17 Gennaio 2020

MotoGP, l’evoluzione della Ducati da GP19 a GP20

Andrea Dovizioso chiede una Ducati migliore in percorrenza di curva. Come cambia l'aerodinamica e il telaio della Desmosedici dal 2019 ad oggi

MotoGP, Andrea Dovizioso

Che Ducati avranno a disposizione Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci ai prossimi test MotoGP di Sepang? Di certo non la versione definitiva, perché alcune soluzioni visibili verranno proposte soltanto in Qatar, così da non lasciare il tempo agli altri costruttori di prendere spunto. Gli uomini di Gigi Dall’Igna, siamo pronti a scommetterci, assesteranno qualche altro colpo a sorpresa, probabilmente nell’area aerodinamica della GP20. Qui a Borgo Panigale sono abituati a guardare ben oltre l’orizzonte, sin dai tempi delle winglets poi vietate per motivi precauzionali in caso di incidente.

Da allora lo sviluppo “Aero” della Desmosedici non ha conosciuto sosta. Meno di un anno fa, nel paddock di Losail, nasceva la grande diatriba sullo spoiler al posteriore, finito poi nelle aule della Federazione Internazionale. Il “cucchiaio” ha saputo trovare la genesi nelle zone grigie del regolamento, segnando una distinzione tra scopi primari e secondari delle componenti. Dopo una indagine approfondita è stato dichiarato lecito ed è iniziata la corsa all’imitazione da parte degli altri team, ma con scarso successo. Qualsivoglia diavoleria ingegneristica non è servita ad Andrea Dovizioso per contendere il titolo MotoGP a Marc Marquez. Nonostante un’evoluzione continua che non ha mai trovato sosta.

COPERCHIO IN CARBONIO E TELAIO DELLA DUCATI

Basti pensare al “coperchio” della ruota anteriore, mirato a regolare il flusso d’aria intorno alla ruota per raggiungere velocità più elevate. A sua volta questo elemento è cresciuto di dimensioni dopo poche settimane ed è stato trasferito anche alla ruota posteriore. Una soluzione che Ducati aveva provato già anni prima in Superbike sulla Panigale. Dal punto di vista aerodinamico il pacchetto originale 2019 della Ducati prevedeva tre sporgenze di dimensione crescente verso il basso, fino ad arrivare alle ali sporgenti di fine anno.

Sul telaio si svolge il lavoro più certosino. Quello intravisto nei test non cambia molto per geometria rispetto al telaio 2019, ma sono completamente mutate le saldature. Qui Andrea Dovizioso si attende lo step decisivo che chiede da tempo, per migliorare la percorrenza a centro curva. Il reticolo di saldature apparse a Jerez ha lo scopo di calibrare meglio le zone di rigidità e flessibilità della GP20. Probabilmente a Sepang  vedremo un’ulteriore evoluzione, dal momento che il forlivese non è parso soddisfatto al 100%. Infine rivedremo la famigerata “salad box” per guadagnare più stabilità e grip al posteriore. Una “scatola magica” elettronica, uno “smorzatore inerziale” che servirebbe a ridurre le vibrazioni. Ma in questo caso il condizionale è d’obbligo. Per battere Marquez servirà una Ducati impeccabile da ogni punto di vista.

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