31 Dicembre 2020

MotoGP, le case dimenticate: Aermacchi, ad un passo dal mondiale

Tante storie mondiali tricolori, tra marchi più o meno conosciuti. Come lo scomparso Aermacchi, che ha anche sfiorato il titolo con Pasolini... Ecco la sua storia.

pasolini aermacchi - motomondiale

Ci sono svariati marchi italiani che hanno fatto la storia del Motomondiale, altri invece ci hanno provato. A questa seconda categoria appartiene un nome ormai scomparso da tempo, una piccola meteora nel mondo delle corse. Stiamo parlando di Aermacchi, che ha vissuto circa un decennio a livello internazionale, prima che il marchio sparisse del tutto dalle due ruote. Ma non senza lasciare una traccia del suo passaggio: tanti podi a referto, a cui sono seguite anche alcune vittorie. Fino al 1972, quando con Renzo Pasolini si ferma ad appena un punto dal titolo 250cc! Anche se poi, con il nome Harley Davidson ed il reparto corse della casa tricolore… Ma andiamo con ordine: eccovi la sua storia.

LE ORIGINI

Parliamo di un’azienda la cui origine non è legata al motociclismo, ma a ben altri settori. L’allora Fratelli Macchi compare verso la fine del XIX secondo con Giovanni ed Agostino Macchi, per la costruzione di carrozze ed omnibus a traino animale. Con la diffusione delle automobili, gli eredi si gettano in questo settore, con un’attività anche di carrozzeria che torna utile in campo ferroviario, soprattutto per l’esercito. Nel 1912, in risposta ad un concorso del ministero della difesa per la fornitura di aerei militari, Giulio Macchi realizza una joint venture assieme ad una compagnia francese. L’anno successivo nasce così a Varese la Società Anonima Nieuport-Macchi: una compagnia che realizzerà in seguito i primi aerei capaci di superare la barriera dei 400, 500 e infine dei 700 km/h. Negli anni ’20 l’azienda diventerà Aeronautica Macchi, denominazione in seguito accorciata in Aermacchi.

LE MOTO E L’ESORDIO MONDIALE

Alla fine della seconda guerra mondiale il marchio di Varese inizia a produrre anche mezzi a due ruote. È il 1951 quando iniziamo a vedere i primi prodotti nel mercato di questo settore. È con la realizzazione dell’Ala d’Oro che vedremo il marchio (diventato Aermacchi-Harley-Davidson S.p.A., vista l’acquisizione del 50% da parte della storica compagnia statunitense) attivo in varie competizioni motociclistiche di quegli anni, Motomondiale incluso. La prima comparsa a livello internazionale risale al 1960, quando Alberto Pagani realizza due gare con Aermacchi nell’allora 250cc, ottenendo un 9° posto in Olanda ed un 5° posto in Belgio.

Per svariati anni il pilota lombardo metterà a referto più gare con questo marchio, non solo nella quarto di litro ma anche in altre categorie. Ma andiamo con ordine: nel 1962 aumentano le Aermacchi in pista (in più classi), anche se le troviamo in zona punti solo in 250cc. Pagani è il migliore grazie ad un doppio 5° posto in Spagna ed al Tourist Trophy. In questa stagione comincia il lungo sodalizio della casa di Varese con Gilberto Milani, che ne diventa meccanico, pilota e collaudatore fino alla fine della sua carriera, per poi passare al ruolo di direttore sportivo.

I PRIMI PODI 

Arriva qualche altro piazzamento a punti nel 1963, mentre l’anno successivo il marchio raggiunge qualche risultato ai piedi del podio tra 350cc e 250cc, piazzamenti ripetuti anche nel 1965 grazie al duo Pasolini-Milani. Finché l’anno successivo ecco i primi cercati podi in entrambe le categorie, e con più di un pilota. Ci pensa per primo Renzo Pasolini, che conquista il terzo gradino del podio nel primo GP 250cc dell’anno in Spagna. Si aggiungono poi il terzo posto in Olanda ed il 2° al GP delle Nazioni, stavolta in 350cc, più altre top 5 che gli valgono una splendida terza piazza iridata.

