11 Dicembre 2021

MotoGP, la tecnica: Suzuki e gli sviluppi per la svolta nel 2022

Suzuki al lavoro per tornare in alto dopo un 2021 più complesso del previsto. Ecco i dettagli visti nei primi test in ottica 2022.

tecnica suzuki motogp

di Paul Emile Viel

Abbiamo visto in precedenza gli sviluppi che la Yamaha ha portato a Jerez (i dettagli). Diamo ora un’occhiata ad un altro team che utilizza  un motore a 4 cilindri in linea, ovvero Suzuki. Una squadra che sembrava dovesse lasciare Jerez con più frustrazione che speranze per il Mondiale MotoGP 2022. Sembrava che la casa di Hamamatsu non avesse molti pezzi per i test. Contrariamente a quanto percepibile ad occhio nudo, gli ingegneri Suzuki invece non sono rimasti a guardare. Ci sono stati molti aggiornamenti per i loro piloti: motore, telaio, forcellone, dispositivo holeshot, ecc. I test sono stati produttivi, con anche il collaudatore Sylvain Guintoli attivissimo per due giorni in più sulla pista andalusa.

Non era chiaro cosa stesse provando Suzuki a Jerez, sia i tecnici che i piloti sono stati poco loquaci. Joan Mir e Alex Rins hanno dichiarato di avere a disposizione un nuovo telaio e un forcellone, ma non erano gli unici cambiamenti evidenti. Sappiamo che avevano due diverse versioni del loro dispositivo holeshot, una tecnologia che ha permesso loro di avere un ottimo ritmo sul giro secco a fine 2021. In Suzuki sono state provate anche su alcune piccole parti aerodinamiche. Non un pacchetto completo, ma piuttosto piccole evoluzioni in particolare sulle carenature laterali, al fine di far circolare meglio l’aria e quindi raffreddare in modo più efficiente la parte posteriore del radiatore.

Nel corso della seconda giornata di test ci sono stati cambiamenti più visibili. Per esempio, lo stesso telaio ricoperto di carbonio che Suzuki aveva sia nel GP delle Americhe che nel test a Misano, quindi non completamente nuovo. Il carbonio legato alla trave principale contribuisce alla stabilità della frenata, permettendo alla GSX-RR di frenare più forte e più tardi. Un aspetto che è stato apprezzato da entrambi i piloti fin dai primi test a Misano.

La prestazione in frenata della Suzuki è uno dei suoi punti deboli. I V4 infatti offrono una stabilità in frenata decisamente migliore rispetto a quella dei prototipi con 4 cilindri in linea, ovvero Suzuki e Yamaha. Qui in alto possiamo vedere la differenza tra il telaio rivestito in carbonio e il telaio classico: la parte metallica è la stessa, differisce solo l’area in cui viene aggiunto il carbonio.

Un’altra cosa vista sulla GSX-RR era questa differente copertura del serbatoio del carburante e dell’airbox rispetto a quello che abbiamo visto finora. Ciò starebbe ad indicare un diverso airbox e ha senso, dato che Suzuki ha lavorato molto sul motore per la stagione 2022. I piloti Suzuki si sono dichiarati abbastanza positivi sull’aumento di potenza del nuovo motore. Joan Mir però è stato meno positivo sull’effetto che ha avuto sulla moto.

Secondo l’iridato MotoGP 2020, il team tecnico deve ora lavorare sul lato elettronico per ottenere il feeling ed il controllo necessari. Oltre ad aggiungere che devono essere apportati miglioramenti in entrata e in uscita dalle curve per ottenere davvero il massimo da questo motore più potente. Ma dall’altra parte del box invece Alex Rins ha detto che non riteneva necessario un grande lavoro sull’elettronica.

Un’ultima cosa che è stata testata è un nuovo forcellone. Ma come molte delle loro parti più recenti, le modifiche al forcellone erano impercettibili dall’esterno. Al termine di questi test di Jerez le sensazioni sono contrastanti: Alex Rins era piuttosto soddisfatto delle modifiche apportate, mentre Joan Mir si lamentava dell’inerzia della Suzuki, e sembrava scontento dei progressi compiuti. Resta ora da vedere cosa escogiteranno gli ingegneri di Hamamatsu per i test di Sepang, in programma per febbraio 2022.

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Foto: Dorna Sports

L’articolo originale su paddock-gp

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