18 Marzo 2023

MotoGP, l’incubo di Joan Mir: “Difficile memorizzare tutto”

Joan Mir deve ancora adattarsi alla Honda dopo quattro stagioni MotoGP con Suzuki. La procedura di partenza della RC213V è un "incubo".

MotoGP, Joan Mir

Joan Mir ha completato la sua prima preseason MotoGP con la Honda al 13° posto e con quasi otto decimi di distacco dal miglior crono di Pecco Bagnaia. Dopo essere sceso dalla sua Suzuki GSX-RR con cui ha vinto il titolo mondiale 2020, il pilota maiorchino ha svolto sei giornate di test con la RC213V. Fra una settimana si comincerà a fare sul serio nel GP di Portimao, ma proseguirà l’adattamento ad una moto complicata e non ancora all’altezza delle aspettative. In questo momento le Ducati hanno un altro passo e la sfida è ad armi impari.

Nuova procedura di partenza

L’ex pilota Suzuki è uscito dall’ultimo test in Portogallo come miglior pilota della Honda in griglia, anche se resta lontano dalle zone di vertice. Deve ancora acclimatarsi ad un prototipo con motore V4, dopo aver guidato una moto con il quattro cilindri in linea per quattro stagioni. Cambia anche la ricerca del setting e la messa a punto di tutti i dispositivi e gli ausili tecnologici. Tra le nuove sfide che Joan Mir ha affrontato nel passaggio alla Honda, spicca la configurazione della moto pochi secondi prima di iniziare una gara. Un “incubo” per il pilota HRC che prima della partenza dovrà azionare i due dispositivi holeshot, gestire il launch-control, la mappa del motore e altri elementi di elettronica. “Al momento di memorizzare tutto, è stato un incubo, perché dobbiamo fare molte cose con il dispositivo anteriore. Poi devi mettere la folle, che non è come su una moto da strada, poi fermarti, mettere il launch-control, controllare che sia tutto a posto, e poi esci“.

Nuova avventura in MotoGP

Dopo quattro anni in Suzuki aveva memorizzato alla perfezione questo processo, con il cambio costruttore la procedura cambia. Il GP di Portimao, prima tappa del campionato MotoGP ’23, sarà un banco d’esame. “È complicato perché sulla Suzuki facevo tutte queste cose in modo diverso. Cambiare è complicato, ma alla fine è questione di tempo, dopo quattro o cinque gare verrà automaticamente“. Nel box Repsol Honda ha ritrovato una vecchia conoscenza come Ken Kawauchi, oggi direttore tecnico HRC, il che rende più facile acclimatarsi al nuovo ambiente di lavoro. “In Suzuki abbiamo ottenuto risultati incredibili insieme, averlo qui è qualcosa di grande – sottolinea Joan Mir ad ‘Autosport’ -. Sono grato di poter vivere tutto questo con lui, penso che possa fare un buon lavoro come ha già fatto in Suzuki… Serve solo un po’ di tempo“.

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