30 Ottobre 2019

SBK, Jonathan Rea: “Sognavo la MotoGP, ma non ho rimpianti”

Jonathan Rea ha vinto gli ultimi cinque titoli SBK e nel 2020 ci riproverà ancora. Ma resta un sogno mai realizzato in carriera: l'approdo in MotoGP.

Jonathan Rea pilota Kawasaki

Dopo cinque titoli mondiali consecutivi per Jonathan Rea il primo obiettivo è non perdere stimoli. Dopo 88 vittorie è divenuto il pilota di maggior successo nella storia della SBK. La stagione 2019 non era cominciata sotto una buona stella, ma da Imola ha dato vita a una rimonta storica.

Una storia fatta di momenti difficili quella del pilota irlandese. “Quando ho iniziato a gareggiare io e mio padre ogni fine settimana dovevamo prendere una barca per l’Inghilterra per poi metterci alla guida andando alla ricerca delle varie competizioni“. Gli incidenti hanno segnato l’ascesa della sua carriera, compresa la dura esperienza nel motocross che “mi ha aiutato ad arrivare dove sono arrivato. Ho dovuto affrontare incidenti che avrebbero potuto anche mettere fine alla mia carriera“.

Oggi Jonathan Rea ha 32 anni, una moglie e due figli, Jake e Tyler. Famiglia e sport sono due mondi spesso in contrasto, ma il pentacampione sa gestire alla grande gli impegni: “Quando sono a casa provo a non pensare alle moto – ha detto a WorldSBK.com -. Mi piace molto preparare da mangiare, a volte io e Tatia cuciniamo in stile Master Chef! Mi piacciono le cose normali, mi piace condividere una bottiglia di vino con mia moglie e mettere a letto i bimbi. Tutti e due giocano a calcio e quindi il fine settimana sono sui vari campi in cui giocano“.

Con il quinto Mondiale SBK la sua popolarità ha subìto un’ulteriore impennata, con essa anche gli impegni di marketing. “Avere una famiglia è la cosa più difficile nella vita e che ti fa capire che oltre alle gare c’è molto altro. Amo questo sport, le moto sono tutto quello che conosco, ma so anche che questa è una vita egoista. Sei sempre in viaggio e non è normale quando hai due figli piccoli“.

 PASSATO, FUTURO E SOGNI

Nel 2016 Jonathan Rea ha pensato al ritiro, “ma correre mi piace ancora troppo. Il mio obiettivo ora è quello di provare a continuare a vincere ancora dato che mi diverto troppo!”. Nel 2019 ha dovuto alzare ulteriormente il livello, sfruttare le zone di superiorità rispetto alla Ducati di Alvaro Bautista, con il team chiamato a fare un lavoro ingegneristico impeccabile. Per il prossimo anno servirà maggiore potenza per tenere testa alla Rossa italiana. “Non sono abbastanza stupido da pensare che vincerò per sempre. So che arriveranno nuovi piloti o nuove moto o pacchetti, forse un infortunio, ci saranno momenti difficili ma voglio provare a continuare ciò che sto facendo ora“.

Infine un sogno destinato a restare tale: “Una piccola parte di me avrebbe voluto avere una chance in MotoGP con un pacchetto competitivo. Ma non c’è mai stata questa possibilità e quindi non posso avere rimpianti. Ho fatto un sacco di errori ma non ho rimpianti“.

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1 commento

  1. matteochiarello197_14424442 ha detto:

    Come dargli torto!è un grandissimo e non molla mai,resto però del parere che,quest’anno, il mondiale l’ha perso bautista, senza nessuna scusante!in un mese e mezzo,passare da +61 a -81 punti in classifica son cose da: ho visto cose che voi umani non potete immaginare!!!