28 Febbraio 2023

Superbike: Non solo giri motore e concessioni, il fattore sono le gomme

Gestire al meglio le gomme è la chiave del successo in Superbike. Toprak e Rea in Australia hanno sofferto tanto, ecco perchè

Superbike, Pirelli

Gli appassionati Superbike discutono all’infinito sul regolamento tecnico. Limitatore, concessioni, pesi limite e prezzo della moto stradale tengono banco specie dopo la partenza fulminante della Ducati che da campione del Mondo in carica è ripartita con ancora più slancio facendo il vuoto nell’apertura in Australia. Ovviamente sono fattori di rilievo, ma ce n’è un altro di cui si parla troppo poco, e invece ha impatto sul risultato ancora più rilevante: le gomme. La Panigale V4 R evoluzione ’23 è un’astronave spaziale, non sembra avere punti deboli. Velocità di punta, accelerazione e maneggevolezza a Phillip Island hanno permesso ad Alvaro Bautista e Michael Rinaldi di fare gara a sè. Sono andate fortissimo anche le Rosse “satellite”, con Axel Bassani e Phillip Oettl piombati ad un soffio dalle posizioni da podio.

Gomme dure, gomme morbide

Per evitare problemi di cedimento strutturale su un tracciato mangia-gomme per via dei due velocissimi curvoni a sinistra Pirelli ha limitato l’allocazione a sole due scelte, entrambe SC1. Cioè coperture di carcassa e mescola molto dure. In gara-2 tutti i protagonisti sono partiti con la stessa identica soluzione, ma le Ducati sono andate bene in blocco, mentre le quattro concorrenti, chi più chi meno, hanno sofferto le pene dell’inferno. Jonathan Rea e Toprak Razgtalioglu a Phillip Island sono sempre andati fortissimo, stavolta sono usciti dai radar. Sul bagnato invece se la sono giocata. Rea avrebbe potuto vincere senza il serio guaio al blipper elettronico del cambio, Toprak è finito terzo, limitando in danni. Il turco è andato a podio anche in Superpole Race, l’unica corsa dov’era possibile utilizzare la SC0, cioè la gomma media.

Gomme dure tallone d’Achille

Laconico il commento di Marcus Bongers, direttore tecnico della BMW colata a picco: “Siamo andati male anche perchè la selezione di gomme era limitata”. In parole povere ha voluto dire che le soluzioni a disposizione non sono andate bene sulla M1000RR. Il vantaggio Ducati, e di Alvaro Bautista in particolare, è riuscire ad andare bene con ogni soluzione. Lo scorso anno l’iridato ha fatto la differenza sfruttando meglio di ogni altro la SCX, che era nata per la gara sprint ma adesso è diventata una morbida. Questo perchè i team, lavorando essenzialmente sulle calibrazioni elettroniche, sono riuscite a sfruttarla in modo che resista anche su distanze doppie, fornendo un extra grip rispetto alla SC0 (media). La Ducati, evidentemente, si è adattata al fattore gomme meglio e più in fretta delle altre. A Phillip Island l’allocazione era orientata sul “duro-durissimo”, ma la supremazia rossa è rimasta tale, mentre Yamaha, Kawasaki e Honda sono state prese in contropiede. Per non parlare di BMW…

Indonesia: perchè Toprak e Rea sperano

Nel prossimo week end a Mandalika l’allocazione sarà radicalmente differente, virata decisamente verso il soffice. Per il posteriore infatti torneranno disponibili sia la SC0 che la SCX-A (specifica B0800), mentre per la Superpole Race sarà utilizzabile anche la SCQ, la super soffice da qualifica. Sul tracciato indonesiano, con le medesime soluzioni, Toprak a novembre scorso fece tripletta. Quindi spera di potersi ripetere, ribaltando l’inerzia della tappa d’apertura. Che la Yamaha tornerà competitiva abbiamo ben pochi dubbi. Più delicata la situazione di Jonathan Rea: la Kawasaki assicura di aver lavorato a lungo, durante il precampionato, sulle calibrazioni elettroniche con soluzioni di gomma soffice, con risultati ottimi. La pista dirà se il gap dalla Ducati è stato recuperato.

Jonathan Rea la splendida biografia: “In Testa” disponibile su Amazon


Lascia un commento