26 Gennaio 2021

MotoGP, Marc Marquez: l’atto di fede che rende “normale” la vittoria

Santi Hernandez, capotecnico di Marc Marquez, racconta il box Honda senza il suo eroe che ha reso scontata la vittoria in MotoGP.

MotoGP, Marc Marquez

Il team Repsol Honda ha vissuto una stagione MotoGP quasi surreale nel 2020. Abituato a trionfare dal 2013, grazie al talento unico di Marc Marquez, la sua assenza ha catapultato il box in un’altra dimensione. Il capotecnico Santi Hernandez ha ammesso che i tanti successi del fenomeno di Cervera hanno portato l’intera squadra ad avere una visione distorta della realtà. Il suo infortunio a Jerez ha costretto vertici, ingegneri, meccanici e tifosi a tornare con i piedi per terra. “Questo ti porta a pensare che vincere sia normale, ma non è normale nel paddock della MotoGP. Un buon risultato è finire tra i primi dieci“.

Per dirla alla Lucio Cecchinello, in casa Honda è mancato il centravanti di sfondamento, il Maradona delle due ruote. A sostituirlo una “riserva” come Stefan Bradl per nulla proiettato nell’ottica di dover sostenere un intero campionato MotoGP. Santi Hernandez e l’intero staff #93 sono passati armi e bagagli al fianco del collaudatore tedesco, con obiettivi totalmente ridimensionati. E con la priorità di dover testare continuamente nuove componenti. Da squadra vincente a test team di lusso, ma senza mai perdere motivazione. “La Honda non ci ha chiesto nulla in nessun momento“, spiega il capotecnico di Marc Marquez a Por Orejas, podcast di Motorsport.com. “Hanno capito la situazione e ci hanno dato molta tranquillità, che è ciò che conta di più in questi casi. In un anno così complicato e condizionato dal Coronavirus, non posso che ringraziare Honda“.

In HRC hanno capito il vero valore di Marc, che il suo ingaggio da 15 milioni di euro è più che dovuto. Se Suzuki ha dimostrato che la moto fa ancora la differenza in MotoGP, Honda ha compreso che l’otto volte iridato è in grado di colmare ogni lacuna. Un luogo comune con cui Santi Hernandez non è d’accordo è che la Honda sia una moto fatta apposta per Marquez. “Quello che succede è che Marc può fare cose che probabilmente gli altri non fanno… La Honda è una moto da corsa. Per superare un certo limite bisogna fare un atto di fede, crederci, ma lei stessa genera dubbi. È lì che il pilota decide se provarci o restare a quel punto“. Nel box #93 ancora non sanno quando ritornerà il Cabroncito. In ogni caso bisogna farsi trovare pronti. “Dobbiamo essere preparati alla guerra quando ci chiamano“.

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2 commenti

  1. makitari_15179021 ha detto:

    Inutile piangere su ciò che è stato.
    MM è stato gestito sfruttando la sua stessa grinta e presunzione di invulnerabilità …
    E’ andata nel peggiore dei modi … tutti lo sappiamo e come tutti … abbiamo il sentore che questa storia NON PUO’ avere un lieto fine … Chi è causa del suo mal … pianga se stesso.

    • fabu ha detto:

      il bello è che per anni, è stato detto, anche da autorevoli addetti ai lavori o ex campioni, che Marquez guidasse oltre il limite e che rischiasse troppo, che prima o poi la fortuna gli avrebbe girato le spalle. come per tutti i comuni mortali. o che la Honda senza di lui non avrebbe vinto niente. tutti nel team a negare qualsiasi evidenza (Puig in testa con le sue arroganti dichiarazioni), ora cascano dalle nuvole come fossero vittime di una imprevedibile sciagura. si leccheranno le ferite per un bel pezzo.perchè il ragazzo d’oro si è giocato la carriera.