22 Maggio 2017

2017 In tre mesi sei lutti E’ l’anno terribile del motociclismo

2017 In tre mesi sei lutti E' l'anno terribile del motociclismo Prima di Nicky Hayden altri piloti hanno perso la vita in pista e su strada: ecco le loro storie

E’ un momento terribile per il motociclismo. Da marzo ad oggi è stata una dolorosa processione di notizie di incidenti e decessi. Hanno pagato grandi campioni come Nicky Hayden (iridato MotoGP 2006) e il francese Anthony Delhalle, cinque volte iridato Endurance EWC, più tre volte nella sotto categoria Superstock. (nella foto d’apertura). Ma anche amatori come Dario Cecconi, scomparso sulla strada della Tandagree 100.

La serie di lutti si apre domenica 19 febbraio. Il  31enne Stefano Togni, 31 anni, di Cesena, resta vittima di un incidente durante una sessione di prove libere. Era un pilota di buon livello a carattere nazionale: nel 2016 aveva vinto il trofeo Mes Motoestate 1000 e in passato era arrivato alla soglia del CIV, la massima espressione della velocità nazionale.

Sempre durante un test privato, il  9 marzo,   l’incidente fatale ad Anthony Delhalle  sul tracciato francese di Nogaro. Delhalle aveva 34 anni ed era la punta di Suzuki Sert, la squadra di riferimento della marca di Hamamatsu nel Mondiale Endurance. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto profondo. Da allora la Suzuki non ha più vinto anche se è ancora – per una manciata di punti – in vetta al campionato quando mancano due round alla fine. 

Due settimane più tardi, sempre in Francia ma sul tracciato di Le Mans, un terribile incidente durante la gara Supersport si porta via Adrien Protat, 27 anni. Era figlio d’arte: papà Frederic aveva gareggiato anche nel Motomondiale negli anni ’90. 

Sabato primo aprile a Donington, un tracciato modello per la sicurezza, Mick Whalley perde la vita durante una gara della Ducati Performance Trioptions Cup, evento per piloti amatori di contorno al British Superbike, la serie nazionale più importante del Mondo. Whalley resta coinvolto in una caduta di ben sei piloti traditi da una macchia d’olio sul tracciato, una dinamica sinistramente simile a quella verificatasi domenica scorsa a Le Mans durante il GP della Moto3: sono caduti in sedici ma per fortuna è andato tutto bene. 

Dario Cecconi, 38 anni

Dario Cecconi, 38 anni

Il 25 aprile scompare in Irlanda il toscano Dario Cecconi, 38 anni. Era caduto due giorni prima durante la Tandragee 100, una famosa competizione che si svolge da oltre 50 anni su stradine di campagna, tra pericoli d’ogni genere. Ma Dario ci correva ogni anno l’amava a tal punto da essersi tatuato la piantina del tracciato. 

Le morti in pista o in strada almeno un senso ce l’hanno: i piloti amano il rischio, ci convivono e sanno a cosa possono andare incontro se qualcosa va storto. Ma quello che è accaduto a Nicky Hayden ha davvero dell’incredibile. Corri per una vita, vinci, rischi, cadi e ti rialzi. E poi muori durante un giro con la bici da corsa. Un attimo di disattenzione, un urto fatale. Ed è la fine. 

Che qualcuno vi protegga, dovunque corriate, ragazzi dal cuore d’acciaio. 

L’incidente di Stefano Togni

L’incidente di Anthony Delhalle 

L’incidente di Adrien Protat 

L’incidente di Mick Walley 

L’incidente di Dario Cecconi

L’incidente di Nicky Hayden

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