MotoGP, Valentino Rossi: “La vita del paddock per me è finita”
Valentino Rossi parla del rapporto con i tifosi nel paddock e nella vita di tutti i giorni. E ammette: "Vincere per me è sempre più difficile".

L’intervista a Valentino Rossi: guarda il VIDEO
Valentino Rossi non sarà più il pilota vincente di un decennio fa, ma a Phillip Island ha raggiunto un record epico: 400 GP in carriera. Sarà pure il veterano “old generation” costretto a fare i conti con giovani piloti atletici e affamati, ma la storia non si può cancellare. La leggenda di Tavullia continua a giocarsela, a trovare sempre nuovi stimoli, a cercare una via di uscita ai problemi della sua Yamaha. Ma 400 è un numero difficile da pareggiare: “È un numero incredibile. Quando inizi a contare, da 1 a 400 è molto“, ha detto in un’intervista a Motogp.com. “Un viaggio molto, molto lungo. Sono molto orgoglioso della mia carriera, mi diverto. È stato la grande strada della mia vita da quando avevo dieci o dodici anni“.
24 stagioni, l’unico pilota ad aver vinto su una moto a due tempi da 500cc e a quattro tempi da 990, 800 e 1000 cc. Valentino Rossi ha vissuto il transito da sport ipomediatico a evento mediatico di massa. “All’inizio mi piaceva stare nel paddock. Avevo molti amici e tutto era più facile, avevi più libertà. Abbiamo guidato impennando con scooter modificati. Era come una seconda casa. Le cose sono diventate più difficili negli ultimi anni. Meglio per i fan perché si divertono molto, ma per me la vita del paddock è finita. Arrivare ai box dal camper è una fatica. Ora la mia vita da paddock si svolge al chiuso, nel camper e nel box“.
La sua vita è cambiata non solo nel paddock ma anche fuori. La popolarità ha anche dei lati negativi che blindano la vita privata. “All’inizio – ha raccontato Valentino Rossi – era difficile accettare che la tua vita fosse cambiata. È vero che in genere godi di molti vantaggi. Ad esempio, se vai in un negozio, non devi aspettare o chiudono a chiave. Ma a volte non puoi vivere una vita normale… Per i primi quattro o cinque anni, a volte ho sofferto. Non è stato facile. Quando volevi andare al cinema, per esempio. Ma poi mi ci sono abituato lentamente. Ho provato a vivere una vita normale, anche se non è normale“.
Gran parte del tempo libero lo trascorre nella sua Tavullia, la sua roccaforte, dove ha costruito un Ranch con tanto di body guards. “Non voglio dire che è normale lì, ma le persone nella zona non mi danno fastidio perché sono abituate a vedermi. Quindi posso andare al ristorante. Ma dopo 20 km è già diverso“. Ma d’altro canto i tifosi sono l’orgoglio più grande della sua carriera. “Durante la mia carriera, ho fatto qualcosa che è rimasto nel cuore della gente, specialmente dei miei fan. Ad esempio, quando sono passato dalla Honda alla Yamaha, o quando sono tornato dalla Ducati alla Yamaha e ho ricominciato a competere. O il brutto finale del 2015, quando ho perso il Mondiale. I miei fan non hanno dimenticato queste cose. E anche se sfortunatamente è più difficile per me vincere o essere competitivo – ha concluso Valentino Rossi -, ho un grande supporto tutto l’anno“.
3 commenti
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Resti sempre un grande campione, tanto di cappello, numero 1
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La storia,in quanto tale,non si può cambiare e quella di rossi è assolutamente grandiosa e da cornice!solamente mi piacerebbe vedere e sentire maggiore obbiettività x quanto riguarda le perfomance della Yamaha! Considerando ciò che stanno facendo vinales e quartararo mi sembra chiaro che non è questa ciofeca!!Rossi si lamenta del rettilineo, dovizioso si lamenta del centro curva!unico a non lamentarsi è Márquez! Mahhhh
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X tutti coloro che mi hanno condannato, perché non argomentate?sono molto curioso di conoscere il punto di vista altrui!e visto che qua si parla di matematica perché i tempi sono dati da numeri, vorrei sapere dove ho sbagliato…..
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