28 Luglio 2016

Superbike Dorna corteggia Bridgestone come nuovo gommista unico?

Il gran capo Hiroshi Yamaha era a Laguna Seca. Ufficialmente per il bando monogomma MotoAmerica. Ma da qui al 2018 chissà...

Cosa faceva a Laguna Seca per la Superbike il gran capo della Bridgestone Hiroshi Yamada? Ufficialmente era in California per farsi un’idea dei termini del bando di gara per la monofornitura del MotoAmerica, visto che Dunlop è in scadenza. Ma che Yamada abbia scelto proprio Laguna Seca forse non è casuale. Forse voleva dare  un’occhiata anche al Mondiale? Probabile…

MotoAmerica è gestito da una società che fa capo all’ex iridato Wayne Rainey ma la Dorna appoggia l’operazione in ogni modo, e non è fantasioso pensare che le trattative di alto livello, come quella per il gommista unico, siano gestite in prima persona dagli spagnoli. E’ trapelato, per esempio, che la società che prenderà il posto di Dunlop dovrà partecipare in maniera diretta alla promozione del MotoAmerica, che sta un po’ languendo: la formula non ha preso lo slancio che i promotori si aspettavano e siamo ancora ben lontani dai fasti dell’Ama Superbike di una volta.  In MotoGP l’azienda giapponese investiva moltissimo in iniziative collaterali, avvalendosi di testimonial d’eccezione come Valentino Rossi.

Ma l’operazione MotoAmerica potrebbe anche essere vista come propedeutica allo sbarco nel Mondiale Superbike. L’accordo Dorna-Pirelli scade a fine 2018, quindi Bridgestone ha tutto il tempo per una tranquilla pianificazione. A livello tecnico non ci sono problemi, Bridgestone sbanca da anni il campionato nipponico e la 8 Ore, per cui la specifica esperienza sulle Superbike non difetta. Dorna e Yamada hanno una strettissima relazione, collaudata in sette stagioni di fornitura MotoGP e l’arrivo di partner di questa dimensione contribuirebbe a ridare slancio alla serie. Negli ultimi tempi Pirelli ha fatto trapelare  dissapori con Dorna su vari fronti: tecnici, strategici e pubblicitari. Ai tempi di Flammini il gommista italiano aveva mano libera ed era praticamente padrone del paddock. Adesso, con il nuovo règime, anche l’aria che si respira ha un prezzo.  Pirelli è fornitore unico dal 2003, da quando è partito il monogomma. Bridgestone potrebbe rompere il monopolio.  Il Mondiale sembra destinato a diventare sempre meno italiano-dipendente.

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2 commenti

  1. Dlindlon ha detto:

    Questa è l’ulteriore dimostrazione che Dorna non conosce altro che il SUO – collaudato – modus operandi e non fa altro che applicarlo anche al campionato delle derivate di serie. Stessi schemi e stesso modo do gestire i rapporti con i partner commerciali. Per carità, è ovvio che non si corre solo per la gloria ma che ci debba essere anche un ritorno. Ma il modo di essere e di fare di Don Carmelo & Co. è incompatibile a prescindere con lo spirito e le tradizioni di un campionato che fino a pochi anni fa era la vera ed unica alternativa al mondiale prototipi. Dorna può mettere tutti i Gregorio Lavilla di sto mondo come Direttore Sportivo della WorldSBK ma è chiaro che – col senno di poi – si tratta di uno “yes man” e basta. Ripeto, i conti devono tornare ma c’è modo e modo. I mercanti spesso se ne fregano di storia e tradizioni.

  2. l.zecchin_417 ha detto:

    Bene andiamo per ordine: Pirelli ha livellato verso il basso le performance
    delle SBK ma con poche spese e cerchi da 17″
    Bridgestone ha tutt’altro materiale e su cerchi da 16.5″ ma con costi completamente diversi, non credo che i team privati possaano servirsi del gommista nipponico senza aiuti economici di Dorna…
    Poi il cambiamento è esicuramente spettacolare alza il livello e si rimescolano le carte…
    Di dorna e Don Carmelino c’è poco da dire quest’ultimo è inquisito e perseguito per frode fiscale e resta in piedi grazie a fantomatiche sedi offshore alle isole vergini e uno stuolo di avvocati che riuscirebbero a processare Maria Teresa di Calcutta come nazista,,,,,