13 Gennaio 2021

Ducati a quattro punte in Superbike, sarà un vantaggio o il disastro?

La Ducati schiererà in Superbike quattro piloti molto agguerriti e con lo stesso pacchetto tecnico. La guerra in famiglia sarà un vantaggio o un grande rischio?

Superbike, Ducati

La Ducati prepara l’attacco a quattro punte per mettere le mani sul Mondiale Superbike che manca da dieci anni. Non potendo disporre del miglior pilota, cioè Jonathan Rea infallibile da sei stagioni ma legato a vita alla Kawasaki, la Rossa punterà sull’impatto numerico. Scott Redding e Michael Rinaldi nel team interno, Chaz Davies ripescato da Go Eleven e la novità Tito Rabat con l’altra struttura “satellite” Barni Racing. Una squadriglia di bombardieri di grosso calibro, in grado (almeno sulla carta) di far tremare il trono del Cannibale. Ma c’è un problema: questo assembramento di talenti non rischia di scatenare una guerra interna che, nell’arco del campionato, può andare a vantaggio di Jonathan Rea? La Kawasaki difficilmente avrà problemi  in famiglia: nel 2020 Alex Lowes è stato davanti al caposquadra solo al debutto in Australia.

Freni tirati 

A giudicare dalle dichiarazioni di fine scorso campionato, non sembra esserci amore fra Scott Redding e Michael Rinaldi. “Avrei preferito la conferma di Chaz, siamo due piloti fisicamente simili e questo avrebbe potuto darci un aiuto nella condivisione dei dati” ha puntualizzato in più di un’occasione il britannico. Rinaldi, ovviamente, la vede a modo suo. “Davies ha già avuto le sue occasioni, adesso tocca a me.”  Chaz ha il dente avvelenato per la mancata conferma. “Penso che l’avrei meritata, non farne un fatto personale è impossibile”.  Come storia delle corse insegna, è scontato che il primo rivale di ciascuno dei ducatisti sarà il compagno di box, o di quello accanto, piuttosto che Jonathan Rea e compagnia. Scott, Michael e Chaz avranno la stessa Panigale e un trattamento tecnico simile. Il team Go Eleven è una piccola struttura, niente a che vedere coi potenti mezzi di Aruba.it Racing, cioè il team interno. Ma Davies avrà comunque il supporto di tecnici del reparto corse interno e accesso permanente ai dati dei due ufficiali.

Il quarto incomodo

Bastavano questi tre per immaginare  una rivalità interna al calor bianco. L’arrivo di Tito Rabat ha complicato ulteriormente la situazione. Lo spagnolo è reduce da due stagioni MotoGP sotto tono, e dopo il grave infortunio dell’estate 2018 a Silverstone sembra aver perso lo smalto. Ma, ad oggi, Tito è l’unico dei quattro ducatisti ad aver vinto un titolo Mondiale, nel 2014 in Moto2. Chi lo conosce bene assicura che Rabat, 31 anni, abbia ancora molto da dire. In Superbike tornerà a guidare una moto d’elite, privilegio  che in top class non ha mai avuto. Inoltre il team Barni è di altissimo livello, e per mettere Tito Rabat al pari con gli altri ducatisti ha rinunciato alla collaborazione con Showa (che garantiva ingenti risorse…) tornando alle sospensioni Ohlins. Con la squadra bergamasca Rabat troverà al tempo stesso grande professionalità e clima molto familiare. Per un pilota che ha bisogno di ritrovarsi potrebbe rivelarsi la sistemazione ideale. Il Mondiale 2021 promette fuochi artificiali, la “Coppa Ducati” anche di più.

[titolo_sezione]Superbike[/titolo_sezione]

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2 commenti

  1. marcogurrier_911 ha detto:

    …..dovessero farcela, magra consolazione: 4 contro 1….