2 Febbraio 2015

Ducati-Aruba.it, se lo sponsor si compra il team

Altro che sponsor, ti compro direttamente il team e lo gestiamo come dico io. I mecenati di una volta sono la preistoria ma sta tramontando anche l’epoca del marchio che metteva i soldi e al massimo portava qualche ospite in circuito. Il nuovo che avanza è Aruba.it, rampante web company italiana: ha bussato alla porta […]

Davide Giugliano, 25 anni, con la Aruba.it Racing Ducati

Altro che sponsor, ti compro direttamente il team e lo gestiamo come dico io. I mecenati di una volta sono la preistoria ma sta tramontando anche l’epoca del marchio che metteva i soldi e al massimo portava qualche ospite in circuito. Il nuovo che avanza è Aruba.it, rampante web company italiana: ha bussato alla porta della Ducati e invece di una fetta di carenatura ha chiesto direttamente le chiavi dell’intero progetto Superbike. E non stiamo parlando di una squadretta ma del totem della Superbike: 31 titoli Mondiali (tra piloti e costruttori), 313 vittorie, 165 pole position. Con la Panigale rinnovata e il regolamento più favorevole potrebbe essere l’annata del rilancio. Comunque vada, la partnership Ducati-Aruba.it cambia lo scenario dello sport business motoristico. E forse non solo.

La presentazione del team: comincia una nuova era nella sponsorship

CHI COMANDA, COME FUNZIONA – Sul ponte di comando ci sono tre soggetti diversi, dunque l’affare è un pò complicato.  Ducati Corse, branca sportiva del marchio di proprietà Wolkswagen Audi, mantiene pieno controllo del progetto: progettazione, sviluppo, novità tecniche. Della gestione in pista e della logistica (camion, hospitality) si occupa la Feel Racing, una srl con base nel bolognese. Eccetto gli ingegneri del reparto corse che dipendono direttamente da Ducati Corse, tutto il resto del personale (meccanici, autisti, aiutanti) fa capo a Feel Racing che è partner  da fine anni ’90. Ma il team Aruba.it Racing Ducati (questa la denominazione ufficiale) appartiene direttamente alla web company con sede ad Arezzo, in Toscana. Il team principal è Stefano Cecconi, 37 anni, uno dei tre membri del mini CDA della compagnia internet. Aruba.it è titolare dei contratti degli altri sponsor, cioè ha messo inizialmente i soldi sul tavolo ma potrebbe recuperare parte (o tutto?) l’investimento coivolgendo altri marchi. Si parla di colossi come Intel (microprocessori) o Dell (computer). Dunque Aruba.it ha intenzione di trasformare il team in polo da corsa della IT (Information Technology) coinvolgendo aziende di respiro mondiale con le quali ha già rapporti nella normale attività di web hosting. Intanto ha già convolto BFT, un’azienda  di automazione per casa e ufficio.

Chaz Davies, 27 anni, nei test di Jerez (AlexPhoto)

OBBIETTIVO WV-AUDI? – E’ un’idea fantastica perchè i riflessi nel medio e lungo periodo potrebbero essere imprevedibili. Pensateci: tra qualche anno le auto saranno oggetti di consumo sempre più interconnessi alla rete, le major delle quattro ruote stanno perfino sperimentando sistemi di guida automatici. Il legame con Ducati permette ad Aruba.it di mettere piede in casa Volkwagen-Audi dove il campo delle possibili applicazioni web e  IT è sterminato. Questo è il futuro, intanto nei prossimi tre anni Aruba.it potrà sfruttare la cassa di risonanza Mondiale delle imprese sportive delle moto Ducati. E forse non si parla solo di Superbike: alla presentazione stampa c’era pure Paolo Campinoti, titolare della Pramac (gruppi elettrogeni) e dell’omonimo team satellite Ducati in MotoGP. Aruba.it e Pramac sono eccellenze toscane distanti neanche cento chilometri, sarà stata  una visita di cortesia o qualcosa di più?

Stefano Cecconi, 37 anni, amministratore di Aruba.it e team principal

AFFARE DI FAMIGLIA – Aruba.it ha seicento dipendenti e un fatturato  di 110 milioni di €. Nonostante la vorticosa espansione anche internazionale, è un’azienda gestita ancora a livello familiare. Il CDA è composto da appena tre membri: Giorgio e Susanna Cecconi, oltre al figlio Stefano. L’aspetto più affascinante è che l’intera operazione non è nata dalle menti di grandi esperti del marketing ma dalla passione di Stefano per moto e competizioni. La scintilla è stata l’amicizia con Luca Scassa, pilota del Mondiale che abita a pochi chilometri dall’azienda. “Stefano, sono a piedi: perchè non facciamo un piccolo team tutto made in Arezzo”? Era un anno fa. Adesso da Arezzo partono alla conquista del Mondo.

Seguitemi su Twitter: https://twitter.com/PaoloGozzi1

Facebook: https://www.facebook.com/paolo.gozzi.54

Lascia un commento