21 Giugno 2014

Jan il guru promuove le nuove regole ma c'è un regalino alla Ducati

Jan Witteveen, l’ingegnere più vincente della storia del motociclismo, promuove il regolamento Superbike che andrà in vigore dal 2015. Ma sottolinea che in un paio di aspetti farà il gioco della Ducati, in particolare  riguardo il  divieto di cambiare i rapporti del cambio. “Sarà un grosso handicap per le moto con motore a quattro cilindri […]

Jan Witteveen, l’ingegnere più vincente della storia del motociclismo, promuove il regolamento Superbike che andrà in vigore dal 2015. Ma sottolinea che in un paio di aspetti farà il gioco della Ducati, in particolare  riguardo il  divieto di cambiare i rapporti del cambio. “Sarà un grosso handicap per le moto con motore a quattro cilindri mentre Ducati bicilindrica non soffrirà perchè è avvantaggiata dalla maggiore cilindrata (1200 cm3 contro 1000, ndr). Era meglio liberalizzare almeno le marce più delicate, cioè prima-seconda e quinta sesta. Ma sostanzialmente il regolamento mi piace molto.”

Jan Witteveen, 67 anni

FILOSOFIA – Olandese, 67 anni, Jan è stato il fautore della stagione dell’oro Aprilia nel Motomondiale: le sue 125 e 250 da GP hanno dettato legge e  Witteveen è stato per una quindicina d’anni il mago che tutte le Case avrebbero voluto avere. Un pò  come Adrian Newey, il guru della F1. Da tempo Jan  è uscito dal giro delle corse,  fa il consulente tecnico freelance  per parecchie aziende di tutto il Mondo, specie orientali. Vive tra l’Austria e Scorzè, a due passi dallo stabilimento Aprilia. “Finalmente la Superbike ha fatto un passo nella direzione giusta. Da almeno dieci anni era diventata troppo sofisticata allontanandosi dal concetto di base, cioè far correre le maximoto in vendita nei negozi. Le regole 2015 diminuiranno la differenza di potenziale tra team ufficiali e privati, ma le Case avranno comunque una certa libertà per proporre e sperimentare soluzioni da applicare sulla produzione di alta gamma. La Superbike tornerà ad essere il principale banco di prova per il prodotto, molto più della MotoGP dove si utilizzano soluzioni troppo costose e lontane per essere applicate su mezzi prodotti su larga scala.

FINE TUNING – Riguardo al motore si potrà cambiare l’albero a cammes ma le bielle dovranno essere realizzate con lo stesso materiale utilizzato sulla versione da strada. “Anche questo è un piccolo vantaggio per la Ducati che le ha in titanio, ma non credo che farà gran differenza. Nel motociclismo di oggi le potenze sono tali che i progressi sulla parte meccanica hanno poca rilevanza. Le Superbike stradali hanno anche 180-190 cavalli, le versioni da gara fino a 240. Non serve spingersi oltre, quello che conta davvero è l’elettronica.

LIBERTA’ DI SOFTWARE – L’organizzatore del Mondiale, la spagnola Dorna, spingeva per l’adozione dell’elettronica di serie ma dopo estenuanti trattative le Case hanno ottenuto libertà quasi totale: lo sviluppo dei software resta libero, resta solo l’obbligo di vendere la centralina ai privati a 8 mila €. “E’ stata la scelta giusta” spiega Witteveen “perchè sarà l’elettronica a disegnare la maximoto stradale del futuro. Le Case dovranno lavorare sodo per adeguarsi alle misure antinquinamento e di riduzione del rumore che  saranno dettate dai codici stradali di tante Nazioni. Se l’elettronica fosse stata bloccata, correre in Superbike sarebbe diventato quasi inutile.

CONDIVISIONE – Il nuovo regolamento però obbliga i Costruttori a condividere i software coi privati, con aggiornamenti di sistema previsti tre volte l’anno. “Non sarà affatto un problema perchè con nove Case presenti, cioè almeno 18 piloti, i privati sullo schieramento saranno una piccola minoranza, non più di quattro cinque squadre. Molte aziende avranno solo il team ufficiale, quindi nessun obbligo di condivisione. Quelle che hanno team satellite si adegueranno: anche adesso Aprilia e Ducati  danno ai loro satellite tutti gli aggiornamenti software, sotto la supervisione di tecnici del reparto corse concessi in affitto.”

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