2 Maggio 2013

Noriyuki Haga, il ristorante può attendere

Noriyuki Haga ha firmato pochi giorni fa. Cosa? Il contratto d’ affitto di  un elegante locale a Milano dove presto aprirà un ristorante. Cucina giapponese, ovviamente. Zona cool, chef pluristellato strappato alla concorrenza: Nori è un imprenditore esigente, come quando era pilota del Mondiale e faceva impazzire gli ingegneri per cercare il pelo nell’uovo. Sembrava […]

Noriyuki Haga ha firmato pochi giorni fa. Cosa? Il contratto d’ affitto di  un elegante locale a Milano dove presto aprirà un ristorante. Cucina giapponese, ovviamente. Zona cool, chef pluristellato strappato alla concorrenza: Nori è un imprenditore esigente, come quando era pilota del Mondiale e faceva impazzire gli ingegneri per cercare il pelo nell’uovo.

Sembrava il capolinea per uno dei giganti della Superbike. Invece tra giugno e luglio il Samurai lascerà per un po’  i tavoli del ristorante per tornare alla 8 ore di Suzuka. Che gara, e che squadra: Haga farà parte del dream team Suzuki insieme all’icòna della 500 Kevin Schwantz e all’amico Yukio Kagayama. Un terzetto di vecchi fuoriclasse pazzi: Nori ha 38 anni, Yukio 39 mentre  Schwantz ne fa 49 il 19 giugno e si è ritirato a metà 1995 per troppe fratture. Più che sport,  è una sfida al tempo. E bisogno di velocità, adrenalina e amore del rischio  che nei piloti non tramontano mai. Neanche dopo gli anta.

Noriyuki Haga è nato a Nagoya (Giappone) il 2 marzo 1975. Vive a Milano, in zona San Siro, con moglie e due figli.

Non avete mai sentito parlare di Haga? Cosa vi siete persi. Noriyuki è stato il più italiano dei piloti giapponesi: da quando sbarcò in pianta stabile al Mondiale, nel 1997, vive tra la Brianza e Milano. Nei primi tempi si faceva capire a gesti, poi cominciò a masticare qualche parola tra quelle che sentiva ripetere più spesso nel paddock. Immaginate quali.  Ora parla italiano meglio di parecchi brianzoli.

Ha disputato 312 corse vincendone 43, poche in meno dei più grandi di sempre: Carl Fogarty 59, Troy Bayliss 51. Haga però non ha mai vinto il Mondiale, sprecandone almeno un paio. Il primo nel 2000, quando pagò cara la squalifica per assunzione di efredina trovata in dimagrante.  Nove anni più tardi cadde ad un passo dal traguardo consegnando l’iride a Ben Spies nella finalissima di Portimao.

E’ stato un perdente di enorme successo. Perchè Haga è piaciuto al primo colpo per quel senso del limite tutto personale, i colpi da fuoriclasse e le mille pazzie che fanno perdere i Mondiali ma incendiano l’amore degli appassionati. Lanciato dalla Yamaha ha corso pure con Aprilia, anche in MotoGP, e con Ducati.  Reduce dalla  fallimentare esperienza nel campionato britannico con la Yamaha ufficiale Noriuyki in inverno era stato cercato da AlphaTechnick, struttura bavarese che fino all’anno scorso ha gestito le S1000RR ufficiali. Ma poi non se n’è fatto  nulla.  Haga sembrava destinato a diventare ristoratore a tempo pieno. Invece

Sarà un ritorno da star proprio a Suzuka, il giardino di casa.  Non solo perchè Haga è originario di Nagoya, 60 chilometri di distanza. Qui ha  firmato alcune tra le imprese più belle: nel 1996 vinse la stessa 8 ore con la Yamaha in coppia con Colin Edwards. Due anni più tardi finì terzo al debutto in 500 con la Yamaha YZR nella gara vinta da un certo Max Biaggi. Neverending story.

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