9 Marzo 2020

MotoGP, KTM-Honda-Suzuki in pista a Jerez. Aprilia “blindata”

La MotoGP in pista per tre giorni di test a Jerez con i team Honda, Suzuki e KTM. Aprilia a rischio partecipazione a causa del decreto anti coronavirus?

MotoGP, Sylvain Guintoli

Dopo i test IRTA a Losail e il rinvio dell’inizio del campionato MotoGP, i costruttori proseguono con l’evoluzione dei prototipi 2020. Occhi puntati sul lavoro di Stefan Bradl che porterà a Jerez la Honda RC213V, per lavorare sugli ultimi feedback di Marc Marquez. Dopo aver verbalizzato un difficile feeling con l’avantreno in casa HRC bisogna fare un passo indietro per consentire ai piloti dell’Ala Dorata una migliore percorrenza in curva. KTM ha prenotato il circuito di Jerez de la Frontera dal 18 al 20 marzo, dove si uniranno anche Suzuki e Honda.

SUZUKI E KTM AL LAVORO, DUBBIO APRILIA

La scuderia di Hamamatsu porterà in pista il collaudatore Sylvain Guintoli, KTM potrebbe anche schierare i piloti ufficiali dal momento che non ha restrizioni da regolamento. Anche Aprilia avrebbe dovuto prendere parte al test, con i suoi piloti al lavoro per proseguire l’evoluzione della nuova RS-GP. La sua presenza è in forte dubbio, dal momento che il governo italiano ha messo in quarantena diverse province. Tra queste anche la provincia di Venezia, dove ha sede la casa di Noale. La provincia di Bologna, invece, dove risiede Ducati, non ricade nella zona rossa. Ma il team di Borgo Panigale non ha designato Jerez come tracciato per il test.

A Motegi girerà anche Jorge Lorenzo agli inizi di aprile insieme al tester giapponese Katsuyuki Nakasuga. Sarà il primo vero test in vista del suo ritorno in pista in Catalunya, dove vestirà i panni di wild card. Un banco di prova importante per il maiorchino, che sembra intenzionato a rimettersi in gioco in caso di buone risposte dalla pista. Intanto l’inizio della stagione MotoGP sembra destinata a slittare ulteriormente. Anche il GP di Austin potrebbe essere rinviato a causa dell’allerta coronavirus. Inoltre la quarantena imposta ad alcune province italiane comprende diversi piloti a addetti ai lavori. La normativa d’emergenza consente di viaggiare in circostanze eccezionali, come impegni di lavoro che non possono essere spostati. Basterà una autocertificazione?

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