9 Settembre 2021

MotoGP, Johann Zarco ed il viaggio: “La passione ha preso il sopravvento”

Johann Zarco ha raccontato il percorso fino ad Aragón in sella alla Ducati del 1981. Un viaggio tra "irrazionalità" e passione, assieme ad alcuni ragazzi del team.

zarco ducati motogp

Ha fatto notizia ancor prima dell’inizio del 13° weekend di gara della stagione MotoGP 2021. Johann Zarco infatti ha fatto un viaggio particolare fino ad Aragón, partendo da casa sua in Francia in sella ad una Ducati 900 SS Darmah del 1981 (‘prestito’ del giornalista Adrian Parassol), assieme ad alcuni ragazzi del suo team. Un bel percorso di circa 950 km in vista di questo nuovo round mondiale per un pilota “vecchio stile” come l’alfiere Pramac Ducati. Che punta a liberarsi di una sorta di “eccessiva pressione” per tornare ai risultati della prima parte di stagione.

Il viaggio

“L’idea è partita dalla squadra” ha raccontato Zarco. “Lo programmavano da qualche mese, partendo dall’Italia. Quando l’ho sentito ho detto beh, posso aggiungermi visto che non passate lontani da casa mia. Il programma era andare con la Multistrada, ma mi hanno sfidato a venire con una moto ‘vecchia’. Allora ho mandato la foto di questa e mi hanno detto che se ero un uomo dovevo venire con quella. E io mi sono detto OK, lo faccio!” Scatta così il viaggio. “Sono stati oltre 950 km in sella alla Ducati ed è andato tutto bene, non ho avuto alcun problema.”

“Nella prima giornata ho percorso circa 200 km per raggiungere l’hotel e gli altri ragazzi arrivati dall’Italia, anche loro tutti con moto vecchie.” Ma non sono mancati i problemi. “Uno dei ragazzi ha avuto un problema sulla sua BMW, vergogna su di lui per essere arrivato con quella moto!” ha scherzato il pilota francese. “Hanno lavorato fino all’una di notte per sistemarlo, ma il giorno dopo ecco di nuovo il guaio dopo circa 200 km. Eravamo ancora in Francia e sono riuscito a chiedere ad un po’ di persone di prendersene cura.” Per poi ripartire. “È stata un po’ più lunga: circa 500 km in 7 ore e mezza.”

“L’ultimo giorno eravamo in Spagna e conoscevamo meglio le strade da percorrere, con lunghi rettilinei e curve veloci.” Chiaramente c’è molta curiosità attorno a lui dopo questo percorso, qualcosa che non si vede troppo tra i piloti dell’era moderna. “In tantissimi sono venuti a parlarmi, anche chi non mi parlava più da tipo dieci anni, per farmi i complimenti. Ho colpito molte persone con questo viaggio, non lo pensavo anche perché non l’ho certo fatto per questo. Devo ammettere che ero un po’ preoccupato, certo quando dico qualcosa la faccio, ma pensavo che forse era un errore. Invece è andato tutto benissimo, è stato divertente!”

Verso il Gran Premio

“Ma siamo qui per il Gran Premio di Aragón, su una MotoGP” ha aggiunto ridendo Zarco, virando sull’attualità. Ma ricordando anche il precedente evento. “Silverstone è stato molto difficile per me, non sono riuscito a trovare soluzioni e ho sbagliato setting. La scelta alla fine era logica, ma ci siamo resi conto che non era quella giusta ed abbiamo perso tempo per cambiare.” Una lezione anche per questo nuovo evento. “Dobbiamo evitare di ripetere questi errori e partire subito bene, come l’anno scorso nel secondo round, preparando al meglio la gara.” Evitando la pressione accusata negli ultimi GP.

Il viaggio è stato anche un modo per diminuirla? “Certo, può essere” è la risposta del pilota Pramac. Ribadendo però che “Pensavo che tre giorni di viaggio fossero un errore, che forse era meglio seguire la routine di sempre. Ma la passione ha preso il sopravvento e mi sono detto che dovevo andare visto che lo volevo. Condividerlo col team è stato bello, c’erano per esempio Francesco [Guidotti], il mio capotecnico, un paio di miei meccanici, ma anche gente della parte di Martín. Alla fine ho realizzato che una maniera irrazionale di pensare mi porta sempre buone cose.”

A Roma: benessere e piacere

Foto: Ducati Corse

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1 commento

  1. voiedegarag_15199617 ha detto:

    Di gente come Zarco ce ne vorrebbe di più, la maggior parte dei piloti sembrano polli allevati in batteria, invece Zarco è arrivato tardi alle corse, ha fatto una montagna di gavetta proprio per questo.
    Dopo il suo primo titolo Moto2 voleva già andare in MotoGP ma gli hanno detto “sei vecchio”; ne ha vinto un’altro ed è stato assunto proprio dal genio che aveva decretato che era vecchio, ma un anno dopo… E’ restato due anni e il “genio” (si tratta di Poncharal) non smetteva di lodarlo (il team fino a quel punto non aveva MAI fatto stagioni così buone)

    Poi il giro a vuoto in KTM grazie anche a un manager che gli ha “nascosto” un’offerta Honda: gli mancava anche quella disavventura.

    Oggi prende una moto per rendersi al GP come -tipo- almeno un terzo degli spettatori e passa per uno straordinario originale.
    Invece è un semplice appassionato in un paddock di -spiace dirlo- omogeneizzati.