16 Settembre 2022

MotoGP, Livio Suppo non molla il paddock: “Questo è il mio mondo”

Livio Suppo, team manager Suzuki, ha intenzione di mettersi al servizio dei giovani piloti di talento che puntano alla MotoGP.

MotoGP, Livio Suppo

Dopo una lunga assenza dal paddock della MotoGP Livio Suppo ha accettato l’offerta della Suzuki come team manager. Neppure un manager così esperto come il piemontese avrebbe mai immaginato una simile decisione da parte della Casa di Hamamatsu. Ora gli è ritornata voglia di restarci in questo ambiente, magari con un progetto legato ai giovani piloti che tentano di farsi strada verso i piani alti del Motomondiale.

Livio Suppo e i progetti futuri

Alla luce di un’esperienza pluridecennale Livio Suppo è sicuramente un manager che potrebbe fare gola a molti. “Me lo sto chiedendo pure io. Dopo quattro anni che ero fuori da questo ambiente ho capito che mi piace, ci sto bene, è il mio mondo… E’ successo quello che è successo, avevamo delle idee che potevano essere veramente belle, perché allora non trovare qualche pilota che abbia bisogno della mia mano – ha detto il team manager Suzuki -. Se trovassi un pilota in cui credere non mi dispiacerebbe. Se potessi aiutare Mattia Pasini a fare un altro anno mi farebbe davvero piacere (scherza, ndr). Ho grande stima di lui, magari cominciamo così…“.

Quali sono le caratteristiche imprescindibili per un pilota che punta alla MotoGP? “Il talento è la prima cosa che non deve mancare al pilota. In tutti questi anni ho capito che il secondo elemento utile è l’intelligenza, il carattere, quello fa una differenza pazzesca. Abbiamo visto piloti di talento che hanno fatto carriere al di sotto delle loro potenzialità perché magari è mancata l’intelligenza per fare le scelte giuste. O di sapersi mettere in dubbio quando le cose non vanno bene al posto di scaricare sempre le colpe sulla moto e sul team“.

Pernat manager ideale

Il modello perfetto di manager? Sicuramente Carlo Pernat, responsabile di Enea Bastianini e Tony Arbolino, una figura ormai iconica nel paddock. “Carlo Pernat nel libro ha scritto molte bugie su di me, ma gli si vuole bene perché ormai è un’istituzione all’interno del paddock. Lui è molto bravo a fare il manager, non ci siamo parlati per anni, in Qatar è diventato nuovamente il mio miglior amico (ride, ndr). E’ stato bravo a fare credere che Suzuki fosse interessata ad Enea e quindi ad essere più forte nella trattativa con Ducati“.

L’ascesa dei giovani verso la MotoGP

Livio Suppo potrebbe pensare ad un nuovo progetto a supporto dei piloti italiani che necessitano di esperienza per ambire a traguardi ambiziosi. “Ho iniziato a pensarci durante la pausa estiva, da quando mi sono reso conto che tutti gli sforzi che ho fatto per cercare di salvare il team non si sono realizzati. Non c’è ancora nulla di concreto, la priorità adesso è trovare un lavoro ai ragazzi del team, manca ancora qualcuno, su questo mi impegno di più“, sottolinea il manager piemontese. “KTM sta facendo un ottimo lavoro, almeno nel portare i giovani in MotoGP, poi a gestirli in classe regina un po’ meno… Avere dei team in Moto3 e Moto2 è importante, dovrebbero farlo tutte le Case. Penso che le classi minori dovrebbero essere monomoto, così che i team MotoGP avrebbero dei junior team per fare crescere i piloti. Sarebbe un approccio più moderno, sapere se è più forte il telaio della Kalex o di Boscoscuro non interessa a nessuno“.

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