13 Agosto 2020

MotoGP, tecnica: I 4 anni di sviluppo KTM prima della vittoria (2/2)

La seconda parte del racconto dei quattro anni di KTM in MotoGP. Analizziamo il 2019 ed i tanti cambiamenti che hanno portato alla prima vittoria nel 2020.

Binder KTM Brno MotoGP

Nella prima parte di questo racconto abbiamo esaminato lo sviluppo di KTM dalla sua prima apparizione in un Gran Premio MotoGP nel 2016, fino alla fine della stagione 2018. Ora ci concentreremo sull’anno probabilmente più importante per la fabbrica austriaca: il 2019. È stato un anno caratterizzato da enormi progressi e grandi insidie. Con la firma di Johann Zarco la squadra ora contava due piloti di peso e sembrava che tutti i pezzi del puzzle fossero a posto per puntare alla top 5.

Anche l’aggiunta di un team satellite, ovvero Tech3 Racing, ha aiutato molto, raddoppiando la quantità di dati che sono stati in grado di raccogliere. Quella stagione forse non è andata esattamente come ci si aspettava, ma vedremo perché invece è stata una benedizione sotto mentite spoglie.

Uno dei pezzi più importanti del puzzle lo scorso anno è stata l’introduzione di un forcellone in carbonio. Non appena i piloti lo hanno provato, l’hanno preferito alla versione in alluminio. Pol Espargaró si è mostrato estremamente positivo in questo senso, dicendo che migliora molto il posteriore della moto.

Nello specifico, aiutava a preservare le gomme e quindi aumentarne la durata, ma ha anche reso più facile il cambio di direzione, mettendo meno peso sulla gomma in accelerazione. È stato da subito un grande successo: da quando tutti i piloti hanno iniziato a correre con questa nuova componente, i loro risultati sono migliorati costantemente.

Come detto, KTM ha ampliato il suo progetto GP nel 2019 per includere anche un team satellite, Tech3 Racing. Una squadra che da 20 anni è parte integrante del paddock del Motomondiale. La loro conoscenza e professionalità erano due requisiti perfetti per KTM. Con altri due piloti quindi hanno potuto testare più parti e raccogliere molti più dati su cui lavorare per migliorare la moto.

Nella stagione 2019 la moto è cambiata rispetto alla stagione precedente: una nuova carena , un nuovo forcellone, nuovi scarichi e un nuovo insieme sella/scocca posteriore. Anche il telaio della RC16 aveva subito ulteriori modifiche e un nuovo serbatoio del carburante sembrava cambiare la centralizzazione di massa della moto.

Tutto sembrava andare bene in KTM, finché il nuovo arrivato Johann Zarco non ha iniziato a lottare con la gestione della moto. I suoi commenti hanno richiesto ulteriori modifiche al telaio, nel tentativo di rendere la RC16 più facile da gestire. Guardando da vicino il telaio, soprattutto sopra il perno del forcellone, possiamo vedere che quest’area è cambiata più volte nel corso della stagione 2019.

Questa è la carenatura  utilizzata dai piloti nel 2019. Durante l’anno la carenatura ha mantenuto sostanzialmente la sua forma, con le parti piatte sui lati ma con l’aggiunta di due alette curve.

Ecco il prototipo di laboratorio che Dani Pedrosa ha utilizzato durante i test di metà stagione a Misano. Pedrosa è stato uno dei più grandi successi di KTM. Ingaggiato dopo il suo ritiro, il pilota spagnolo ha dimostrato di essere una delle più grandi armi che la struttura austriaca abbia nel suo arsenale in materia di sviluppo della sua RC16.

A livello del telaio, appena sopra il perno del forcellone, notiamo la presenza di un ulteriore bullone che prima non esisteva.

Ecco un altro telaio modificato. Possiamo vedere un supporto motore appena sopra il perno del forcellone, ma in realtà non c’è nessun bullone motore. Zarco ha provato spesso questa versione, alla ricerca di diverse caratteristiche di flessibilità.

Ecco un’immagine della stessa moto, scatta alla fine dei test dell’anno scorso a Jerez. Si può vedere chiaramente che il supporto motore ha un bullone. Questa moto in realtà appartiene a Brad Binder: invece di fargli provare subito il nuovo telaio, hanno deciso di fargli prendere familiarità con la vecchia moto prima di dargli la nuova RC16 2020.

Ed ecco poi il nuovo telaio. La trave principale è ora molto più grande, dalla forma ovale che contribuisce alla stabilità in frenata e in accelerazione, mantenendo la flessione laterale per migliorare le curve.

Quando il nuovo prototipo è stato presentato, Pol Espargaró si è dichiarato subito molto soddisfatto, dicendo che era migliore in quasi tutte le aree. Tanti passi avanti, oltre a permettere ai piloti di gestire la potenza del motore della KTM RC16 molto più facilmente.

Uno dei cambiamenti più visibili che abbiamo visto è stata la loro nuova carenatura aerodinamica per il 2020. Soprannominata ‘carenatura a denti di squalo’, la moto ora ha un aspetto molto più aggressivo. La nuova presa d’aria è stata progettata attorno a un nuovo airbox e un nuovo motore per liberare quanta più potenza possibile.

Le nuove alette erano molto più grandi e sembravano seguire il design adottato da Honda e Suzuki. Ma la caratteristica davvero interessante di questa carenatura sono proprio i cosiddetti denti di squalo. Bordi seghettati che impediscono la formazione di grandi vortici, suddividendoli in più piccoli per aumentare l’efficienza aerodinamica.

Qual è stato il risultato di tutti questi cambiamenti? Semplicemente li hanno portati a vincere la loro primissima gara nella classe regina poco meno di una settimana fa.

La storia di KTM è notevole. Dopo soli quattro anni in MotoGP, ecco arrivare la loro prima vittoria. Il successo di Binder di domenica scorsa non ha solo realizzato il sogno di un pilota, ma anche il sogno di una fabbrica. Brad Binder e KTM hanno inciso i loro nomi nella storia delle corse motociclistiche.

L’articolo originale di Paul Emile Viel su paddock-gp

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1 commento

  1. matusa7_14963831 ha detto:

    Manca il fatto che KTM aveva iniziato col motore con l’albero che ruotava in avanti ed ha poi dovuto convertirsi (come tutte le altre case) all’albero che ruota all’indietro, con la necessità di rivedere pesantemente tutta la ciclistica