21 Luglio 2021

Jeffrey Herlings, Dani Pedrosa e quello stesso incredibile destino

Cos'hanno in comune due campioni come Jeffrey Herlings e Dani Pedrosa? Certo l'indiscusso talento, ma anche una carriera segnata da tanti infortuni...

Herlings MXGP Pedrosa MotoGP

Per emergere in uno sport indubbiamente servono grinta, passione, duro lavoro e talento. Ma non si può dimenticare anche una buona dose di fortuna. Quella che è mancata a due piloti accomunati quasi da uno stesso beffardo destino. Il primo è il pilota MotoGP Dani Pedrosa, ormai ritirato dal 2018 ma con una wild card in programma a breve. Il secondo è il pilota MXGP Jeffrey Herlings, incappato domenica nell’ennesimo infortunio. Ecco, proprio questa è la parola che accomuna i due ragazzi appena citati, che sicuramente avrebbero un palmares personale ancora più ricco di quanto già non sia. Sarebbe assurdo negare il fatto che siano due piloti decisamente vincenti, che hanno lasciato (o sta lasciando, nel caso del secondo) un segno nei rispettivi campionati. Purtroppo però con tanti ‘ma’…

I numeri di Dani Pedrosa

Partiamo dal 35enne ‘piccolo samurai’ di Sabadell, tre volte campione del mondo tra 250cc e 125cc, con due record ancora imbattuti nella quarto di litro. Nel 2004 è diventato il più giovane iridato di categoria a 19 anni e 18 giorni, ma nello stesso anno è anche il più giovane vincitore di un GP (Sudafrica) a 18 anni e 202 giorni. Per 16 stagioni consecutive poi ha sempre conquistato almeno una vittoria. È il 6° di sempre per numero di pole position (49), l’8° come numero di vittorie (54, ex aequo con Doohan), il 3° come podi in totale (153, dietro solo a Rossi ed Agostini), infine il 6° per giri veloci in gara (64). L’unica ‘pecca’ per questo talento spagnolo è quella corona MotoGP purtroppo mai raggiunta.

I numeri di Jeffrey Herlings

Nel caso del 26enne alfiere KTM originario di Geldrop parliamo di una carriera ancora in corso, ma i numeri certamente sono notevoli. Dopo essersi distinto a livello nazionale, ecco il suo esordio a livello mondiale nella stagione 2010 (appena raggiunta l’età minima). Non ci vuole molto perché inizi a farsi notare anche a questi livelli: al terzo evento MX2, proprio la tappa di casa, domina entrambe le corse e si assicura il suo primo GP. Da allora ha messo a referto altri 90 trionfi overall, con un totale di 120 podi. Per numero di successi è il terzo migliore di sempre, preceduto solamente da Stefan Everts (101) e dal nostro Tony Cairoli (a quota 93). Per quanto riguarda i titoli mondiali, ne contiamo tre in MX2 (2012, 2013, 2016) ed uno in MXGP (2018).

Piloti vincenti, ma quanti infortuni

Numeri certamente impressionati per entrambi, eppure inferiori rispetto a quello che avrebbero potuto raccogliere. Il motivo? Le tante lesioni con cui tutt’e due hanno dovuto fare i conti, varie volte quando si trovavano al comando delle rispettive classifiche iridate. Ricapitoliamo tutti i problemi tra fratture e lesioni di vario tipo, partendo da Dani Pedrosa. Il piede destro, le due caviglie, la tibia sinistra, entrambe le ginocchia, dita della mano sinistra, i polsi, omero e radio del braccio sinistro, le clavicole, il secondo metacarpo della mano destra, la caviglia destra, il bacino. Più tre interventi per sindrome compartimentale, due al braccio destro ed uno al sinistro. Si comincia nel 2003 con i guai alle caviglie (GP d’Australia), per finire con l’ultima frattura al polso destro nel 2018 (contatto con Zarco in Argentina). Il soprannome “Titanium” non è casuale… Proseguiamo con la lista di Jeffrey Herlings: una spalla lussata, tre fratture alle clavicole, un femore ed un mignolo lesionati, dislocazione dell’osso pelvico, due fratture ai piedi, per finire con lesioni alle vertebre. Con l’aggiornamento post MXGP dei Paesi Bassi, ovvero la frattura della scapola sinistra dopo essere stato colpito dalla Kawasaki di Monticelli.

Herlings come Pedrosa?

C’è una differenza: Jeffrey Herlings è riuscito a vincere un titolo in classe regina in Motocross, un risultato invece sempre sfuggito a Dani Pedrosa nel Motomondiale. I risultati c’erano, ma ecco spesso e volentieri quella lesione che cancellava ogni possibilità. Citiamo anche la sfortuna a Misano 2012: problemi alla moto e retrocessione in ultima posizione (dalla pole), per poi essere falciato da Barberá proprio all’inizio della corsa. Uno zero pesantissimo, che compromette le sue possibilità di lottare per il titolo. Per Herlings invece parliamo sempre di infortuni: citiamo il possibile iride MX2 2014 sfumato per lesione a metà campionato. Passando in MXGP, non serve andare troppo lontano visto che basta ricordare il 2020, un finale di campionato arrivato troppo presto e quand’era leader iridato. Da valutare ora i tempi di recupero dopo la spalla KO ad Oss, ma la classifica generale lo vedeva a soli sei punti dal leader Gajser. Quante somiglianze tra due talenti delle due ruote troppo sfortunati…

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Foto: KTM Media-Ray Archer/P.Platzer

 

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1 commento

  1. FRA 1988 ha detto:

    Ok il parallelismo ci può stare ma la differenza è che Herlings quando sta bene fa una differenza molto grande su tutti. Solo Tony dei tempi d’oro di 10 anni fa, potrebbe realmente impensierirlo. Mentre Dani, per quanto sia stato sfortunato, non ha mai dato l’impressione di essere nettamente superiori ai rivali in top class. Forse avrebbe vinto nel 2012 ma non sarebbe stato così forte da dominare come Herlings sano. Piuttosto il paragone lo farei con Marquez che senza infortunio del nervo ottico(2011) e braccio destro avrebbe 2/3 titoli in più.