23 Settembre 2017

MotoGP: Adesso chi si ricorda più del soldatino Michael van der Mark?

Iridato Supersport 2014, tre vittorie alla 8 Ore di Suzuka, ufficiale Yamaha In SBK: l'olandese che avrebbe dovuto sostituire Rossi è già dimenticato.

 “Giovane velocissimo”, “Meritava un’occasione così”, “Premiato per il trionfo alla 8 Ore di Suzuka”. Quando, il giorno dopo Misano,  Yamaha fece sapere che Michael van Der Mark avrebbe sostituito Valentino Rossi due settimane dopo ad Aragon, furono in tanti a salire sul carro del 24enne olandese campione del Mondo Supersport 2014. Adesso, tornato il titolare, nessuno si ricorda più di lui. Il figlio di un camionista è finito nel ripostiglio delle corse. Un soldatino con cui nessuno gioca più.

Lasciate perdere per un attimo il miracoloso ritorno del Doctor e immaginate la delusione che sta vivendo Michael. Per dieci giorni ha accarezzato il sogno di salire per la prima volta sulla MotoGP. Una Yamaha ufficialissima, coccolato da uno staff tecnico fra i più titolati del paddock. Per uno che corre da due anni in Superbike, senza aver ancora vinto, l’dea di metter piede nel Motomondiale entrando dalla porta principale era entusiasmante. E invece passerà il week end di Aragon a fare comparsate nelle cabine dei commentatori. A parlare delle imprese degli altri, invece di far parlare di sé.

Michael è stato preso a schiaffi. In prima istanza dalla stessa Yamaha che non si capisce perché si sia affrettata a diramare il nome del sostituto sapendo che Valentino avrebbe fatto di tutto per rientrare in Spagna, e che una minima opportunità c’era. Avrebbero potuto tenere van der Mark in preallarme, e annunciarlo – eventualmente- a rinuncia del titolare acquisita. Non sarebbe cambiato niente all’atto pratico, ma sarebbe stato assai più rispettoso per un pilota che ha comunque vinto un Mondiale e che la stessa Yamaha ha da poco riconfermato come pilota ufficiale Superbike 2018. Sperano che diventi la colonna del progetto, un vincente. E lo trattate così?

Per ammorbire la delusione, forse, sarebbe bastato poco. Magari un piccolo ringraziamento da parte di Valentino Rossi. Ma nel turbinio del rientro, anche il Doctor si è scordato di quel ragazzino allampanato e triste nell’angolo del box. Peccato.

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