2 Giugno 2021

Paolo Simoncelli: la morte di Dupasquier e il ricordo del figlio Marco

La morte di Jason Dupasquier ha riportato alla mente l'incidente del SIC. Le parole di Paolo Simoncelli a pochi giorni dal dramma del Mugello.

Moto3, Paolo Simoncelli

La morte di Jason Dupasquier ha scosso il mondo dello sport e il paddock della MotoGP. A tanti è tornato in mente quanto accaduto nel 2011 a Marco Simoncelli sul circuito di Sepang, quando al secondo giro cade dopo un eroici tentativo di restare in sella. A travolgerlo gli incolpevoli Colin Edwards e Valentino Rossi. Il 5 settembre 2010, nella gara di Moto2, Shoya Tomizawa cadde in curva e venne investito da due moto che lo seguivano a breve distanza. Una tipologia di incidente inevitabile, nonostante i grandi miglioramenti in termini di sicurezza.

A distanza di pochi giorni arriva il commento di Paolo Simoncelli. Chi meglio di lui può comprendere il dolore della famiglia Dupasquier? Eppure il papà del SIC ha trovato una valvola di sfogo proprio nel mondo delle corse, ha creato un team per onorare la memoria di suo figlio. “Questo Mugello è stato di una tristezza disarmante. Dapprima per i suoi spalti vuoti a sostituire rombo di motori, di motoseghe e fumogeni degli anni precedenti quando lo slogan era “Al Mugello non si dorme” e per finire per la straziante notizia di Jason Dupasquier“.

Il ricordo del SIC

Sul piano prettamente sportivo per il team SIC58 Squadra Corse il GP d’Italia si era messo sulla retta via. Tatsu Suzuki ha conquistato la pole position, nella mischia della gara ha chiuso al decimo posto. Davanti alla morte di Jason Dupasquier però anche una vittoria passa in secondo piano. “E’ brutto da dire, è brutto da sentire, ma il motociclismo ogni tanto esige la sua tassa. E’ uno sport rischioso, costoso, lo sa il pilota, lo sappiamo noi eppure quando è ora di pagare non siamo mai pronti. Il mio pensiero va alla famiglia di Jason, conosco il dolore che stanno passando e non c’è consolazione. So che hanno un altro figlio che corre, ora la scelta che dovranno affrontare sarà altrettanto difficile“.

Inevitabile pensare a Marco Simoncelli, era l’11 ottobre 2011. Un impatto talmente violento da strappargli il casco. “Mi sono sempre ritenuto fortunato, per come ho perso Marco, senza che soffrisse, andandosene mentre faceva ciò che più amava, non rimanendo in vita in modo sofferto o limitato dopo tutte le esperienze che aveva provato. Perché un conto è nascerci, un altro è perdere per sempre l’ uso di gambe e braccia dopo un incidente, credo sia ancora più difficile farsene una ragione“.

Jonathan Rea “In Testa, la mia autobiografia” In vendita anche su Amazon Libri

Lascia un commento