18 Ottobre 2022

MotoGP, Joan Mir che calvario: manometro difettoso manda le gomme in tilt

Joan Mir ritorna nel paddock MotoGP otto settimane dopo l'infortunio, ma un manometro difettoso rovina la sua gara in Australia.

MotoGP, Joan Mir

Tra infortuni, problemi e ritiri Joan Mir non incassa un punto in classifica MotoGP dallo scorso giugno, con l’ottavo posto nel GP di Olanda. Una stagione da dimenticare per il maiorchino della Suzuki, campione del mondo 2020, ma senza podio da un anno (Portimao 2021). Sicuramente ha pagato lo scotto della notizia trapelata solo a Jerez, quando Livio Suppo e i vertici del team giapponese hanno annunciato l’addio al Mondiale dopo Valencia. L’attenzione del pilota e del suo manager Paco Sanchez a quel punto era rivolta soprattutto al futuro, ma la ciliegina amara sulla torta arriva in Austria con un incidente che lo mette ko fino al rientro in Australia. Ma il momento negativo continua.

La discesa di Joan Mir

Dopo una lunga pausa di otto settimane è rientrato nel paddock della MotoGP, ha saltato le ultime quattro gare a causa di un infortunio alla caviglia. Scattato dalla 14esima piazza nel GP di Phillip Island, ha scalato sette posizioni in quattro giri fino a raggiungere il settimo posto. In una gara molto ravvicinata sembrava potesse gestire l’usura delle gomme per attaccare nella seconda parte. Invece al quinto giro ha notato dei problemi alle gomme, perso posizioni irreversibilmente, tagliando il traguardo al 18esimo posto. Dall’esterno sembrava scontasse i postumi dell’infortunio, ma al rientro ai box dopo i 27 giri ha fatto chiarezza sui problemi riscontrati sulla Suzuki GSX-RR.

Problemi alle gomme

Insieme ai suoi tecnici ha analizzato i dati e rilevato che un manometro difettoso ha causato un errore nel gonfiaggio delle gomme. I meccanici hanno misurato una pressione ben al di sopra di quella consigliata dalla Michelin e, non appena la temperatura è aumentata e di conseguenza anche la pressione interna, la sua moto è diventata difficile da gestire. “Non avevo grip sulla ruota posteriore e nemmeno il feeling sull’anteriore era buono“, ha spiegato Joan Mir. “Alla fine la gomma si è distrutta. Ho avuto molto slittamento alla ruota posteriore, ho dovuto mettere al massimo il controllo di trazione. Ho notato il problema dopo il quarto giro, quando tutti sul rettilineo mi hanno sorpassato. La nostra moto è di solito buona alla massima velocità, ma perdeva molto in accelerazione nell’ultima curva“.

Una vittoria mancata

Le cattive sensazioni del campione MotoGP 2020 sono trapelate già all’inizio del GP d’Australia. “Nel primo giro ho sentito qualcosa di strano, pensavo fosse dovuto alla gomma fredda. Ma è peggiorato giro dopo giro. Mi fa incazzare il fatto che tutto questo sia dovuto a una misura“. Entrambe le gomme erano distrutte al rientro ai box, in particolare quella posteriore. “Abbiamo riscontrato che c’era un problema con l’aria del manometro al box. Non erano solo 0,2 o 0,3 bar. Il mio team non capisce come sia riuscito a finire la gara“, ha concluso Joan Mir. La sua impressione è che senza questo difetto “avrebbe potuto vincere“, come dimostra il passo del suo compagno Alex Rins. “Potevo fare un buon risultato, fa molto male”. L’infortunio è ormai smaltito, l’amarezza per la prestazione invece no. “Fisicamente sto bene, mentalmente non tanto“.

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