2 Novembre 2014

Sylvain Guintoli campione, i tre miracoli Aprilia

Nella magica notte qatarina la prima cosa da fare è rendere omaggio allo sconfitto Tom Sykes. Contro un’Aprilia così l’ex numero uno poteva fare niente. La doppietta di Misano (metà giugno) è stato l’ultimo acuto di una Kawasaki da lì in avanti soverchiata dalla superiorità tecnica italiana. Il Mondiale si è giocato punto a punto […]

Sylvain Guintoli, 32 anni, campione del Mondo 2014 (AlexPhoto)

Nella magica notte qatarina la prima cosa da fare è rendere omaggio allo sconfitto Tom Sykes. Contro un’Aprilia così l’ex numero uno poteva fare niente. La doppietta di Misano (metà giugno) è stato l’ultimo acuto di una Kawasaki da lì in avanti soverchiata dalla superiorità tecnica italiana. Il Mondiale si è giocato punto a punto solo per una serie di circostanze, in particolare la collisione tra Guintoli e Melandri a Portimao. Senza quella pazzia Sykes forse avrebbe adbicato ben prima di volare in Qatar. Nella seconda metà di campionato la RSV4 è stata semplicemente imprendibile e il mondiale di Guintoli è stato il risultato più logico che la pista potesse offrire. L’Aprilia ha centrato il doppio titolo piloti-Costruttori ribaltando una classifica che dopo Misano sembrava compromessa. Non è stato un miracolo, ma addirittura tre.

PRIMO, L’IRIDE DOPO GIGI – Nell’ottobre 2013 il Gruppo Piaggio aveva dovuto improvvisamente rinunciare alla guida delle corse, Luigi Dall’Igna “rubato” dalla Ducati. Gigi era più di un direttore tecnico, era lui  il fine tessitore delle strategie sportive: contratti coi piloti, rapporti con le autorità sportive, un po’ tutto insomma. Mettere al suo posto Romano Albesiano, progettista di grande caratura ma da tempo fuori dalle corse, era un grande azzardo. Pronti via l’ingegnere cuneese si era trovato a sbrogliare il bubbone Eugene Laverty, il pilota più vincente del dopo Biaggi (9 successi!) estromesso dall’arrivo di Marco Melandri e dalla conferma automatica col terzo posto di Sylvain Guintoli. Sembrava una pazzia rinunciare a Laverty per tenersi Guintoli ma erano decisioni maturate con la precedente gestione Dall’Igna sulle quali Albesiano non aveva margine di manovra. Col senno di poi, si può dire che è andata bene così… Ma l’impresa del genio piemontese è stata conservare intatte le prerogative e il potenziale del reparto corse, per continuare a vincere. Non era facile, né scontato. Missione compiuta.

(AlexPhoto)

SECONDO, IL LIMITE MOTORI – Dal debutto 2009 la RSV ha vinto sette Mondiali: quattro Costruttori e tre piloti. Il progetto è stato vincente dall’inizio ma durante queste annate trionfali non sono mancati i problemi: il V4 si rompeva spesso e in qualche stagione sono stati utilizzati anche quindici-venti motori a pilota. Il limite di otto introdotto in questa stagione sembrava severissimo, invece l’Aprilia è stata tra le più efficienti ad adattarsi. Guintoli e Melandri hanno concluso il campionato utilizzando sette unità, una meno del previsto. Niente rotture e prestazioni ancora più mirabolanti del passato. Nella finalissima in Qatar, tracciato da potenza bruta, è stata introdotto un propulsore  evoluzione che ha sbaragliato la Kawasaki. Guintoli aveva in tasca  8-9 km/h di vantaggio in rettilineo e infatti ha compiuto i sorpassi decisivi su Rea e lo stesso Sykes sul dritto. Game, set e partita.

(AlexPhoto)

TERZO, PIU’ FORTE DEGLI ERRORI – Sylvain Guintoli ha sbancato pur avendo sulla coscienza due errori. In Olanda, sotto la pioggia, aveva alzato il braccio per far interrompere una gara che stava dominando. Alla ripartenza era volato via facendo arrabbiare di brutto la squadra. Ancora peggio a Portimao quando, sempre sul bagnato, aveva sbagliato la frenata finendo addosso a Melandri. In quella circostanza aveva vanificato una potenziale doppietta e annichilito le possibilità di successo finale del compagno di squadra. Due errori che potevano essere fatali contro un Sykes che è arrivato oltre il quarto posto solo in due occasioni: in Australia dov’era partito con un polso incrinato e a Sepang falciato dallo scudiero Baz alla seconda curva. Tom è stato perfetto, o quasi, Guintoli ha potuto rimediare due svarioni grazie alla netta superiorità della RSV4 nella fase decisiva.

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