12 Maggio 2022

MotoGP, pressione pneumatici: adesso è caccia alla talpa

MotoGP alle prese con la misurazione della pressione pneumatici. Dal 2023 sistema unificato, ma la fuga di notizie dà fastidio.

MotoGP, gomme Michelin

Sui sensori di pressione degli pneumatici MotoGP, sui valori di “tolleranza” e sull’armistizio deciso dai costruttori vigeva un certo segreto. Poi la falsa notizia sulle presunte irregolarità della Ducati di Pecco Bagnaia a Jerez ha scoperto il coperchio di una pentola a pressione. La domanda che adesso molti si pongono è chi abbia dato certe informazioni che dovevano restare interne secondo quanto stabilito in MSMA, l’associazione dei costruttori. Del resto si tratta di un accordo “clandestino” ora trapelato al pubblico, specie dopo le dichiarazioni di Gigi Dall’Igna ai media.

Una questione di valori

Pecco Bagnaia ha guidato con una pressione delle gomme più bassa del “dovuto” durante tutti i 25 giri del GP di Jerez. La pressione delle gomme consentita è scesa al di sotto anche per Jorge Martin, Alex Rins e Andrea Dovizioso. Ma non ci possono essere sanzioni perché la situazione è controversa. Dal 2016, la pressione minima delle gomme slick anteriori è di 1,9 bar, per le slick posteriori è di 1,7 bar. Gli organizzatori hanno richiesto sensori sulle ruote per monitorare la pressione degli pneumatici, ma i valori forniti non sono affidabili. Per questo motivo i sei costruttori MotoGP hanno deciso di non comminare sanzioni nel caso di valori più bassi o più alti rispetto ai limiti fissati dal regolamento.

I sensori in MotoGP

Ogni costruttore ha degli accordi con produttori di sensori differenti, i più noti sono McLaren e LDL. Ma i valori non sono affidabili al 100 percento e, come sottolineato anche da Gigi Dall’Igna, possono essere manomessi. In passato i costruttori hanno proposto a Michelin di monitorare i valori, ma l’azienda francese ha risposto picche. “Non spetta a noi giudicare cosa fanno i team“, fanno sapere da Clermont-Ferrand. I tecnici Michelin non possono prevedere con quale pressione bisogna partire affinché si rispettino i valori minimi al termine della gara. Attualmente si usano sensori con tolleranze diverse e il canale di trasmissione dei dati è aperto. Chiunque può modificare questi dati a differenza di quanto accade in Moto2 e MotoE.

La fuga di notizie

A questo punto Dorna deve accelerare sui tempi e velocizzare il processo che porterà, nella prossima stagione MotoGP, a sensori unificati che hanno le stesse tolleranze e con un canale di trasferimento dati accessibile solo a Dorna. Solo in questo caso si possono prendere provvedimenti. Intanto ci si chiede chi abbia fatto trapelare certi dati dopo la gara di Jerez. Come riferisce Speedweek.com gli indizi porterebbero a Honda, delusa per i risultati finora ottenuti, o Aprilia, rivale della Ducati. Da scartare Ducati, Yamaha e Suzuki che avrebbero avuto dei loro piloti con valori inferiore al limite.

Foto Michelin Motorsport

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