6 Ottobre 2021

MotoGP, Lin Jarvis: “La stagione 2015 ha cambiato questo sport”

Lin Jarvis ripercorre le tappe tra Valentino Rossi e Yamaha, le tensioni ai box, fino al 2015: "Da allora la MotoGP è diventata come il calcio".

MotoGP, Lin Jarvis

La carriera di Valentino Rossi è alle fasi finali, ma Lin Jarvis avrebbe tanto da ricordare dal 2004 ad oggi. Il Managing Director della Yamaha è uno degli uomini più esperti all’interno del paddock MotoGP, un autentico libro di storia che andrebbe sfogliato attentamente. Con il campione di Tavullia la favola iniziò in una serata del 2003 in Clinica Mobile. “Quello è stato il momento in cui Valentino ha confermato che si sarebbe unito a noi“, racconta a ‘The Oxley Interview’. Il manager inglese quasi non ci credeva. “Dici sul serio? Veramente?’ Aspetta, se possiamo sistemare questo e quello nel contratto, vieni in Yamaha? E lui ha detto ‘Sì, è quello che ho appena detto!’ È stato un momento memorabile“.

La vittoria in Sud Africa è sicuramente uno dei momenti più memorabili, per Valentino Rossi e Yamaha. Aveva da poco lasciato Honda, la moto più forte per antonomasia in quel momento. E contro il più esperto Max Biaggi. “Molte persone dicevano che con Valentino era un rischio e lo è stato. Quando abbiamo vinto la prima gara ci siamo resi conto che tutto era possibile. L’altro momento magico è avvenuto a Phillip Island, dove ha vinto il titolo mondiale 2004“. Ma la ‘history’ tra Yamaha e il Dottore è come una rosa con le spine e non sono mancati i momenti di tensione.

Le tensioni ai box

L’arrivo di Jorge Lorenzo non piacque al campione. La Casa di Iwata temeva che Valentino Rossi andasse in F.1 e quindi serviva un rimpiazzo di peso. “Nel 2010 ha detto ‘O io o Lorenzo, cosa per noi inaccettabile. Il nostro rapporto ha iniziato ad deteriorarsi e c’era molta amarezza“. Dopo il biennio in Ducati Lin Jarvis ha lavorato sodo per riportarlo in Yamaha. Jorge Lorenzo aveva vinto il titolo MotoGP nelle stagioni 2020 e 2012, era difficile convincerlo. E qualcuno in Yamaha era contrario al suo ritorno. “Sono andato nella sua casa di Tavullia e ho discusso con lui. È tornato con un atteggiamento diverso, più modesto e riconoscente“.

Impresa non facile gestire due piloti con una personalità simile. Fino al 2015, quando si sono contesi il Mondiale fino all’ultima gara di Valencia. Poche settimane prima era successo l’impensabile a Sepang, con Marc Marquez che ci mette del suo. “Continuo a pensare che se Valentino non avesse chiamato Marquez dopo la gara di Phillip Island, probabilmente avrebbe vinto il campionatoLa MotoGP ha iniziato ad essere come il calcio, con i tifosi partigiani che insultavano i piloti. Questo ha cambiato per sempre la MotoGP – ha concluso Lin Jarvis -, lo sport che amiamo si è avvelenato”.

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Foto: Getty Images

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6 commenti

  1. fabu ha detto:

    purtroppo la questione Rossi-Marquez è stata gestita male, anzi, non è stata gestita proprio. io rimango sempre convinto che Dorna nella persona di Ezpeleta subito dopo Phillip Island avrebbe dovuto prendere da parte i due galletti, i team manager delle rispettive squadre, tutti seduti ad un tavolo e che nessuno si fosse alzato prima di una stretta di mano. invece nessuno è intervenuto, ed è andata com’è andata.

    • Fra4314 ha detto:

      il problema non fu a Phillip Island, o meglio, per Rossi sì, ma la questione fu sollevata nella conferenza stampa di Sepang e credo che Dorna non potesse fare niente di che. Vorrei ricordare una cosa, senza polemica sia chiaro, in Australia vinse Marquez e Rossi fu passato all’ultimo dal suo “amico” Iannone, ma per Valentino fu tutto un piano di Marquez….Lasciamo da parte che probabilmente, dopo i precedenti attriti, Marquez non aveva piacere che Rossi vincesse il titolo ed in qualche modo gliela voleva far pagare, ma senza la scellerata conferenza stampa di Sepang, forse (e dico forse) Valentino avrebbe conquistato il tanto agognato (chissà poi perché, visto che non aggiungerebbe niente al suo valore) 10° titolo, senza risultare, amio parere, il migliore di quel campionato, ma questo è un altro discorso

      • voiedegarag_15199617 ha detto:

        Sono passati sei anni, ma già da meno di 30 minuti dopo la fine della gara erano disponibili i fogli dei tempi, pilota per pilota, giro per giro, parziale per parziale.
        E se uno ha l’abitudine di leggerne, tipo -che so?- un’appassionato vero di corse? Beh dicono una verità chiara e indiscutibile, che tra l’altro i commissari misero onestamente in evidenza.

        Io i fogli di Phillip Island sinceramente non me li sono mai studiati, ma quelli di Sepang, sì: il resto sono chiacchiere da bar.

        Ma in quanti si sono presi un po’ di tempo per andare a vedere che cosa era REALMENTE successo?
        Pochissimi.
        A mettere in linea ciò che pensavano -a torto o a ragione- fosse successo invece?
        MILIONI, e dopo 6 anni ancora se ne contano.

      • Fra4314 ha detto:

        Bè, infatti il problema secondo Rossi era proprio Phillip Island, a Sepang è stato evidente l’ostruzionismo volontario di Marquez nei suoi confronti, tralasciando giusto o sbagliato, provocato dalla famosa conferenza stampa

  2. FRA 1988 ha detto:

    La vicenda in questione ha avuto un eco mediatico probabilmente irripetibile. Dorna ha cavalcato l’onda
    senza interessarsi delle conseguenze. Ma il tifo da stadio c’era già dai tempi di Gibernau e Stoner ,che venivano fischiati sonoramente al Mugello.

  3. corsedimot_15035767 ha detto:

    “Continuo a pensare che se Valentino non avesse chiamato Marquez dopo la gara di Phillip Island, probabilmente avrebbe vinto il campionato” è quello che tutte le persone di buono senso pensano da quel giorno! E nessuno mi toglie dalla testa che ci sia stato lo zampino di quel genio di Uccio…