19 Ottobre 2014

Michelin trionfa nell'Italiano SBK e in MotoGP l'aspettano a gloria

La Bridgestone finisce di nuovo all’indice nella MotoGP in Australia e poche ore dopo al Mugello la Michelin trionfa nel campionato italiano Superbike con Ivan Goi. Ha il sapore del cambio di testimone tra l’attuale fornitore della top class e il gigante francese che dal 2016 ne prenderà il posto. La Michelin manca dalla MotoGP […]

La Bridgestone finisce di nuovo all’indice nella MotoGP in Australia e poche ore dopo al Mugello la Michelin trionfa nel campionato italiano Superbike con Ivan Goi. Ha il sapore del cambio di testimone tra l’attuale fornitore della top class e il gigante francese che dal 2016 ne prenderà il posto. La Michelin manca dalla MotoGP da fine 2008, quando venne istituito il regime monogomma da allora in mano ai giapponesi.

Ivan Goi (Ducati) campione italiano SBK 2014

SOFFERENZA  – Stavolta alla Bridgestone è andata un pelino meglio del 2013 quando per il rischio di cedimenti  venne imposto il cambio di moto obbligatorio nella gara accorciata di un terzo. Phillip Island, coi suoi velocissimi curvoni tutti a sinistra, è il tracciato più severo per le gomme e quest’anno il costruttore ha portato posteriori dure come sassi e l’anteriore a mescola differenziata. Ma la figuraccia c’è stata comunque perchè fuoriclasse come Jorge Lorenzo (venerdi) e Marc Marquez (mentre stava dominando) hanno perso improvvisamente l’anteriore come fossero sul bagnato. Lo stesso Lorenzo ha finito la gara con l’anteriore a pezzi. Valentino Rossi è stato superlativo, anche nella capacità di adattarsi alla difficile situazione,  ma i problemi Bridgestone hanno comunque condizionato il risultato.

PREPARAZIONE – La Michelin sta lavorando sodo perchè dal 2016 non succeda. L’impegno diretto nel tricolore serve per accumulare esperienza e il successo di Goi significa che i francesi sono sulla strada giusta. Piero Taramasso, ingegnere italo-francese responsabile sviluppo, ci svela a che punto siamo.

Piero Taramasso responsabile sviluppo Michelin

Tutti i costruttori impegnati in MotoGP (Yamaha, Honda, Ducati e la Suzuki che torna nel 2015, ndr) hanno già avuto modo di saggiare le nostre gomme e i risultati sono stati ben superiori alle nostre previsioni. Il primo step è stato adattare le moto alla nuova misura da 17 pollici, invece della 16”5 attualmente in uso. Per montare gomme più grandi è necessario cambiare radicalmente il set up e posso dire che siamo in vantaggio sulla tabella di marcia.”

Come si spiega che la Bridgestone continui ad avere problemi a Phillip Island?

“E’ una pista molto difficile per le sue caratteristiche. Lì è necessario disporre di gomme che assicurino una buona prestazione e un rendimento costante: sono le prerogative su cui stiamo indirizzando tutti i nostri sforzi.”  

Le gomme del CIV sono le stesse che introdurrete in MotoGP?

La filosofia di base è uguale  ma in top class gli stess termici e meccanici sono ben maggiori. Quindi servono mescole che evitino l’eccessivo riscaldamento del battistrada e problemi di usura. Ci danno una mano i sistemi elettronici di controllo trazione che sulle MotoGP sono particolarmente sofisticati.”

Qual è la dimensione dell’impegno Michelin nell’Italiano?

“Siamo presenti dal 2010 ma abbiamo intensificato gli sforzi la passata stagione. Siamo in pista con dieci tecnici, compreso un chimico che si occupa delle mescole in base alla composizione e natura dell’asfalto di tutti i circuiti. Abbiamo cinque piloti assistiti in forma diretta, più una-due “wild card” per round. Al Mugello abbiamo portato 500 gomme, con una decina di soluzioni disponibili. Abbiamo fatto la differenza sul bagnato e sull’asciutto.”

Nel 2015 continuerete a correre nel CIV?

“Si, il programma va avanti con le stesse prerogative. Abbiamo un titolo da difendere.”

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