29 Gennaio 2016

MotoGP Stoner il ritorno del manico ribelle

Casey torna come special tester Ducati e scalda la vigilia MotoGP. Quanto andrà forte con la GP15? E dopo tornerà a correre?

Casey ha salutato la Ducati cinque anni fa con tre podi consecutivi: terzo in Malesia, impredibile nella sua Australia, di nuovo sul podio a Valencia. Risultati che quelli che sulla Rossa sono saliti dopo  – Valentino Rossi incluso – se li sognano la notte. Casey Stoner, l’unico pilota ad aver fatto vincere il Mondiale alla Rossa (2007), sta per riaccendere il motore. Dicono sia solo per fare lo “special tester”, ma sarebbe come avere in rosa  il centravanti fuoriclasse e farlo giocare solo nelle amichevoli. Stoner correrà, più presto di quanto non crediate. Magari non a tempo pieno, ma intanto il suo ritorno sta infiammando la vigilia MotoGP 2016.

IRONIA DELLA SORTE – Dopo l’epopea Ducati 2007-2010,  con 23 vittorie, CS27 era andato alla Honda, la miglior moto su piazza, sbaragliando con una mano sola. Ha lasciato a fine 2012 perchè si era stancato di rischiare e girare il Mondo, o forse perchè davvero l’ambiente non gli piaceva più. Concetto che ha ripetuto spesso, l’ultima volta a giugno scorso quando alla rivista francese Moto Revue aveva detto: “Se fossimo rimasti ai tempi della 500, contro piloti veri come Doohan, Schwantz o Lawson non avrei lasciato.  La MotoGP di oggi è una merda, non mi interessa.” Casey ha girato le spalle al “sistema” ma, ironia della sorte, il suo rientro – anche se solo da tester, per adesso – è un gran toccasana per la MotoGP. Avete notato? Non si parla più di biscotti, di sportellate, di odio, ma piuttosto quanto andrà forte Casey e se tornerà a correre. Sport, sfida e follia  si sono ripresi la scena. Grazie, Stoner.

BASTAVA IL CERINO – Abbiamo lasciato Casey seduto su una sedia dell’infermia di Suzuka, luglio scorso, con una gamba spezzata e la spalla distrutta contro un muro. Aveva riassaporato il gusto per soli sei giri, prima di essere tradito dall’acceleratore bloccato. Un botto che poteva costare caro, con quella Honda che mesi prima gli aveva negato la gioia di tornare in MotoGP per sostiuire l’infortunato Dani Pedrosa. La tenace opposizione del clan Marquez aveva frantumato il sogno. La Honda lo ha tradito due volte riconsegnandolo alla Ducati sul piatto d’argento. Stoner  desiderava  un posto dove sentirsi apprezzato e l’entusiasmo dei ducatisti alla firma del contratto dev’essere stata un’emozione unica. Forse meglio che sbancare la 8 ore al primo colpo.

CARTA BIANCA – La Ducati gli ha dato carta bianca.  In Malesia girerà due giorni, sabato e domenica, sulla vecchia GP15 solo perchè Casey ha scelto così. Vuole rendersi conto di come va la Desmosedici con cui Dovizioso e Iannone hanno chiuso la scorsa stagione (otto podi, zero vittorie in due) e poi dedicarsi prossimamente alla GP16 che a Sepang sarà a disposizione dei due titolari. Stoner girerà nelle sessioni per collaudatori, i fenomeni andranno dentro dal primo al tre febbraio. Ma lui resterà in agguato e se lo vorrà potrà girare come e quando vuole.  Tutti, in queste ore, ci chiediamo: quanto andrà forte? Stoner alla 8 ore volava, anche se la Honda gli aveva affidato una CBR-RR Superbike lontanissima, come messa a punto, dalle sue richieste. Lì si corre in tre sulla stessa moto e funziona che il migliore deve adattarsi, non viceversa. In MotoGP non avrà problemi, sarà solo contro tutti. Come piace a lui, oggi come ieri.

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