18 Marzo 2021

MotoGP, la tecnica: la “grande scacchiera” degli elementi in carbonio

Alcuni elementi in carbonio presenti sulle MotoGP attuali presentano una struttura piuttosto particolare. Analizziamola più da vicino.

Aprilia prima e Ducati poi hanno introdotto in MotoGP elementi in carbonio il cui intreccio è diverso da quello che si vede di solito. Queste componenti presentano infatti strutture a scacchiera, con quadrati che possono arrivare fino a un pollice di larghezza, o circa 25 millimetri. Anche se Aprilia ora ha adottato di nuovo un intreccio più fine con la sua RS-GP 21.

Come viene prodotto questo carbonio e quali sono i suoi vantaggi?

Un elemento in carbonio è costituito da una resina che fornisce la resistenza del composito associato alla fibra di carbonio, assicurandone l’integrità fisica. La fibra di carbonio è costituita da un filato di polimero plastico molecolarmente complesso. Lo si sottopone a vari trattamenti termici e chimici per ridurlo alla forma più empirica di carbonio. È ben più sottile di un capello, di solito ce ne vogliono tra 3000 e 12000 per formare la corda che verrà poi tessuta.

Le due trame principali utilizzate sono il bidirezionale di base a scacchiera e il twill diagonale 2/2. Quest’ultimo ampiamente in uso nelle competizioni per la sua facilità di stampaggio.

Diverse sono le altre trame, come quella che abbiamo trovato sulla carenatura della Ducati GP21 di Michele Pirro durante gli ultimi test. Una sorta di bidirezionale irregolare, diverso dal twill 2/2 utilizzato per il coperchio del serbatoio e la sella.

Tutte queste tessiture utilizzano lo stesso principio, un intreccio di “corde” di carbonio da cui derivano due caratteristiche essenziali. Uno spessore minimo e una finitura leggermente ondulata della fibra pre-impregnata.

Al posto delle corde, la tecnologia Spread Tow utilizza dei nastri in carbonio per offrire sia una parte molto più sottile (fino a poche frazioni di millimetro) sia quindi più leggera, e molto più liscia. Questo è il motivo per cui viene utilizzato per elementi aerodinamici in MotoGP.

Più leggere di circa il 50%, più lisce, le parti ottenute sono incidentalmente più resistenti in trazione e compressione. Ma forniscono soprattutto migliori prestazioni meccaniche in torsione per il loro miglior rapporto fibra/resina.

Insomma, sono tanti i vantaggi per le superfici di contatto delle alette MotoGP, una volta definite con estrema precisione. E per questo, la maggior parte dei marchi utilizza la stampa 3D per creare diverse varianti. Prima di finalizzarne una che verrà poi stampata in fibre di carbonio. L’abbiamo visto tante volte, e possiamo ancora vederlo sulla moto di Michele Pirro in Qatar, il cui rivestimento interno dell’appendice non sembra essere tessuto…

La maggior parte delle MotoGP presenta più tessuti di carbonio. A volte anche sulla stessa parte, a seconda della resistenza desiderata e della forma da ottenere.

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Foto credits: Ducati, Michelin, Turnology

L’articolo originale su paddock-gp

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