11 Luglio 2021

Superbike: Ducati V4 ora è crisi, solo con Alvaro Bautista vinceva a raffica

Nel 2019 con la Panigale V4 R Alvaro Bautista vinse 16 volte, tutti gli altri piloti Ducati in due anni e mezzo sono a quota 13. Quanto pesa il fattore pilota?

Superbike, Ducati

Per la Ducati doveva essere la stagione della verità, invece il titolo Superbike rischia di restare un miraggio anche stavolta. Ad un terzo del cammino Scott Redding è a -66 punti dal nuovo leader Toprak Razgtalioglu e a -64 da Jonathan Rea che a Donington ha buttato via un tesoro scivolando tre anni dopo l’ultima volta. Rimontare due piloti così in forma sarà estremamente difficile, a meno di non cominciare a vincere a raffica. Servirebbe un filotto come quello di Alvaro Bautista due anni fa: undici consecutive all’inizio del Mondiale, con la Panigale V4 R al debutto, e sedici in totale. Okay, lo spagnolo dall’estate in avanti cominciò a cadere facendosi rimontare da Jonathan Rea, ma è un dato di fatto che tutti gli altri piloti che hanno guidato la stessa moto, in due anni e mezzo, non abbiano ancora vinto tutti insieme quanto lui. Redding è a quota sette, Rinaldi tre, Davies due. Fanno tredici vittorie,  contro sedici di Bautista. I conti non tornano.

Ducati precipita in tutte le classifiche

Nell’ultima tappa, a Donington, nessun pilota Ducati è riuscito ad andare a podio. Neanche Scott Redding che qui nel 2008 aveva firmato il primo successo mondiale a soli 15 anni, in 125GP. Due anni fa nel British, con la stessa moto, aveva fatto faville. Un disastro che ha fatto precipitare la marca italiana sia nel campionato piloti che in quello Marche,  dove adesso Ducati (174 punti) è terza dietro Kawasaki (191) e Yamaha (187). Anche BMW sul tracciato inglese è andata assai meglio della Rossa.

Alti e bassi 

Com’è possibile che la stessa Panigale V4 R che a Misano aveva fatto la voce grossa con uno spettacolare Michael Rinaldi (due vittorie e un secondo posto) a Donington sia affondata nelle posizioni di rincalzo? “Non capiamo perchè il rendimento cambi così radicalmente da una pista all’altra, la nostra finestra di rendimento ottimale è molto stretta” ripetono all’unisono Redding e Rinaldi. Ma, guardando al passato, la situazione tecnica attuale non ha spiegazione. Con la stessa moto al debutto, cioè ad uno stadio di sviluppo assai primordiale rispetto ad oggi, Alvaro Bautista vinceva a raffica,  spesso infliggendo distacchi pesantissimi a Jonathan Rea. Okay, da allora gli avversari hanno fatto passi avanti: Kawasaki, Yamaha e BMW hanno radicalmente aggiornato le moto 2019, quindi il livello generale è cresciuto in maniera esponenziale. Ma neanche la Ducati è rimasta con le mani in mano, l’impegno del reparto corse diretto da Luigi Dall’Igna  è al massimo livello.

Incidono le gomme?

Non è dato sapere se in Ducati abbiano scoperto dov’è la magagna.  Un’ipotesi potrebbe essere legata alle gomme. La Pirelli, specie nell’ultimo anno, ha spinto forte per sviluppare la SCX, la soluzione morbidissima che era stata progettata per la Superpole Race di soli dieci giri. Adesso, con la stessa soluzione sempre più evoluta, alcuni piloti riescono a correre anche le gare normali. Con temperature d’asfalto alte e particolari condizioni di grip, come a Misano e Donington, Toprak Razgatlioglu e la Yamaha con la SCX hanno preso il volo. Lo stesso fattore è stato decisivo per Rinaldi a Misano. Redding con la SCX non si trova: “Sono troppo pesante per una gomma così soffice”. Tanto da aver chiesto che fosse utilizzabile solo nella gara sprint, inutilmente. Intanto anche questo Mondiale sta scappando di mano.

Jonathan Rea “In Testa, la mia autobiografia” In vendita anche su Amazon Libri

Lascia un commento

4 commenti

  1. FRA 1988 ha detto:

    Il fattore pilota conta tantissimo e Redding-Rinaldi non sono campioni di livello. Scott ha vinto il British Sbk ma il livello è nettamente inferiore al Mondiale.
    Bautista vince un titolo 125 cc ma non ha mai mostrato di essere un fuoriclasse continuo nei risultati,pagando la sua netta discontinuità di risultati. Vincere? No,la Ducati deve andare a caccia di Razgatlioglu se vuole tornare
    ad avere un top rider.

    • Mattia B. ha detto:

      quel che è certo, il divorzio tra Alvaro e la Ducati è stato deleterio per entrambi. Aggiustando due cosette sulla moto l’anno successivo avrebbero dominato.
      Non so chi ha le colpe più grandi, però la Ducati prima o poi tornerà a vincere, Alvaro invece si è giocato l’unica possibilità di scrivere il suo nome nell’albo doro della SBK.

      • FRA 1988 ha detto:

        Il fattore economico è stato determinante negli adii di Dovizioso e Bautista.

  2. Anonimus ha detto:

    Solito titolone….. Il “disastro” lo vedete solo voi e vorrei ricordarvi che da qualche anno ormai Ducati è l’unica capace di vincere gare con entrambi i suoi piloti, l’anno scorso addirittura con 3…. la differenza la fa il pilota e le gomme purtroppo.