Superbike: E’ l’ora della rinascita
La nuova Ducati e il ritorno di BMW e Honda stanno riaccendendo l'entusiasmo verso il campionato più amato dagli appassionati
“Non vedo l’ora di partire per l’Australia!”. Stefano Cecconi, proprietario del team ufficiale Ducati, ha interpretato l’entusiasmo generale che sta montando nell’attesa della Superbike 2019 che scatterà il 23-24 febbraio da Phillip Island. Il numero uno della internet company italiana scalpita per vedere in azione la nuova V4R, Ma anche noi semplici appassionati stiamo tornando ad appassionarci ad un campionato che ultimamente si era fatto vedere e leggere più per le cose che non andavano, o non piacevano, che per le imprese in pista.
Rea non era il problema
Ducati non è la sola novità, sono tornate a giocare sul serio BMW – anche i tedeschi schiereranno una moto nuovissima e molto ambiziosa – e perfino Honda HRC, che mancava da sedici, lunghi anni. Adesso, ci avete fatto caso?, non si parla più dei quattro Mondiali consecutivi di Jonathan Rea come fossero il male assoluto. Anzi, il Cannibale è lo stimolo per i tanti che aspirano e sperano di poterlo battere. Esattamente come Marc Marquez: anche lui ha vinto 4 Mondiali MotGP sui 5 cui ha partecipato ma nessuno lo ha mai additato come la rovina dello show. Non era Jonathan il problema, ma l’impalpabilità di avversari già battuti in partenza.
Il gioco sta tornando duro
E’ bastato che Ducati, BMW e Honda tornassero ad investire forte per ridare smalto e interesse alla Superbike. Con il livello della competizione tornato al top anche quelli che prima sembrano difetti, o scelte sbagliate, vengono viste attraverso nuova luce. Prendete l’introduzione della gara sprint, la terza sfida aggiuntiva che si correrà la domenica mattina. Okay, per piloti e squadre sarà una bega in più, piena di rischi e complicazioni. Ma per noi che guarderemo, sarà un’aggiunta di adrenalina e colpi di scena: alzi la mano chi non aspetta a gloria di vedere che combineranno in questa mini sfida su appena dieci giri.
E se vincerà ancora lo stesso?
Rea che dominava, diciamoci la verità, era un comodo alibi per avversari. Quante volte abbiamo sentito il ritornello “La Kawasaki corre solo in Superbike, è una moto di un altro pianeta”. Adesso sarà diverso. La Ducati, a digiuno da otto anni, deve tornare a vincere, per forza o per amore. La BMW, con quello che sta spendendo, non si potrà nascondere e la Honda HRC, il reparto corse più potente del globo, deve cancellare l’onta di anni neri della CBR-RR. Per non parlare di Yamaha, che ha una R1 ormai poco distante dall’astronave Kawasaki. Magari dopo 3-4 round capiremo che Rea e la Kawasaki sono ancora imbattibili, ma stavolta nessuno potrà dire che trionfa contro nessuno. Adesso la competizione c’è, almeno sulla carta. Buon divertimento!
Foto: WorldSBK
2 commenti
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Caro Paolo, francamente mi sfugge il motivo dell’entusiasmo di questo articolo, almeno a fronte dello scetticismo e lo scoramento degli ultimi mesi. Ducati, Honda e Bmw sulla carta affilano le lame ma hanno ancora tutto da dimostrare: le moto hanno bisogno di sviluppo e pure i piloti non convincono, difficile che possano dire la loro nella prima parte di campionato. Rea intanto domina i test e non si vede chi possa impensierirlo. Anche i tanto apprezzati colpi di genio di Dorna, come la miniterzagarachedapuntimanonesiste sono ancora li. Sinceramente, a parte la speranza che è l’ultima a morire non vedo proprio cosa ci sia da entusiasmarsi.
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