20 Maggio 2014

Donington '92, la prima volta di Carl Fogarty

Domenica a Donington, in Gran Bretagna, Sua Maestà Carl Fogarty compirà alcuni giri esibizione prima del via di gara2, alle ore 15.35 italiane. Guiderà una Ducati, of course.  Il quinto round iridato diventa l’emozionante omaggio al pilota più vincente delle derivate dalla serie: quattro titoli Mondiali, 59 vittorie, 21 Superpole e 109 piazzamenti sul podio […]

Domenica a Donington, in Gran Bretagna, Sua Maestà Carl Fogarty compirà alcuni giri esibizione prima del via di gara2, alle ore 15.35 italiane. Guiderà una Ducati, of course.  Il quinto round iridato diventa l’emozionante omaggio al pilota più vincente delle derivate dalla serie: quattro titoli Mondiali, 59 vittorie, 21 Superpole e 109 piazzamenti sul podio in 220 gare.  Sarà anche l’occasione per ricordare il debutto con Ducati e  la prima vittoria del pilota dagli occhi di tigre. Ecco come andò.

Donington 1992: Carl Fogarty debutta con Ducati e vince

MAGO DEL TT – Oggi Carl Fogarty ha 48 anni. Nel 1992 non era più un pivellino, anzi era un pilota molto noto nel Regno Unito. Nel 1988 aveva conquistato il suo primo Mondiale con la Honda ufficiale nella serie TT F1, il campionato antesignano della Superbike. Si correva con le quattro tempi derivate dalla produzione sui  tracciati stradali: TT all’Isola di Man, Dundrod, Brno, Imatra. La Federmoto Internazionale lo aveva varato proprio per mantenere la validità iridata a gare storiche che per l’eccessiva pericolosità erano state escluse dal calendario Motomondiale. La nascita e il decollo della Superbike, che venne inaugurata proprio a Donington nello stesso anno, decretò la fine della TT F1. Fogarty vinse anche i due titoli successivi (89-90), poi la serie chiuse e la Honda dirottò l’impegno nel nuovo campionato. Sempre con Fogarty che però nel ’91 finì solo settimo, senza neanche un piazzamento nei primi tre. La squadra uscì di scena e Foggy (“nebbioso”, per il suo carattere difficile) restò a piedi. Dicevano che fosse un mago degli stradali, ma  sulle piste normali niente di eccezionale.

DURA LA VITA – Nel ’92 Fogarty si arrangiò a correre dovunque capitava. Per due soldi, e  non essere dimenticato. Accettò un ingaggio nel Mondiale Endurance con la Kawasaki, vincendo a mani basse.  Al TT – dove aveva vinto due volte le gare più prestigiose, la F1 e il Senior –  dovette arrangiarsi con una Yamaha tirata giù dalla vetrina di un concessionario. Stava vincendo anche con quella ma si ruppe sul più bello, non prima di aver stabilito il primato assoluto del Mountain Circuit che ha resistito per tantissimi anni. Il 20 aprile 1992 Carl Fogarty arrivò a Donington per correre in Superbike. L’importatore locale Moto Cinelli gli aveva prestato una Ducati “Polen Replica”, cioè la copia (sbiadita) della 888 con cui il pilota texano aveva dominato la stagione precedente. Arrivò con un furgoncino e papà George a fare da meccanico. Le gomme? Lasciamo perdere. Chi rimpiange i bei tempi passati deve sapere quell’anno c’erano solo Dunlop e Michelin e davano le gomme migliori unicamente agli ufficiali. Agli altri, Fogarty compreso, toccavano gli scarti.

Misano, 1999: Fogarty precede le Honda di Slight (111) e Edwards (5)

LA PRIMA VOLTA – Carl si fece bastare quello che aveva. In qualifica abbassò di due secondi il primato ’91 di Doug Polen, che pure era specialista del giro tutto-o-niente, firmando  la prima pole della carriera. Nella prima manche partì come un missile ma si fece prendere la mano volando via, con grande  sollievo di Raymond Roche, stella Ducati e mattatore di quegli anni: veniva dalla 500 e due anni prima aveva battezzato il primo storico iride SBK della marca italiana. Ma la sentenza era solo rimandata, nella rivincita Foggy non commise errori e lasciò Roche tre secondi dietro. Fu un colpo tremendo all’orgoglio del galletto marsigliese e  al prestigio del team ufficiale Ducati, che si era fatto battere da una squadra qualsiasi e dal pilota scartato da tutti.

Carl Fogarty, oggi.

RECORD – Che lezione: il numero uno Polen finì solo quinto, con dieci secondi di ritardo. Dopo la prima pole Fogarty portò a casa anche la prima vittoria, il primo podio e il primo giro veloce della carriera. Dopo la gara disse: “Se non trovo uno sponsor non posso continuare il Mondiale. E oggi ho dimostrato che lo potrei anche vincere.”  Ma dovette aspettare la stagione successiva per salire sulla Ducati ufficiale, a 28 anni. Il resto è storia nota: nel ’93 perse il titolo all’ultima gara, poi fece doppietta nel 94-95 e 98-99. Diventando eroe sportivo della Gran Bretagna che nelle moto non vinceva da fine ’70, cioè  dai tempi di Barry Sheene. Fogarty fece esplodere il fenomeno Superbike calamitando l’interesse di pubblico, televisione e sponsor. La Regina lo fece baronetto, in Ducati diventò un monumento. Trascinato dai successi di King Carl  il marchio italiano divenne uno status symbol. Fogarty si è ritirato per un incidente nel GP d’Australia 2000: sul bagnato finì contro le barriere, fratturandosi in maniera grave il braccio sinistro. Per complicazioni a muscoli e tendini non è più stato in grado di guidare. Uscì di scena da numero uno, a 35 anni.

Carl, sarà bellissimo rivederti volare.

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