11 Novembre 2014

Macao GP, quei matti a 260 km/h tra i grattacieli

“Il Tourist Trophy è veramente affascinante, ci ho girato con una Yamaha R1 stradale ma non ci correrei mai, troppo rischioso.” Okay Valentino Rossi, se ti sembra pericoloso il Mountain Circuit, dai un’occhiata al video qua sotto… Circuito di Guia, Macao GP.  Dal 1967 i sei chilometri di gran lunga più pericolosi della moto. Qui […]

Il Tourist Trophy è veramente affascinante, ci ho girato con una Yamaha R1 stradale ma non ci correrei mai, troppo rischioso.” Okay Valentino Rossi, se ti sembra pericoloso il Mountain Circuit, dai un’occhiata al video qua sotto… Circuito di Guia, Macao GP.  Dal 1967 i sei chilometri di gran lunga più pericolosi della moto. Qui si vola tra muri, reti e guardrail senza neanche un centimetro di spazio di fuga: sbagli (o si rompe qualcosa) e sei fritto. Sabato alle 8.30 italiane si corre la 48° edizione: 12 giri di adrenalina e paura in diretta tv su Eurosport2.  https://www.youtube.com/watch?v=SDppP3zuT1w

Il circuito di Guia ospita il Macao GP dal 1954, tra grattacieli e muri

SCHWANTZ SPERICOLATO – Il GP Superbike fa da contorno alle più prestigiose gare auto: Macao GP ospita la serie Mondiale WTCC e la F3: 15 dei 22 piloti della F1 2014 qui hanno corso almeno una volta, anche Lewis Hamilton e Daniel Ricciardo. Ma pure l’albo d’oro delle moto è prestigioso: Kevin Schwantz ha sbancato la ex colonia portoghese nel 1988 mentre Ron Haslam, papà di Leon neo acquisto Aprilia Superbike, ha vinto ben sei edizioni da ufficiale Honda. Il recordman è un pilota di oggi, Michael Rutter: 8 trionfi. Macao è ovviamente ricordata anche per le tante tragedie. Nel 2005 morì Bruno Bonhuil, francese che aveva ottimi trascorsi a livello Mondiale Superbike e anche in 500GP: andò a muro e venne investito carambolando in mezzo alla pista. L’ultima vittima è il portoghese Luis Carreira morto nell’edizione 2012. Poche ore prima Macao stava per tradire anche Stefano Bonetti finito contro le barriere per il cedimento dei freni. Nello schianto si ruppe malleolo e femore sinistri, una vertebra e varie costole. E’ rimasto fermo l’intera stagione 2013 ma quest’anno è tornato più forte di prima. Perchè non parliamo di uno qualsiasi, ma dell’italiano più veloce di sempre al TT a quasi 201 km/h di media. Nel suo palmares ci sono un 5° posto alla NortWest 200 (da privato!), nove tricolori e due titoli Europei della salita. A distanza di due anni Bonetti rivive per noi la paura di Macao.

Macao GP 2012: il terribile schianto di Stefano Bonetti

COME IN UN TUNNEL“Correre a Macao è un’esperienza molto strana. Parti dal box e ti trovi circondato dai muri. Fanno paura anche i rettilinei perchè ai lati ci sono reti alte quattro metri e hai la sensazione di essere in gabbia, senza alcuna via di salvezza. Nelle corse su strada più famose, la NW200 e il TT, si superano abbondamente in 300 km/h, qui non vai oltre  260 ma in quel budello hai la sensazione di correre nell’iperspazio. Macao è terribile, al confronto i 60,6 chilometri dell’Isola di Man sono una passeggiata!

COME UNA PISTA – “La cosa strana è che a Macao hai la sensazione di correre su una pista vera. Non ci sono le terribili compressioni del TT, l’asfalto è molto liscio e  le curve hanno un disegno simile a quello degli impianti permanenti. Non stupisce che Michael Rutter abbia vinto otto volte: tra gli specialisti della strada, lui è quello che va più forte sui circuiti normali. Solo che qui dieci centimetri fuori dalla linea ideale c’è un muro. Dappertutto.”

Stefano Bonetti, 39 anni, specialista delle corse su strada

MACAO MAI PIU’ “Nel 2012 ero guadagnato l’invito degli organizzatori col quinto posto alla NorthWest200. Gli specialisti si tengono del margine, guidano tranquilli, non come al Tourist Trophy che sono tutti assatanati. Però non basta,  non sai mai quello che può accadere. Io sono uscito per un guasto ai freni, ho toccato la leva e non è successo niente. Nell’urto il frontale si è disintegrato quindi non siamo neanche riusciti a capire cosa avesse ceduto. Finire in un letto d’ospedale non è mai una bella esperienza, in Cina è una cosa terribile. E poi Macao non mi aveva esaltato neanche come ambiente, ai cinesi importa poco delle corse e delle moto. Non è come a Douglas (capitale dell’Isola di Man, ndr) dove la gente ti aspetta festante allo sbarco dal traghetto. Rischiare è la mia ragione di vita ma questa è follia. Addio Macao, non mi vedrai mai più.”

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