17 Febbraio 2017

Maverick Vinales, il Top Gun che sta bombardando la MotoGP

Maverick Vinales sempre più campione d'inverno. Rossi arranca ma lo spagnolo avverte: "Sottovalutare Valentino sarebbe un errore imperdonabile".

Può Maverick Vinales, il più giovane e meno titolato tra gli assi della MotoGP, abbattere in un colpo solo i giganti Valentino Rossi e Marc Marquez? Possibile, a giudicare da come stanno andando i test invernali.

Da quando è salito sulla Yamaha, a soli 21 anni, lo spagnolo è ogni volta più convincente. Miglior tempo al debutto a Valencia, di nuovo davanti a tutti in Malesia e in Australia, con un sensazionale 1’28”549 la miglior prestazione (e non di poco) di questa nuova era MotoGP segnata dall’elettronica uguale per tutti e il monogomma Michelin.

La fuga di Jorge Lorenzo in Ducati sembrava aver tolto un peso a Rossi. La prospettiva era avere finalmente campo libero in Yamaha con un compagno poco esperto da tenere sotto l’ala senza pericoli. Anche Marquez poteva sperare che i giochi di mercato gli avrebbero spianato la strada verso il sesto Mondiale. Invece sta emergendo che il nuovo binomio Vinales-Yamaha può scombinare i piani di entrambi.

Valentino non ha mai sottovalutato il pericolo ma fino a poco tempo fa ne parlava sorridendo. “Maverick? Sarà una bella bega”. In Australia il clima è cambiato. Il primo giorno c’è stata la piccola schermaglia per la scia che Rossi ha sfruttato mezzo giro prima che il giovane ex allievo mangiasse la foglia. Con tanto di cane che fiuta il pericolo esposto sulla lavagna dal muretto Yamaha lato Vinales. Giovedi, dopo aver incassato 8 decimi dallo sfrontato neo-compagno, Rossi ha evitato con cura di nominarlo, usando un generico “lui”. E, con l’abituale sottigliezza verbale, ha provato a ridimensionarne il potenziale. “Lui è veloce con le gomme nuove, poi cala. Il vero pericolo è Marquez, molto più veloce sul passo gara”. A chi gli chiedeva se non si sentisse un po’ sotto pressione, Valentino ha risposto con lo sguardo fiammeggiante dei momenti di battaglia. “I test servono per prepararsi, sono abituato ai compagni forti, anche l’anno scorso c’era da soffrire (contro Lorenzo, ndr). Io lavoro per farmi trovare pronto per il Qatar”. Dove, il 26 marzo, si apriranno le ostilità.

Che Vinales sia più veloce sul giro è ormai inconfutabile. Ma la gara è un affare più complicato e sarà interessante verificare se le migliori armi di Valentino, cioè esperienza, abitudine al corpo a corpo e la giusta cattiveria agonistica, basteranno a riequilibrare il confronto. Vinales si non fida. “Ho visto che ha fatto parecchie prove, sta cercando la sua strada. Sottovalutarlo sarebbe un errore madornale”.

Il problema, in chiave rossista, è che Maverick non è così acerbo. Appena arrivato se la sta già giocando non solo di talento, ma anche con strategia e arguzia. L’intento, da quando è salito sulla M1, è stare davanti ogni volta martellando l’autostima del pilota più vincente dell’era moderna. Fuori dal ring Maverick non è istrionico, tiene gli occhi bassi, ma non parla a vanvera. “Io e Marquez gli sfidanti per il Mondiale? Sarebbe bellissimo”. 

Intanto in Yamaha, memori delle frizioni Rossi-Lorenzo, incrociano le dita. “Siamo abituati ad avere due piloti forti nel box, sappiamo cosa fare e come regolarci” minimizza il capo delle corse Lin Jarvis.

Valentino ha ragione nella valutazione delle forze in campo. Con questa Honda che sta trovando stabilità tecnica, Marquez in Australia sta andando più veloce di Vinales con gomme finite. Ma la sfrontatezza del terzo incomodo potrebbe rivelarsi un fattore: tra Vale e Marc lui è quello che ha meno da perdere. Ma non andrà allo sbaraglio “perchè la mia priorità sarà non sbagliare neanche una volta”.

I due anni con la Suzuki sono stati una buona scuola per la mina vagante della MotoGP. Nel 2015 ha fatto esperienza senza affanni e l’anno scorso ha battezzato la prima vittoria a Silverstone (sua e della moto) con un brillantissimo 4° in campionato dietro Marquez, Rossi e Lorenzo. Con la Yamaha, la MotoGP più equilibrata del lotto, era scontato che il piccolo Top Gun arrivasse in rotta di collisione coi soliti noti. Sarà una MotoGP supersonica.

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