10 Febbraio 2022

MotoGP, Suzuki: stile ‘conservativo’ e nuove strategie per il Mondiale 2022

Shinichi Sahara fa il punto sulla situazione Suzuki, dai test positivi al problema qualifiche. Ancora nessuna novità riguardo il nuovo team manager.

suzuki motogp 2022

Alla vigilia dei test più importanti per la MotoGP, c’è tempo per fare un primo bilancio. C’è un cauto ottimismo in casa Suzuki dopo le prove ufficiali svolte a Sepang: gli ultimi sviluppi piacciono ai piloti e non solo, sottolineando così la chiara intenzione di tornare a lottare per il titolo mondiale in questo 2022. Ma Shinichi Sahara, responsabile tecnico del team di Hamamatsu, ammette anche di non poter ancora dire nulla sulla questione Team Manager. Per quanto riguarda i piloti invece sottolinea come sia ancora presto per pensarci, ma attorno alla pausa estiva potrebbe essere presa qualche decisione in merito.

Team Manager e piloti

“Siamo ancora in trattativa con alcune persone, ci vuole più tempo di quanto mi aspettassi, ma niente panico.” Nel corso del meeting online, Sahara commenta così la situazione attuale riguardo la figura ancora mancante. “È tutto sotto controllo in questo settore e non posso dire niente in merito, anche per la riservatezza delle persone con cui stiamo parlando. Non appena avremo firmato un accordo, sarà mia premura fare un annuncio al momento opportuno.” Un problema che riguarda anche i piloti? “Non sembrano molto preoccupati, in ogni caso parliamo sempre.” Si tocca poi la questione contratti, un punto solamente di sua competenza per il momento. “In passato, quando c’era ancora Davide Brivio, anche io ero coinvolto nella questione contratti. Ora però pensiamo solo a dare ai nostri attuali piloti una moto competitiva per lottare di nuovo per il titolo.” C’è una sorta di scadenza? “Non è il momento di pensarci, probabilmente lo sarà in estate, a luglio o ad agosto, ma è solo un’ipotesi. Normalmente poi parliamo di biennali, ma vedremo più avanti.” Riguardo un eventuale team satellite, ancora si rimane sul vago. “Certo ci sono aspetti positivi: con più moto si raccolgono più dati, e c’è la possibilità di far crescere giovani piloti. Ma non dipende solo da noi, dobbiamo decidere anche con chi vorrà collaborare con noi.”

Test ed evoluzioni

A Sepang s’è intravista una sorta di abbassatore anteriore sulla Ducati, cosa che non è stata commentata (qui le parole di Dall’Igna). Ed in Suzuki com’è la situazione? “Abbiamo solo il dispositivo in partenza” è la risposta di Sahara. Riguardo alla ‘misteriosa’ nuova opzione, “So che c’è e che qualcuno l’ha provato, ma non so bene come funziona. Certo se diventerà normale lo proveremo anche noi, ci forzerà ad un extra budget per lavorarci, ma ne dovremo discutere.” Riguardo in generale ai test in Malesia, ottimismo ma non troppo. “Sono state prove molto positive, abbiamo visto dei miglioramenti significativi a livello di potenza del motore, del telaio, ed abbiamo confermato che la direzione dello sviluppo è quella giusta. Ma è presto per essere contenti, prima dobbiamo arrivare alle gare.” Seguendo sempre la loro filosofia. “Uno stile ‘conservativo’. Cerchiamo sempre di migliorare in alcune aree senza perdere i nostri punti forti. Speriamo sia sufficiente contro i nostri rivali!” Si studia anche il modo per sistemare il problema qualifiche. “Abbiamo iniziato a provare una nuova strategia nelle ultime gare del 2021, a Portimao e Valencia, e Joan in particolare si è piazzato nelle prime due file. Ci sono tanti aspetti da considerare: dobbiamo evitare di perdere occasioni con le bandiere gialle o dei piloti davanti ed abbiamo poi qualche idea riguardo la moto.”

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Foto: Suzuki Racing

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