31 Gennaio 2016

Provaci ancora Vale Rossi!

Rossi torna in pista in Malesia. A 37 anni può ancora vincere il decimo Mondiale. Contro avversari fortissimi: mancava solo Stoner

Bisogna dimenticare le cattiverie, i fantomatici biscotti e il veleno piovuto a fiumi. Valentino Rossi, meglio seppellire tutto (o almeno provarci…) e ricominciare a guardare dritto negli occhi gli avversari. Come succede da ventuno anni a questa parte. Fra poche ore si torna in pista per il primo assaggio della rivincita MotoGP 2016. Un bel colpo di spugna e via. C’è il decimo Mondiale da provare a vincere a  (quasi) 37 anni, contro avversari sempre più forti.  Il Mago Rossi può ancora farcela.

ANNO ZERO – La MotoGP entra in una nuova era tecnica: cambiano le gomme, da Bridgestone a Michelin, e il software di controllo veicolo sarà uguale per tutti, con minori possibilità di regolazione rispetto alle sofisticatissime elettroniche in uso fino a novembre scorso. Bisognerà dimenticarsi i precedenti riferimenti, ripartire da zero. L’esperienza di Vale potrebbe avere un peso considerevole. Soprattutto il fattore Michelin potrebbe giocare a favore. Le coperture francesi, almeno al momento, non permettono ingressi in curva estremi, “alla Marquez”. Bisognerà frenare prima e guidare più rotondi, specialità di casa Rossi. Ovviamente non basteranno i tre giorni di Sepang per capirci qualcosa, forse neanche le nove giornate di collaudo previste tra Malesia, Australia e Qatar. Anno scorso, nei test, Marquez andava così forte che in sala stampa ci chiedevamo se le avrebbe  vinte tutte. Poi abbiamo visto com’è andata. Il campionato d’inverno scalda i sogni, ma poi sono i GP a scrivere la classifica.

POLLAIO YAMAHA – Jorge Lorenzo, il compagno di box, ha vinto il Mondiale ma non ha scalfito il carisma di Valentino Rossi, sempre più motore (anche nel business) di questa MotoGP. Jorge ha rinunciato al privilegio del numero 1 restando fedele al solito #99. Motivi commerciali, certo. Ma anche un segnale: nel box Yamaha ci sono due talenti che ripartono alla pari, con staff tecnici separati. Non ci saranno muri (almeno all’inizio…) e ciascuno, come sempre, andrà per la sua strada. Alla presentazione ufficiale del team si sono stretti appena la mano, con lo sguardo rivolto da un’altra parte. Non serve che siano amici, basta che si rispettino.

FATTI LORO – E lo stesso vale per Marc Marquez. Dopo quanto è successo tra Sepang e Valencia, pochi mesi fa, Rossi considera il ragazzino uno che gioca sporco. Ci sta, le rivalità – anche ferocissime – non sono una novità nelle moto. Che se la vedano tra loro, come e dove vorranno. La speranza è che da fuori non si soffi sul fuoco. Essere italiani non significa dover odiare Marquez, parlo di certi tifosi ma anche di certa stampa. Che, per interesse e piaggeria, ha raccontato il bollente finale 2015 senza  capacità critica, adeguandosi tout court alle versioni di Rossi. Recuperare l’obbiettività e abbassare i toni, rispettando TUTTI, è un impegno che i media non dovranno derogare. Vale è un campione infinito, se vince farà felice l’ottanta per cento dei milioni di appassionati che non Mondo, non solo in Italia, sono innamorati delle corse. Rossi non ha bisogno di difensori d’ufficio. Sa mordere benissimo da solo.

MANCAVA CASEY – Il fantastico ritorno di Casey Stoner sulla Ducati è stato il raggio di sole che, come d’incanto, ha riportato la MotoGP nel suo alveo naturale. Sfida, follia, prestazioni, come deve essere. Ufficialmente l’australiano è tornato dopo tre anni sabbatici per fare lo “special tester” ma non ci crede nessuno. Stoner ha voglia di impartire lezioni, di tornare al comando del branco. E potrebbe anche succedere: la Desmosedici 2007-2010 era una belva inferocita che solo lui ha saputo domare, e a soli 30 anni Casey ritrova una Ducati migliorata sotto tutti gli aspetti. Tanto che dopo appena un solo giorno d’assaggio si sente già pronto per confrontarsi con tutti. E’ indubbio che nel mirino di Stoner ci sia soprattutto lui, Valentino Rossi, l’eterno nemico. Mancava solo Stoner…

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