15 Novembre 2013

La Ducati tornerà a vincere nella Superbike 2014

Nei test di Aragon Chaz Davies ha migliorato di tre decimi il primato della pista stabilito lo scorso aprile dal neoiridato Tom Sykes. Dicevano che la Panigale affondata dagli infortuni di Carlos Checa fosse una moto “sbagliata”. E invece coi piloti giusti può insidiare, da subito, la Kawasaki campione del Mondo e l’Aprilia di Marco […]

Nei test di Aragon Chaz Davies ha migliorato di tre decimi il primato della pista stabilito lo scorso aprile dal neoiridato Tom Sykes. Dicevano che la Panigale affondata dagli infortuni di Carlos Checa fosse una moto “sbagliata”. E invece coi piloti giusti può insidiare, da subito, la Kawasaki campione del Mondo e l’Aprilia di Marco Melandri. Che in Spagna ha pagato quattro decimi.

Il britannico Chaz Davies, 26 anni, con la Ducati Panigale a Aragon (Alex Photo)

Al termine delle due giornate di collaudo condizionate dal freddo polare e dal forte vento la più veloce è stata la Honda di un Jonathan Rea che si è ormai messo alle spalle la frattura del femore destro rimediata al Nurburgring costata la partecipazione ai quattro GP conclusivi. Anche la marca di Tokyo è reduce da una stagione tormentata ma non come quella della Ducati: Rea si è fatto male nel momento migliore, aveva appena sbancato Silverstone ed è comunque salito quattro volte sul podio. La Panigale invece aveva brillato solo sull’acqua grazie alle doti anfibie di Ayrton Badovini. Sull’asciutto buio pesto e Carlos Checa non pervenuto.

Coi piloti giusti la Ducati è tornata a ruggire. Subito.  Chaz Davies ha fatto 1′.57”6 contro 1.57”4 di Rea ma è andato forte anche Davide Giugliano con 1.58”2.Ad Aragon Davies è scatenato (doppietta 2013 con la Bmw, ndr) e finire a sei decimi da uno che qui va così forte non è male” puntualizza il 23enne romano. “A Jerez, alla prima uscita, ero stato più veloce io, qui è toccato a lui. Siamo una bella coppia, abbiamo molta fame e insieme saremo in grado di dare una bella mano alla Ducati.

A fine sessione Davies è entrato più nello specifico. “Il primo giorno ero un po’ afflitto perchè eravamo molto distanti dalla Kawasaki (1”7 di ritardo da Loris Baz, ndr) ma oggi abbiamo preso la direzione giusta e abbiamo cambiato ritmo. Ho firmato con la Ducati perchè confidavo che sarebbero usciti velocemente dalla crisi 2013, ma non immaginavo di poter essere così veloce al secondo test con questa moto.

Cosa manca ancora? “Un po’ di motore agli alti règimi, inoltre la Panigale non è ancora stabile come vorrei in ingresso curva. Poi ovviamente ci sono tanti altri piccoli dettagli che dobbiamo affinare. Siamo appena partiti, è tutto normale.

La Ducati ha affrontato questi test con il team sviluppo ma proprio oggi ha ufficializzato il ritorno della gestione Feel Racing, la struttura con cui la marca italiana ha festeggiato diciassette Mondiali dal 1998 al 2000. Nelle ultime tre stagioni Feel Racing aveva lavorato per Bmw. “Mi piace molto il metodo di lavoro” continua Davies. “Proviamo un particolare e se non va bene lo scartiamo subito. Bianco o nero, senza incertezze. Così troviamo più in fretta la direzione.”

Perchè dicevano che la Panigale fosse nata male? “Per tutta la stagione ho sentito tante chiacchere ma adesso che l’ho guidata posso dirlo: la Ducati tornerà a vincere, perchè la vittoria è nel dna di questa azienda. Qui tutti sappiamo il fatto nostro: piloti, squadra, dirigenza. Fidatevi, ci divertiremo.”

I tempi finali (ufficiosi): 1.Rea (Gb-Honda) 1.57”4; 2.Davies (Gb-Ducati) 1.57”6; 3.Baz (Fra-Kawasaki) 1.57”8; 4.Melandri (Ita-Aprili) 1.58”0; 5.Giugliano (Ita-Ducati) 1.58”2; 6.Haslam (Gb-Honda) 1.58”5; 7.Salom (Spa-Kawasaki) 1’59”8; 8.Hofmann (Ger-Aprilia) 2.00”8.

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1 commento

  1. federico.garavaglia.9 ha detto:

    Definire un bidone il 2013 ducati, sarebbe un complimento….una moto tanto forte come stock ma mai decollata come sbk, unita a una squadra che aveva mani legate per qualche strano accordo interno. Forse due giovani e capaci come davies e giuliano sapranno fare la differenza, anche se il vero colpaccio sarebbe stato il vice campione del mondo, che adesso rischia di farsi un anno su una moto non competitiva senza garanzie in futuro