28 Aprile 2018

MotoGP: Lucio Cecchinello “La Honda RC213V ha un gran motore. E non è finita qui…”

Il patron di Honda LRC si gode il gran momento di Cal Crutchlow, 4° in MotoGP a otto punti dalla vetta nonostante il passo falso di Austin

Il GP di Austin non è andato com’era lecito aspettarsi ma il team LCR di Lucio Cecchinello sta vivendo comunque un momento magico. Cal Crutchlow ha vinto il GP d’Argentina, balzando al comando della MotoGP come ad un pilota britannico non accadeva dal 1979, con il mitico Barry Sheene. Nonostante il passo falso americano, Cal è a soli otto punti dalla vetta iridata. Ecco come sta vivendo questo momento Luccio Cecchinello, patron della formazione satellite Honda HRC che fa correre anche il giapponese Takaaki Nakagami.

«È stata una soddisfazione straordinaria. Ma siamo coscienti che, come noi abbiamo fatto un ottimo inizio di stagione, quelli che era normale aspettarsi davanti hanno avuto battute d’arresto. Essere stati  in testa dopo due gare non ha un significato importante, vorrei esserlo a due dalla fine. Teniamo i piedi in terra».

Però era dal 2004, Sete Gibernau nel team Gresini, che un privato non guidava il Mondiale.

«Credo sia anche perché le Case hanno rilanciato i team satelliti, fornendo loro materiale molto più vicino a quello degli ufficiali. Lo vedi con la Ducati con Petrucci, noi con la Hrc, ma anche la Yamaha con Zarco, non credo che la Tech3 abbia una moto così vecchia».

Lei, da pilota, si è trovato primo nel Mondiale 125 nel 2003 al Mugello, al pari con Dani Pedrosa. Ora lo è stato anchen da team principal.

«Molto meglio da pilota. La soddisfazione personale è più alta, da pilota vivi in un’altra dimensione, ti senti speciale, perché effettivamente quel che fai a 300 all’ora non è normale. Però la vita si evolve ed essere nelle posizioni di rango del Mondiale con una struttura come la nostra, che è seguita molto da vicino dalla Hrc, ma ha comunque risorse umane limitate è una gran soddisfazione».

Crutchlow vi ha reso onore per il lavoro che state facendo.

«Diciamo che è stato bravo lui, noi abbiamo cercato di dargli sempre il nostro meglio. Nella MotoGP di oggi la messa a punto della moto è molto complicata, tra elettronica, motore, telaio, gomme, sospensioni. Far lavorare tutto in modo armonico è estremamente difficile ed è chiaro che i team ufficiali hanno un maggior numero di ingegneri che controllano piccole aree. Noi, per esempio, con 4 ingegneri facciamo il lavoro che nel box Hrc fanno con 12-15. Spesso postiamo sui social le foto di quando usciamo la sera dal circuito, i parcheggi vuoti: “Anche stasera abbiamo vinto la gara degli ultimi”. Facciamo orari massacranti».

Crutchlow è convinto di potersela giocare con tutti. 

«Sono d’accordo con lui. Cal è stato dal primo test invernale coi primi. Poi bisognerà vedere come nel corso dell’anno si evolveranno le cose. Honda ci dà già un grandissimo aiuto, normale che qualche piccolo aggiornamento arrivi prima a Marquez. Non credo che sarà un problema di qualità del supporto, mi preoccupa semmai di più l’evoluzione delle prestazioni di Viñales o Lorenzo, che per ora mancano lì davanti».

Crutchlow è nel suo momento migliore?

«Sì, lui è un ragazzo straordinario che in carriera ha cambiato programmi sportivi, dalla Supersport alla Superbike alla MotoGP, e Case, Honda, Ducati e ora Honda. E’ la prima volta che ha un programma continuativo con la stessa moto e lo stesso staff. Oggi per fare la differenza devi lavorare su piccoli dettagli e per farlo bene servono capacità, intesa e alchimia che si creano col tempo. Cal ha esperienza della moto, i tecnici hanno imparato a conoscerlo e, ora che si è creato l’ambiente giusto, si è anche calmato».

Avete raddoppiato con Takaaki Nakagami.

«I risultati nelle qualifiche non sono stati all’altezza del suo potenziale, però è un pilota che rispecchia la mentalità giapponese: all’inizio sono restii e studiano la situazione. Ma in gara si è sempre tirato fuori dalle difficoltà. Ha qualità, dobbiamo dargli tempo, riconoscendo come lui, Morbidelli e Luthi abbiano la Honda di fine 2017 che, come motore, non è allo stesso livello della attuale».

La RC213V è la moto migliore sulla griglia?

«Se fossi un pilota non avrei dubbi, sceglierei una Honda, anche se teoricamente la Yamaha è forse un po’ più guidabile. Però la Honda ha gran motore. E non è finita qui».

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