2 Agosto 2022

Storie di moto: Pierluigi Conforti, parla il primo Re di Silverstone

Il livornese Pierluigi Conforti è stato il primo pilota italiano a vincere nel Motomondiale a Silverstone. Oggi 80enne, ecco la sua storia

Silverstone, Pierluigi Conforti

Silverstone è un circuito leggendario ed evoca le grandi imprese del passato. Il primo nome nell’albo d’oro di questo Gran Premio è quello di un pilota livornese: Pierluigi Conforti. Non è parente di Luca “Broncos” Conforti, non è stato un super campione acclamato dalle folle ma è un grandissimo appassionato, oggi quasi ottantenne.

Lo chiamiamo, inizia a parlare del suo passato, ci racconta la sua storia e si commuove.

“Io avevo due negozi di moto e facevo soprattutto le gare in salita – racconta Pierluigi Conforti a Corsedimoto – in salita ho vinto tanto ma sono stato anche Campione Italiano in circuito per tre volte. Ho fatto la 4 Ore del Mugello e lì volavo, mi scendono le lacrime al pensiero”.

Nel 1977 il Tourist Trophy venne estromesso dal calendario del Motomondiale ed al suo posto venne introdotto il Gran Premio di Gran Bretagna, a Silverstone. Qui Conforti, da Livorno, batte Eugenio Lazzarini, un pilota da anni tra i protagonisti del motomondiale.

Come andò quella gara?

“Ero privato e correvo con la Morbidelli. A quella corsa mancavano sia Pier Paolo Bianchi e Paolo Pileri che erano i due ufficiali allora diedero a me, privato, una buona. Ed andava fortissimo però anche io davo tanto gas. Ero stato quasi sempre secondo dietro ad Eugenio Lazzarini e doveva essere quello il mio piazzamento però nel finale gli si ruppe il motore e così conquistai la mia prima ed unica vittoria nel motomondiale. Sul palco mi parlavano in inglese ma io non sapevo neppure una parola di “no speak English” e tutti si misero a ridere”.

Perché non riuscì a ripetersi?

“Io avevo i negozi, dovevo andare a lavorare, non avevo tempo e soldi per fare tutto il Mondiale e poi io sono sempre stato un privato! Chiudevo il giovedì e il lunedì mattina era subito a lavorare a Livorno. Andavo via con i meccanici ma molte cose sulla moto le facevo anche da solo perché comunque ci capivo. In ogni caso ho corso solo in Europa, non potevo andare in America a correre e poi non c’era il denaro”.

Quando ha smesso?

“Le mie ultime gare sono state nel 1983 ma ho lavorato nelle moto pur tutta la vita, ancora adesso che ho quasi 80 anni passo le giornate, domeniche comprese a lavorare alle moto”.

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