17 Settembre 2013

Carlos Checa, game over. E adesso la Ducati che farà?

Carlos Checa ha detto basta. Via twitter ha appena rivelato di avere un’anca fratturata e sta per essere operato. Il suo Mondiale finisce anzitempo, insieme al matrimonio con Ducati cominciato nel 2010. “La caduta di Istanbul è più grave di quello che pensavo, si è rotta un’anca” ha scritto Carlito, 41 anni, su twitter. “Domattina […]

Carlos Checa ha detto basta. Via twitter ha appena rivelato di avere un’anca fratturata e sta per essere operato. Il suo Mondiale finisce anzitempo, insieme al matrimonio con Ducati cominciato nel 2010.

Carlos Checa, 41 anni, campione del Mondo 2011

La caduta di Istanbul è più grave di quello che pensavo, si è rotta un’anca” ha scritto Carlito, 41 anni, su twitter. “Domattina (mercoledi 18 settembre, ndr) mi devo operare e non sarò in grado di terminare la stagione.” La Superbike ha ancora tre round da disputare: il 29 settembre a Laguna Seca (Usa), il 6 ottobre a Magny Cours (Francia) e il 20 ottobre a Jerez (Spagna).
Checa era arrivato in Ducati nel 2010 attraverso il team satellite Althea ma con pieno appoggio della casa bolognese, vincendo tre gare. L’anno dopo aveva dominato la scena: quindici successi (in 24 gare!) e primo titolo iridato della carriera conquistato in anticipo. La passata stagione, pur tra molte difficoltà, aveva portato a casa quattro successi con la stessa Ducati 1198R presentata nel lontano 2007 e diventata improvvisamente troppo vecchia per reggere il confronto con le quattro cilindri Aprilia e Bmw.

A quasi 41 anni (li compie il 15 ottobre) Carlos ha gettato la spugna. L’infortunio di Istanbul, dopo pochi giri nelle prove libere di venerdi mattina, è stata l’ultima disavventura di una lunghissima serie. In Australia, al via della stagione, era stato ricoverato per un blocco intestinale nella settimana precedente la gara, poi aveva rischiato grosso in un gran volo il venerdi in qualifica. Aveva conquistato la pole sbriciolando il primato della pista ma  in gara1 era finito addosso a Melandri restando disteso sull’asfalto, privo di sensi. Passò una notte all’ospedale di Melbourne, ma si riprese subito. In seguito aveva saltato due due gare di Monza per problemi ad una spalla e nelle libere del GP di Russia era volato per un guasto al cambio. Impattando a 270 km/h sullo stesso rettilineo che il giorno dopo fu teatro della tragedia di Andrea Antonelli.

Carlito è a pezzi. Sabato sera, prima di volare a Barcellona, ci ha raccontanto l’ultimo volo con gli persi nel vuoto del pilota che ha capito che non vale più la pena rischiare così. Non alla sua età, con un Mondiale già vinto, una vita serena e un bel gruzzolo in banca. Sarà difficile che trovi la forza di rimettersi in gioco anche se una moto per il 2014, se lui volesse, salterebbe fuori. Il doppio decimo posto del Nurburgring, il primo settembre, potrebbe essere stata la sua ultima recita.

Checa fuori causa nei tre GP finali del Mondiale  è la triste icòna del  naufragio della Ducati 2013. Rimettere in linea di galleggiamento la Marca più vincente della Superbike sarà un’impresa, perchè per prima cosa mancano certezze tecniche: la Panigale è una moto così pessima come lasciano suppore i risultati e le cadute a ripetizione di chiunque l’abbia guidata? Oppure il problema è stato Carlos a fine corsa?

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1 commento

  1. Pito28 ha detto:

    Lo sostengo da sempre: il problema è la moto. Anzi, visti i risultati anche in motoGP, inizio seriamente a pensare che il problema sia una certa spocchia aziendale. Prima ero un’estimatore di Borgo Panigale ora, onestamente, è una delle marche che apprezzo meno (come filosofia, le moto sono super-affascinanti).
    Tornando in tema, ripeto, il problema è la Panigale. I piloti non sono eccezionali, ma con il mezzo giusto hanno fatto vedere che valgono (molto) più del 10-12mo posto. Anche Badovini. E poi va bene la sfiga, ma avere 3 piloti rotti su 3 all’ultimo round ed averne fatti una marea con almeno 1 pilota fuori qualcosa vorrà pur dire. se spingi troppo cadi. Tradotto: vai oltre i limiti del mezzo. Se non cadi fai la pole. Ma capita 1 volta.
    Io rimango convinto che il nuovo motore sia peggio del vecchio: meno sfruttabile ai medi, dove i 2 cilindri hanno il loro forte, e potenza in alto dove, cmq, la battaglia con i 4 cil. è persa in partenza.
    Chi sostituirà Checa? Boh, spero, e credo, proprio non Biaggi. Per lui.