22 Febbraio 2023

MotoGP, Marc Marquez carica Joan Mir: “Siamo un dream team”

Marc Marquez carica Honda e Joan Mir nel giorno della presentazione ufficiale. L'obiettivo per la stagione MotoGP '23 è ritornare al comando.

MotoGP, Marc Marquez e Joan Mir

Repsol Honda ha presentato a Madrid le nuove livree delle RC-V di Marc Marquez e Joan Mir. La priorità è cancellare lo schiaffo dell’ultimo posto in classifica costruttori rimediato nella scorsa stagione MotoGP e uscire da un tunnel sfortunato iniziato nel luglio 2020. HRC prova a sfoggiare uno spirito rinnovato, con l’ingresso ai box di nuove figure tecniche, a cominciare dal neo direttore tecnico Ken Kawauchi.

Marquez e la fine di un incubo

Dopo i test di Sepang l’attenzione è indirizzata a Portimao, quando l’11-12 marzo ci saranno gli ultimi due giorni di preseason per perfezionare gli ultimi dettagli tecnici. Pochi giorni prima del Gran Premio del Portogallo bisognerà omologare la specifica del motore 2023 e non si potrà tornare indietro fino al termine del campionato MotoGP. Si deve decidere il primo pacchetto aerodinamico con cui intraprendere la stagione e su questo punto potrebbe esserci più incertezza. Marc Marquez e Honda sono chiamati ad un’impresa davvero ostica, con le Ducati che si riconfermano un passo avanti ai nastri di partenza.

La buona novella riguarda il fenomeno di Cervera, ritornato in forma fisica smagliante dopo tre anni davvero complicati. Quattro operazioni all’omero destro e due episodi di diplopia hanno fatto calare presagi negativi in casa Marquez e nell’ambiente HRC. Invece il pluricampione ha superato anche questa parentesi negativa e chiede alla sua azienda di fare altrettanto, allestendo una RC-V con cui puntare alle posizioni di vertice. “È stato un inverno normale, visto che sono sempre stato infortunato per quasi cinque anni. Mi ha aiutato a riposare, ne avevo bisogno anche per prepararmi bene fisicamente. Si è notato in Malesia e c’è ancora spazio per miglioramento, perché sono molto perfezionista“.

Marquez-Mir “dream team”

Nell’altro angolo di box ci sarà il neo arrivato Joan Mir, campione MotoGP 2020, in costante crescita con la Honda. Dopo i tentativi falliti con Jorge Lorenzo e Pol Espargarò, Repsol Honda prova ancora una volta a realizzare quel “dream team” inseguito da troppi anni. “Se un pilota [Repsol Honda] non può vincere, deve vincere l’altro! Quindi entrambi dobbiamo essere in grado di vincere le gare: se indossi questi colori devi, è un must. Lui [Mir] viene da un marchio diverso, ma a Valencia e in Malesia stavamo andando entrambi nella stessa direzione. Spero davvero che lotteremo entrambi per le prime posizioni”, ha detto il Cabroncito al termine della presentazione ufficiale del team 2023 -. Abbiamo un grande dream team“.

Titolo MotoGP chiodo fisso

Marc Marquez ha saltato 23 gare nelle ultime tre stagioni a causa di infortuni, ma resta il miglior pilota del marchio Honda, il punto di riferimento per gli altri compagni di marca. Il rischio diplopia resta in agguato ad ogni eventuale caduta, l’atteggiamento del sei volte campione MotoGP potrebbe cambiare. Non il carattere: “Il mio stile e la filosofia sono ancora quelli che avevo dall’età di 20 anni. Ho più esperienza e devo saperla usare in un campionato che sarà molto intenso, con tanti punti e gare in palio. La mentalità è quella di uscire e guidare d’istinto, come ho fatto negli ultimi anni“.

Solo nelle prime gare si capirà il vero livello della Honda, uscita con molti dubbi dal test di Sepang, ma anche qualche certezza in più rispetto a Valencia. Sicuramente gli ingegneri giapponesi riusciranno a migliorare il feeling con l’anteriore della RC213V. I due anni di contratto non sono messi in discussione, la collaborazione proseguirà fino al termine della stagione MotoGP 2024. Anche se i risultati di quest’anno potrebbero già indicare quale strada prendere nel futuro. “Gettare la spugna non è nel nostro DNA e vogliamo lottare per il titolo“, ha concluso Marc Marquez. “Lavoriamo per raggiungere i nostri obiettivi nel 2023 e, in caso contrario, nel 2024. Vogliamo tornare dove siamo sempre stati“.

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