesano davvero, ma è logico: la sfida a botte fra lui e Bautista sarebbe ridicola. Ma in quale altro sport ci sono norme a tavolino per mettere sullo stesso piano grandi e piccoli? Coi suoi 168 centimetri Alvaro Bautista non potrebbe mai vincere un Mondiale di basket o di pallavolo. Quindi, se ha un fisico perfetto per correre veloce in moto, perchè lo vorreste zavorrare per forza?

Che vinca il migliore, non tutti

La Superbike ormai è in preda ad una crisi di nervi. Circola sempre più forte il concetto che il dominio alla Bautista faccia male allo spettacolo e che debbano vincere un pò tutti. Nel 2023 le marche deludenti potranno fare le modifiche di ciclistica di cui hanno bisogno, cambiando d’ufficio il modello stradale omologato. Francesco Batta, che da dirigente del Mondiale e di team è stato uno dei fautori del mito Superbike, una volta si incazzò di brutto quando volevano convincerlo sull’utilizzo di sospensioni identiche per tutti. “Ho sempre pensato che dovessero vincere i migliori, non chiunque”. Come dargli torto?

La solitudine dei numeri primi

Scott Redding, secondo me, più che al peso di Bautista, farebbe meglio a domandarsi perchè la BMW con il budget più alto e una motore super potente, non vince mai. I tedeschi sono tornati in forma ufficiale nel 2019, ma in quattro anni di progressi non se ne sono visti. La BMW arrivava dietro alla Ducati anche quando sulla Ducati c’era lui, al posto di Bautista. Soltanto un anno fa.

Direi che abbiamo detto tutto.

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