1 Gennaio 2023

MotoGP: ecco perchè la sprint race al sabato sarà un successo

La gara sprint sarà la grande novità della MotoGP '23: nel paddock i detrattori non mancano, ma al pubblico piacerà moltissimo

MotoGP, Sprint Race

La MotoGP quest’anno lancia una novità epocale: l’introduzione della gara sprint alle ore 15 del sabato. Ciascuno dei 21 GP in calendario avrà quindi un succoso antipasto, offrendo agli appassionati la possibilità di godere di un extra show durante una stagione che comprenderà la bellezza di 42 sfide. Fin dal momento dell’annuncio, fra piloti e team manager i contrari hanno ampiamente soverchiato i favorevoli. Ma non c’è da stupirsi.

Rivoluzione? Si grazie!

Il motociclismo è uno sport di conservatori, quasi sempre le novità sono state dipinte come disastri incombenti, salvo poi cambiare idea di fronte ai fatti. Il caso più clamoroso è stata l’adozione del monogomma che Maurizio Flammini decise nel 2003 per salvare il Mondiale Superbike che era caduto ostaggio dei gommisti. Apriti cielo, per mesi si disse che il campionato sarebbe morto, il paddock al 90% era contro. Le Case giapponesi si ritirarono in massa lasciando la Ducati l’anno dopo a correre praticamente da sola. Come sia andata è storia: il fornitore unico è una delle chiavi del successo Superbike e successivamente è stato adottato anche da F1 e MotoGP. Oggi è percepito dovunque come assoluta normalità. Succederà lo stesso per la gara sprint.

Bando alle ciance

Correre 42 gare invece di 21 (che già sarebbero tante…) alza il coefficiente di difficoltà, aggiunge variabili e rischi. Quindi, di riflesso, aumentano l’interesse del pubblico in circuito ma soprattutto l’offerta delle TV. I milioni che Dorna incassa dai diritti televisivi tengono in piedi l’intera baracca. Se gli ascolti diminuiscono, il valore scende e tutto il sistema va in crisi. La top class di questi tempi non ha piloti carismatici e trascinatori com’erano Valentino Rossi, Casey Stoner o Jorge Lorenzo. L’unica vera star superstite è Marc Marquez, ma chissà se tornerà il vincitore seriale che riavvicinerebbe alla MotoGP anche un pubblico più generalista. Un’iniezione di adrenalina era assolutamente necessaria, e Dorna l’ha pensata giusta, seguendo l’esempio della Superbike, che la sprint race l’ha adottata nel 2019, e soprattutto della F1. Anche nelle auto la corsa breve aveva suscitato mugugni, ma dopo gli esperimenti 21-22, in tre soli GP, quest’anno se ne correranno sei.

Il pubblico apprezzerà

Con l’introduzione della gara sprint ciascuna delle tre giornate di ogni singolo week end regalerà dei verdetti. Il venerdi restano due sessioni, ma dalla combinata usciranno i dieci ammessi alla Q2, la fase decisiva della qualifica, che resta al sabato e deciderà lo schieramento del GP. La corsa aggiuntiva partirà alle 15:00, su metà distanza rispetto al GP, quindi circa 20 minuti di show. Non varrà per la definizione dello schieramento del GP, a differenza della Superpole Race in Superbike, ma assegnerà punti pesantissimi: 12 al primo, 9 al secondo, sette al terzo e così via fino ad un punto per il nono classificato. Con 252 punti in palio, il fattore “sprint race” avrà un’importanza capitale nella sfida Mondiale. Dunque ci saranno non solo più azione, ma più vincitori e soprattutto più sconfitti, a vantaggio dell’interesse generale. Dal nostro punti di vista di appassionati, non esistono controindicazioni. Per i piloti e i team è un problema un più? Benissimo, è proprio questo il bello.

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