22 Settembre 2014

Io, Emiliano, pilota vero senza una gamba

Estate 2011. Emiliano è padre di due bambine e pilota dilettante  innamorato delle moto. In una stradina vicino Lucca finisce fuori strada, centra un ostacolo e rotola in un fosso. Rischia grosso e dopo mille sofferenze gli amputano la gamba destra. Quello stesso 2011 una Ducati 109R fa volare un ragazzino, Davide Giugliano, alla conquista […]

Estate 2011. Emiliano è padre di due bambine e pilota dilettante  innamorato delle moto. In una stradina vicino Lucca finisce fuori strada, centra un ostacolo e rotola in un fosso. Rischia grosso e dopo mille sofferenze gli amputano la gamba destra. Quello stesso 2011 una Ducati 109R fa volare un ragazzino, Davide Giugliano, alla conquista della coppa del Mondo Superstock, la culla dei talenti in erba. Tre anni dopo, il primo giorno d’autunno, Emiliano e la stessa 1098R hanno incrociato le loro storie in un box di Vallelunga. Lui senza un arto, ma con il cuore più grande di allora; lei in libera uscita dal museo per un giorno  più speciale di quello del titolo. Emiliano è salito in sella come fosse la cosa più naturale del mondo e ha riacceso il motore. Un rombo di vita lungo un giro, due, tre. E poi sempre avanti,  inquadrando la prossima curva. Si può vincere ancora con una gamba o un braccio solo, basta avere coraggio. Dal dolore più atroce sboccia una storia così emozionante da non sembrare vera. La lasciamo raccontare al protagonista: Emiliano Malagoli.

Vallelunga: Emiliano Malagoli sale in sella alla Ducati 1098 ex Giugliano

CHE STORIA – Settembre 2011: guardavo dal mio letto d’ospedale la televisione, con Davide  Giugliano che con la sua Ducati 1198R del Team Althea esaltava il pubblico con i suoi duelli nel Mondiale Stock 1000. Il mio sguardo a tratti si dirigeva verso l’infinito, perché non sapevo se dopo il mio grave incidente motociclistico su strada, con conseguenze drammatiche per le mie gambe ( un’amputazione alla gamba destra e dodici interventi per salvare la sinistra), sarei riuscito a guidare nuovamente in pista una moto e riassaporare le sensazioni che può darti soltanto lei. Oggi, 22 settembre 2014, a soli 3 anni dall’incidente, quella stessa moto che vedevo in tv, con il #34 sul cupolino, era nelle mie mani! Si, state leggendo bene, oggi a Vallelunga ho effettuato un test con la stessa Ducati che il Team Althea e Davide Giugliano hanno portato alla vittoria…e non era un sogno, è stata una bellissima realtà.

Vallelunga: Emiliano Malagoli in piega con la Ducati 1098R

EMILIANO, IL RITORNOSono Emiliano Malagoli, ho 39 anni e 3 anni fa ho avuto un incidente terribile in strada con le conseguenze che vi ho riportato sopra. Da quella sera del 30 luglio 2011 mi sono posto un obiettivo apparentemente impossibile, tornare a correre in pista in un trofeo, come facevo prima; anche se ero diventato disabile, dovevo riuscirci, per me stesso ma principalmente per le mie figlie che non dovevano veder cambiato il loro padre, forse un po’ nel fisico, ma nella testa assolutamente no. Dopo 7 mesi di ospedale, grazie ad una protesi speciale che ho studiato con i miei ortopedici, sono voluto rientrare al Mugello per capire se dentro di me era cambiato qualcosa: nulla. Lo stesso sguardo, rivolto all’uscita della curva; la stessa determinazione ad allungare la frenata; insomma, ero sempre io,  avevo reso alle mie figlie il padre che avevano e a me stesso la persona che era distesa sull’asfalto qualche mese prima.

COME PRIMADopo qualche test, a soli 400 giorni dalla mia nuova vita, perché io quella sera sono nato per la 2° volta, sono riuscito a tornare a fare una gara nel Trofeo Bridgestone, sulla mia Suzuki 600: chiusi all’ultimo posto, ma per me è stata come una vittoria mondiale, ho percorso il mio ultimo giro piangendo nel casco come un bambino. Nei 2 anni successivi mi sono impegnato per coinvolgere più ragazzi possibili, nelle mie stesse condizioni, che non avevano perso la speranza di tornare a guidare una moto: ho creato una Onlus ( la Di.Di. Diversamente Disabili) per dare la possibilità a chi voleva di riprovare a guidare le nostre moto adattate ad ogni disabilità. Contestualmente ho creato un Team di piloti “speciali”, per partecipare al Trofeo Bridgestone insieme ai normodotati. Siamo partiti in cinque,  ora siamo circa una ventina. E lo scorso 24 agosto al Mugello abbiamo organizzato la prima gara al mondo riservata a piloti disabili, venuti persino dall’Australia: è stato un successo, sportivo ma anche, e soprattutto, sociale.

Vallelunga 3: Emiliano Malagoli e la Ducati, il sogno è realtà

SENSAZIONIOggi grazie a Genesio Bevilacqua, Team Manager dell’Althea Racing, ho provato sensazioni bellissime in sella a questo bolide rosso visto sempre e solo in televisione: un disabile, che può, e riesce a guidare una vera moto da corsa, una moto che metterebbe in crisi qualsiasi normodotato. Incredibile.Mi sono sentito un pilota vero, come i miei idoli. Non solo la mia disabilità è sparita per qualche giro, ma mi sentivo fortunatissimo, un eletto a cui hanno regalato un sogno.Sono contento, felice, non solo per la mia personale esperienza, ma perché penso che, nel mio piccolo, posso essere un punto di riferimento per tanti ragazzi disabili: con impegno, forza e coraggio, ognuno di noi può raggiungere risultati impensabili, ritornare a sentirsi normali e anzi…talvolta qualcosa in più! La disabilità deve trasformarsi in opportunità: opportunità di tirare fuori le palle quando serve, opportunità di dimostrare a se stessi che con tenacia possiamo raggiungere i nostri sogni, i nostri obiettivi, opportunità per spostare più avanti i nostri limiti. Guardiamo quanti disabili fantastici ci sono al mondo che raggiungono grandi traguardi, servirà da stimolo sia per chi è nelle stesse condizioni, sia (soprattutto) per i normodotati.

Seguitemi su Twitter: https://twitter.com/PaoloGozzi1

Facebook: https://www.facebook.com/paolo.gozzi.54

Lascia un commento

1 commento

  1. pinosiena ha detto:

    Gran bella lezione di vita Emiliano!! Buon divertimento e in bocca al lupo.