31 Agosto 2012

La Pirelli NON manovra il Mondiale SBK

La Superbike promette un finale elettrizzante con Melandri, Biaggi e Sykes racchiusi in appena 41 punti. Sarà un campionato deciso da un dettaglio, da una prodezza, magari da un pizzico di fortuna. Le gomme saranno una componente chiave della sfida, per cui la Pirelli sarà più che mai sulla graticola. Molti tifosi si chiedono: la […]

La Superbike promette un finale elettrizzante con Melandri, Biaggi e Sykes racchiusi in appena 41 punti. Sarà un campionato deciso da un dettaglio, da una prodezza, magari da un pizzico di fortuna. Le gomme saranno una componente chiave della sfida, per cui la Pirelli sarà più che mai sulla graticola. Molti tifosi si chiedono: la Pirelli può manovrare il Mondiale?

La riposta è NO, la Pirelli NON manovra il Mondiale. Non lo affermo sulla fiducia, ma in base ad elementi oggettivi. Non stiamo parlando del gommista sotto casa, ma di una multinazionale che fattura decine di miliardi ed presente in ogni angolo del globo. Avendo rapporti commerciali con la totalità delle Marche presenti in WSBK, la Pirelli non ha alcun interesse economico ad indirizzare il campionato da una parte o dall'altra. Il 2011 è emblematico in questo senso perchè una piccola squadra privata ha dominato la scena conquistando 15 gare e il titolo con largo anticipo. Se i risultati fossero “indirizzati”, Pirelli (e la Infront) non avrebbe  fatto vincere il campionato all'azienda (Ducati) che pochi mesi prima aveva voltato le spalle alla SBK annunciando il disimpegno del team interno.

Quando c'era la concorrenza tra gommisti, cioè prima del 2004, l'obbiettivo di ogni azienda era produrre un numero X di coperture per permettere alle squadre di riferimento di ottenere le migliori prestazioni. Lo sviluppo andava a vantaggio di pochi team, e quelli che erano esclusi dalla ristretta rosa di privilegiati  dovevano pagare la fornitura senza aver accesso alla migliore tecnologia.

La fornitura risponde ad altre logiche, che possiamo riassumere così:

1.Fornire a tutti i piloti indistintamente il miglior supporto possibile a prescindere da moto, team, stile di guida, circuito;
2.Fornire una gamma di soluzioni sufficiente ad adattarsi alle specifiche tecniche di ciascuna moto e ai differenti stili di guida;
3.Realizzare gomme che costino poco ma che offrano un potenziale tecnico (tempi sul giro) considerevole;
4.Realizzare gomme con una tecnologia e compoenti che possano essere utilizzati nella produzione di gomme per i clienti stradali di fascia alta;
5.Disporre, per ciascuna soluzione sviluppata, di una scorta sufficiente per dotare tutte le squadre durante la stagione (gare e test)
6.Realizzare gomme che non siano “critiche”, che riescano cioè ad adattarsi con facilità a differenti circuiti e condizioni climatiche.

La Pirelli dispone di circa 40 soluzioni (anteriori e posteriori) che vengono ruotate durante la stagione per accontentare un pò tutti. In ogni round i tecnici del fornitore unico selezionano 3-4 soluzioni anteriori, 3-5 posteriori, decidendo in base alle precedenti esperienze sul quel determinato tracciato, alle condizioni meteo e, in parte, anche cercando di accontentare le richieste specifiche che arrivano dalle squadre.

Come intuite, è un lavoro difficilissimo. Perchè Pirelli non solo deve progettare e sviluppare gomme sufficientemente competitive, ma anche stabilire la quantità, i tempi di realizzazione e la gestione del “magazzino”. In ogni round vengono portate in circuito circa 4000 gomme.

Capita che, in una determinata gara, un pilota non trovi la  gomma perfetta. Max Biaggi  a Mosca avrebbe avuto bisogno di una copertura leggermente più dura della A, che pochissimi hanno utilizzato perchè troppo soffice, ma più “versatile” della B (usata da quasi tutta la griglia) per far voltare più velocemente la RSV4 nella parte più guidata della pista. Melandri, che a Mosca con la B volava, ha avuto problemi  peggiori a Misano, quando in gara uno fu addirittura costretto a rientrare al box con la posteriore arrosto. In quella gara Biaggi fece il vuoto, partendo dalla terza fila.

Anche la Pirelli, come piloti e squadre, corre per vincere il Mondiale SBK. La loro vittoria è produrre gomme low cost ma di altissime prestazioni, che non accusino cedimenti strutturali  e che accontentino nel limite del possibile le esigenze di più piloti e team. Direi che sono obbiettivi che Pirelli ha raggiunto e consolidato da molti anni.

Che poi Pirelli cerchi anche di mantenere l'equilibrio, favorendo lo spettacolo e la “rotazione” dei vincitori, non è un segreto. Nel 2011 Checa ha vinto 15 gare non perchè la Pirelli volesse favorire a tutti i costi la Ducati – che neanche partecipa in forma ufficiale – ma perchè, per la drastica riduzione dei test voluta dalle squadre, si era creata una situazione di difficoltà tecnica. Che ha spinto Pirelli a chiedere agli organizzatori di tornare al regime di test invernali normale, per avere modo di sviluppare più soluzioni che permettessero anche alle quattro cilindri di nuova generazione (Bmw e Kawasaki) di sfruttare il potenziale. Infatti nel 2012, proprio come voleva la Pirelli, il Mondiale è tornato in equilibrio.

La Pirelli non tifa nè Melandri nè Biaggi, nè Sykes. Ma sta facendo in modo che i tre piloti, marche e team in lotta per il Mondiale possano giocarsi le loro carte nei tre round finali potendo sfruttare al massimo livello il potenziale di moto, squadra e pilota. Un campionato deciso all'ultima curva per Pirelli sarebbe lo spot più bello…

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