A Monza però salirà per la prima volta sul podio con Aermacchi anche Alberto Pagani: è in entrambe le categorie del Motomondiale. Ma non finisce qui, visto che segue un altro 3° posto in Giappone in 350cc. Nel 1967 è lui il miglior pilota del costruttore di Varese con varie top 5 che gli valgono la sesta piazza iridata in 350cc. La stagione successiva vede qualche comparsa in 500cc senza successo, mentre Kelvin Carruthers è 3° iridato in 350cc con tre piazzamenti sul podio. Terzo gradino in una occasione per Milani e Brian Steenson, nessun risultato di rilievo invece in 250cc.

I PODI 500CC E LA VITTORIA 125CC

Nel 1969 ci sono vari piloti Aermacchi anche in classe regina, ma uno in particolare riuscirà a conquistare il primo podio nella categoria. Stiamo parlando di Gilberto Milani, che in occasione del GP delle Nazioni porta a casa uno splendido secondo posto. In 350cc arrivano altri podi con lo stesso Milani (Jugoslavia), con Carruthers (Spagna) e con Steenson (Tourist Trophy). Nulla di rilevante in 250cc, discorso diverso invece in 125cc: l’australiano otterrà un 2° posto al TT e Silvano Bertarelli conquista un 3° posto in Olanda. È il 1970, in 500cc si mette in bella evidenza Angelo Bergamonti con due podi nelle tre gare disputate coi colori Aermacchi, oltre ad un terzo posto per Giuseppe Mandolini. In 350cc, Alan Barnett piazza un secondo posto al TT, mentre in 125cc per la prima volta il marchio italiano è sul tetto del podio. Ci pensa John Dodds, che nel primo GP dell’anno conquista una storica vittoria, a cui aggiungere il terzo posto di Bergamonti

PASOLINI SFIORA L’IMPRESA

Il 1971 non regala nessuna particolare soddisfazione ad Aermacchi per quanto riguarda il Campionato del Mondo. Ma è la premessa per quella che diventerà la miglior stagione di sempre nel Motomondiale, e sfortunatamente anche l’ultima. L’anno successivo infatti il marchio brilla grazie a Renzo Pasolini, che chiude 3° iridato in 350cc con la bellezza di ben otto podi a referto. Ma va ancora meglio in 250cc: ecco le prime tre vittorie della categoria (Nazioni, Jugoslavia, Spagna) per l’azienda di Varese, oltre ad altri cinque podi che valgono il vice-campionato a questo sodalizio (quasi) tricolore, ad appena un punto dal campione Jarno Saarinen! È mancato davvero poco al colpaccio per Pasolini ed Aermacchi… Ma è a questo punto che purtroppo la storia mondiale si interrompe, almeno con questo nome.

L’EPILOGO

All’inizio degli anni ’70 compaiono svariati problemi di natura economica, tra l’arrivo delle case nipponiche ed i grossi cambiamenti nel rapporto con Harley Davidson. Aermacchi infatti scomparirà totalmente come marchio, assorbito dalla storica azienda statunitense, che ne eredita anche il reparto corse: con questa struttura, ma col nome AMF-Harley-Davidson (seppur con sede sempre in Italia), lo troviamo di nuovo nel Motomondiale. È così che arriveranno gli unici titoli nella storia del marchio USA: quattro campionati piloti e due costruttori nel periodo ’74-’76 con Walter Villa, tra 250cc e 350cc. Ma non dura: nonostante i vari sforzi compiuti, nel 1978 l’azienda chiude definitivamente i battenti. Nell’autunno di quell’anno però i fratelli Claudio e Gianfranco Castiglioni rilevano quel che resta della fabbrica di Schiranna: comincia qui ciò che diventerà un marchio molto conosciuto come Cagiva. Ma questa è un’altra storia.

Foto: Jaap Bekkema

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