21 Dicembre 2022

MotoGP, Valentino Rossi: cinque “cuccioli” all’assalto del Mondiale

Il paddock della MotoGP porta ancora la firma di Valentino Rossi. Cinque suoi allievi possono puntare al titolo mondiale.

MotoGP, Valentino Rossi

Valentino Rossi non è riuscito a vincere il suo decimo titolo mondiale da pilota, ma il paddock della MotoGP porta ancora la sua firma VR46. Non solo con il team creato dalle fondamenta dello Sky Racing Team, ma con un manipolo di allievi potenzialmente vincenti. Un esempio lampante è Pecco Bagnaia, campione del mondo con Ducati, autore di un ottimo finale di stagione 2021 e di una storica rimonta iridata nel 2022. Ma non è l’unica freccia nella faretra dello squadrone di Tavullia. Se aggiungiamo che il costruttore dominante al momento è Ducati, ci troviamo davanti alla tempesta perfetta.

Pecco Bagnaia campione MotoGP

Il pilota originario di Chivasso, che ha lasciato la sua città natale da ragazzino per “specializzarsi” nella terra dei motori, è succeduto al guru Valentino Rossi come campione dopo 13 anni di siccità per il motociclismo italiano. Il trend sembra destinato a cambiare, e radicalmente, nelle prossime stagioni con la crescita delle giovani leve provenienti dal Ranch. La VR46 Academy sta ristrutturando l’organizzazione interna per innalzare ulteriormente il livello degli allievi “big”, l’intenzione è aprire un’era vincente con Pecco Bagnaia e Ducati. Dopo non essere riuscito a segnare un solo punto al suo debutto in Moto3 nel 2013, il team VR46 lo ha arruolato tra le proprie fila per renderlo uno dei piloti più veloci in griglia fino a raggiungere il titolo MotoGP.

Il pilota piemontese rischiava di restare fuori dai giochi a 17 anni, ma Valentino Rossi e, soprattutto, Alessio Salucci hanno visto in lui ambizione e talento quando erano ancora in fase embrionale. Pecco ha vinto il Mondiale Moto2 nel 2018 vestendo i colori VR46 e quattro anni dopo è il re della MotoGP. A chi pensa che sia diventato campione solo grazie ad una Desmosedici GP nettamente superiore alle rivali, bisogna ricordare che in griglia c’erano ben otto prototipi similari. E Bagnaia è l’unico che ha saputo fare la differenza.

Luca Marini cerca la prima vittoria

Il fratellastro di Valentino Rossi annaspava nelle prime due stagioni in Moto2, tra una lunga serie di ritiri e piazzamenti nei bassifondi della griglia. La svolta è arrivata quando è stato arruolato dal team VR46 nella middle class. Nel 2018 arrivano podi e la prima vittoria nel Motomondiale, si ripete nel 2019, si afferma vicecampione nel 2020 guadagnandosi il salto in MotoGP. Ha dimostrato di saper essere veloce sul giro secco, di poter brillare nelle qualifiche, ha sfiorato più volte il podio. Nella stagione 2023 vuole ottenere la sua prima vittoria in classe regina, a sua disposizione la Ducati GP22 che conosce perfettamente e con cui potrà spingere da subito, senza doversi scervellare su aggiornamenti e novità tecniche. L’ideale sarebbe seguire l’esempio di Enea Bastianini, ma ogni campionato è una storia a sé.

Marco Bezzecchi “best rookie”

Un altro cucciolo affamato di Valentino Rossi, come il suo pit bull Rubik, nome assegnatogli dalla grande passione di Marco per risolvere il famoso cubo. Classe 1998, può già contare nel suo CV un terzo posto finale in Moto3 nel 2018 con la KTM RC 250 GP del team Redox PrüstelGP. Un altro terzo posto in classifica piloti in Moto2 nel 2021 sulla Kalex dello SKY Racing Team VR46. Nella sua prima annata MotoGP ha conquistato un secondo posto, il primo podio per il Mooney VR46 Racing Team, una pole position, il titolo di “Rookie of the year”. Il 24enne romagnolo ha già ricevuto offerte dai principali team della classe regina per il 2024, ma la VR46 vuole tenerselo stretto. Si distingue per la sua impressionante capacità di qualificarsi nelle posizioni di vertice, nonostante la sua Ducati sia meno competitiva di quella dei colleghi di marca. Nel 2023 farà parlare molto di sé, non certo per la capigliatura riccioluta che tanto ricorda quella del Sic…

Franco Morbidelli cerca il riscatto

In questa preciso momento è forse il pilota più “giù” della VR46 Academy, ma non ha certo perso la stoffa del campione. Del resto il pilota italo-brasiliano, tra i primi allievi di Valentino Rossi, non ha mai transitato per la Moto3. Alla sua quarta stagione in Moto2 ha centrato il titolo mondiale con il team Marc VDS, passa in Top Class con una Honda che non gli permette di dimostrare il suo potenziale. La musica cambia in sella alla Yamaha del team satellite Petronas nel 2019, quando inizia prendere le misure con la M1. Nel Mondiale “ristretto” del 2020 centra tre vittorie e si afferma vicecampione del mondo, arrivando quasi a sfiorare il titolo finito nelle mani di Joan Mir (con una sola vittoria). Poi l’infortunio al ginocchio, l’operazione, il passaggio nel team factory con una moto che intanto aveva cambiato il suo carattere… Nel 2022 non è riuscito ad adattarsi al prototipo di Iwata, su cui è inciampato anche un veterano come Andrea Dovizioso. La stagione 2023 sarà decisiva per il suo futuro, visto che il suo contratto è in scadenza tra un anno.

Celestino Vietti “double face”

A 21 anni è considerato uno dei grandi talenti del motociclismo italiano. Dopo aver dominato la prima parte della stagione Moto2 con tre vittorie, Vietti è entrato in una crisi che lo ha portato a cadere in quasi tutte le gare. Il pilota piemontese è nelle mani della VR46 Academy, di lui si prenderanno cura in questa pausa invernale. Indiscutibile il suo talento, resta da capire cosa è successo a livello mentale. Nel 2023 si proverà a puntare al Mondiale Moto2 con il nuovo team Fantic per guadagnarsi uno spazio in classe regina. Su di lui si erano già avventati alcuni costruttori, poi l’uscita di Suzuki ha scombussolato i piani di mercato.

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Foto: VR46 Riders Academy

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