6 Aprile 2020

Format, budget cup, porte chiuse: F.1 più reattiva della MotoGP

Tetto ai budget 2021, GP con format di soli due giorni, porte chiuse: la F.1 sembra molto più reattiva della MotoGP nella gestione dell'emergenza

Coronavirus, F.1, MotoGP

La F.1 sembra decisamente più attiva rispetto alla MotoGP per arginare l’emergenza Coronavirus. La pandemia ha fermato tutto lo sport, ma le varie componenti del mondo auto si stanno coalizzando per mettere in sicurezza lo show. Dorna, promoter del motomondiale, ha appena sovvenzionato con 750 mila € a testa i sei team satellite della top class, quelli al momento più esposti alla tempesta. La somma copre i costi fino a giugno compreso. Ma la vera ancora di salvezza è ricominciare a correre. A tutti i costi. In F.1 lo sanno bene, e oggi il promoter Liberty e le dieci squadre permanenti iscritte discuteranno un piano di salvataggio. Che non riguarderà solo un  nuovo calendario, che tenga conto dell’ipotetica fine dell’emergenza, ma molte altre misure che sono allo studio per reggere l’impatto.

RIDUZIONE STIPENDI E CHIUSURA REPARTI CORSE

Le scuderie inglesi hanno già ridotto, o stanno per farlo, il monte stipendi. La cifra decurtatata è pari al 50%, l’accordo è stato su base volontaria ed ha riscosso adesione totale dei dipendenti. Anche i team F.1, come in MotoGP, stanno ricevendo versamenti dal promoter Liberty Media. Ne beneficiano non solo le piccole scuderia, ma anche i top player. Nelle prossime ore verrà annunciata la chiusura obbligatoria dei reparti corse per altre due settimane. In MotoGP invece ciascuna Marca si sta comportando come vuole: Ducati, KTM e Aprilia sono chiuse, in Honda invece il lavoro di sviluppo va avanti a tutto spiano.

TAGLIO AI COSTI

Ma gli stipendi sono una goccia nel mare dei giganteschi budget F.1 La prima misura è stata rimandare la rivoluzione regolamentare che dal 2021 avrebbe costretto i team a riprogettare completamente le monoposto, se ne riparla nel 2022, o forse addirittura più avanti. Inoltre è già stato imposto un budget cup da 175 milioni di dollari, che le squadre minori considerano ancora troppo elevato. Mercedes, Ferrari e Red Bull, le più ricche, sono disponibili a tagliarne altri 25, non di più. Scendere più in basso comporterebbe, per le big, dover alleggerire di molto gli organici dei reparti corsie. Una mediazione si troverà. In MotoGP discorsi simili non sono stati neanche imbastiti.

CALENDARIO

La medicina migliore per la F.1, come per tutti gli altri sport business al momento sospesi, è ovviamente tornare in pista, quanto prima. Ad oggi il primo GP in calendario sarebbe Montreal (Canada), il 14 giugno. Nazione e data abbastanza improbabili, visto che la pandemia – che in Europa sta rallentando – in America sta infuriando proprio adesso.  E’ a rischio anche Silverstone (19 luglio), anche alla luce della recente cancellazione del torneo di Wimbledon (tennis), che si svolge a Londra e sarebbe dovuto iniziare il 29 giugno. Winbledon era assicurato per questo tipo di evenienza, per cui ha limitato il danno economico. In F.1 parlano di ipotetica partenza da agosto o settembre, la stessa finestra temporale a cui sta pensando Dorna per MotoGP e Superbike. Liberty Media è convinta di poter spalmare 18 GP in quattro-cinque mesi.  Nel 1962 il Mondiale F.1 terminò il 29 dicembre, in Sud Africa.

FORMAT DI DUE GIORNI

Liberty Media lo aveva in mente anche prima dell’emergenza Covid, adesso la proposta riprende piede. Il promoter F.1 proporrà week end di gara di due sole giornate: sabato  mattina le libere, pomeriggio le qualifiche e domenica la gara. In questo modo l’organizzatore avrebbe modo di programmare più GP in successione, permettendo al paddock di trasferirsi con più facilità da una nazione all’altra. Può essere una strada anche per la MotoGP, che (nella migliore delle ipotesi) si troverà a spalmare tanti GP in un ridotto arco temporale. La F.1 sta pensando anche alle “porte chiuse”: ovviamente correre senza pubblico  imporrebbe sacrifici a livello finanziario, ma renderebbe la gestione degli eventi assai meno complicata. La priorità è salvare gli introiti dei diritti TV.

GERMANIA, IL CALCIO RIPARTE

Intanto in Germania ieri varie squadre della Bundesliga hanno ripreso ad allenarsi, pur con tutte le cautele del caso. La prima a partire è stata il Bayer Monaco. La Germania è il quarto paese del Mondo più coinvolto dal virus, con 100.123 casi ad oggi, contro 128.948 dell’Italia. Ma lì sta già cominciando la famosa “fase 2”, cioè il graduale ritorno alla normalità. La Bundesliga spera di tornare in campo al più tardi il 9 maggio. La Germania, paese molto pragmatico, in questo momento è il “faro” nella gestione dell’emergenza. Anche per quanto riguarda lo sport.

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