2 Maggio 2017

Superbike Jonathan Rea corre contro la storia e il Sistema

Superbike Jonathan Rea corre contro la storia e il Sistema Anche questo campionato è già morto nella culla E il Cannibale può continuare ancora a lungo...

Jonathan Rea sta facendo a pezzi il Mondiale Superbike. Non è una novità, sono quasi tre anni  che va avanti così. Da quando è salito sulla Kawasaki  il 30enne nordirlandese ha totalizzato 31 vittorie e 54 piazzamenti sul podio in 60 gare.

Rea è una storia sportiva meravigliosa. Ma le corse, oggi, non sono solo sport, sono anche (e soprattutto?) uno spettacolo. Ecco perchè JR sta diventando nemico del Sistema. Promoter, organizzatori e TV vorrebbero gare movimentate, sorpassi e tanti vincitori. E invece c’è sempre un uomo solo al comando.

CANNIBALE – I due campionati precedenti sono morti nella culla e questo…uguale. A neache un terzo del cammino (4 round su 13 previsti) Rea ha già 84 punti di vantaggio su Chaz Davies, portabandiera Ducati, l’unico che sia riuscito a scalfire il predominio vincendo Aragon 2. Jonathan-Chaz doveva essere la madre di tutte le battaglie, invece siamo 7-1. Sconfortante. In Olanda, dove vince da sette corse di fila ed è imbattuto con la Kawasaki, Rea ha festeggiato il 45° trionfo, alla 200° gara della carriera. Se non avesse vivacchiato anni con la Honda CBR-RR, nella vana attesa di uno spiraglio in MotoGP mai arrivato, Jonathan adesso sarebbe già nell’empireo dei campioni. Ma ci può arrivare comunque. Troy Bayliss, 52 vittorie, e Carl Fogarty, 59, orami sono alla portata. Per diventare il più vincente della storia già in questa stagione, Rea dovrebbe vincerne 14 su 18 che restano,e sembra un po’ difficile anche per lui. Ma con un altro anno di contratto con Kawasaki, ogni traguardo è alla portata. Il terzo Mondiale è già in tasca, così nel 2018 JR1 potrebbe  superare King Carl per vittorie, e eguagliare i suoi quattro titoli iridati.

SCONFORTO – Il Sistema piange perchè il “problema” Rea non è di facile soluzione. La Dorna non può pensare di deportarlo a forza in MotoGP, perchè in top class la Kawasaki non corre e c’è  un accordo scadenza fine 2018 da rispettare. La Ducati aveva proclamato che questo 2017 sarebbe stato diverso, che il Mondiale che manca dal 2011 (Carlos Checa) sarebbe tornato a Borgo Panigale. Invece, dopo appena 4 round, i sogni sono già sfumati. Le vittorie di Chaz Davies nel finale di scorsa stagione avevano illuso. La Ducati aveva cominciato a vincere a raffica quando il primato di Rea era già al sicuro, a tal punto che la Kawasaki ha usato le ultime gare per sviluppare il nuovo sistema di alimentazione senza farfalle sdoppiate, identico alla stradale. Doveva essere l’arma regolamentare anti Kawasaki, invece è stato un boomerang. E’ sempre stato così: più limiti mettono, più le Case impegnate a fondo riescono – con investimenti e ricerca – a superarli, rendendo di fatto le misure regolamentari non solo inefficaci, ma controproducenti. Finchè la Kawasaki sarà coinvolta al mille per mille in Superbike, sarà difficile scalfirne il potenziale.

La Dorna avrebbe una soluzione: convincere la Kawasaki a tornare in MotoGP, magari portandosi dietro Rea. Allora si che le avversarie e le TV tirerebbero un respiro di sollievo. Ma non succederà, almeno non a così breve scadenza. Per cui Rea continuerà a vincere. Abituatevi.

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